Se dalle elezioni in Sicilia del
5 novembre scorso, come dicevano tutti gli schieramenti politici, ci si
aspettava un segnale per le prossime elezioni nazionali, questo è arrivato
fortissimo. La borghesia siciliana, ma anche quella nazionale in generale è nel
marasma più totale (non certo quando si tratta di continuare a fare gli
interessi dei padroni e della borghesia in generale!) per quanto riguarda le
alleanze per le prossime elezioni che si faranno con la legge moderno-fascista
chiamata Rosatellum, ma fa finta di non capire (come fece Renzi per il
referendum del 4 dicembre scorso che ha messo di fatto fine alla sua carriera
politica) quale tipo di risposta danno in questo momento le masse popolari.
Il primo segnale è quindi quello
della fortissima astensione. Il secondo quello dei cosiddetti impresentabili, e
quindi della ricerca della “faccia nuova e pulita”!!! Il terzo quello delle
alleanze, che per quanto complesse non permettono una vittoria sicura ai vari
schieramenti.
In tanti però sembrano ciechi e
sordi in questo momento. Si riempiono la bocca di lavoratori, di popolo, ma
quando masse lavoratrici e popolo danno risposte fanno finta di non sentire! E
la risposta è di delegittimazione della borghesia al potere! Gli “amici del
popolo” che invece continuano a invitare ad andare a votare di fatto agevolano
la borghesia nel recupero di una credibilità impossibile! Per questo è
necessario continuare a boicottare le elezioni come strumento di legittimazione.
In Sicilia l’altro ieri è stato
il turno di un nuovo eletto all’Assemblea Regionale per Forza Italia, Luigi
Genovese, indagato per riciclaggio ed evasione fiscale, figlio del condannato a
11 anni per la truffa dei fondi della Formazione Professionale, Francantonio
Genovese.
Anche su questo fanno tutti finta
di non ricordare. Genovese figlio ha “ereditato” i voti che il padre ha
raccolto in questi lunghi anni di “attività”: è stato dirigente regionale del
Pd, ed era ancora nel Pd quando è stato condannato; Genovese padre è stato
quasi eletto segretario regionale del Pd! Poi, dopo l’autorizzazione al suo
arresto, è passato nel centrodestra.
Ora sarebbe logico dopo questo
(non) ultimo episodio cominciare a togliere questi voti, frutto del “voto di
scambio”, del “voto mafioso”, della corruzione generale, da quelli presi da
Musumeci diventato presidente già con un numero ridicolo di voti e ragionare su
chi rappresenta…?
***
Messina, Genovese jr. indagato
per riciclaggio ed evasione fiscale. Sequestrato patrimonio da 30 milioni di
euro.
di ALESSANDRA ZINITI
Un nuovo ciclone giudiziario
travolge la famiglia Genovese a Messina coinvolgendo anche il neo baby deputato
appena eletto al Parlamento regionale siciliano con quasi 18.000 preferenze.
Riciclaggio ed evasione fiscali i reati ipotizzati nell'avviso di garanzia
notificato questa mattina a
Luigi Genovese insieme al sequestro di un ingente patrimonio di famiglia, per più di 30 milioni di euro, tra contanti e immobili che il deputato Francantonio Genovese, condannato a 11 anni di reclusione per lo scandalo della formazione professionale in Sicilia, avrebbe cercato di sottrarre al sequestro penale ma anche il fisco con quello che i magistrati della Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia definiscono una "reiterazione criminale con pervicacia di un piano articolato e strategico".
Luigi Genovese insieme al sequestro di un ingente patrimonio di famiglia, per più di 30 milioni di euro, tra contanti e immobili che il deputato Francantonio Genovese, condannato a 11 anni di reclusione per lo scandalo della formazione professionale in Sicilia, avrebbe cercato di sottrarre al sequestro penale ma anche il fisco con quello che i magistrati della Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia definiscono una "reiterazione criminale con pervicacia di un piano articolato e strategico".
LEGGI "Sono abbastanza
incensurato"
Più di venticinque milioni di
euro in contanti su un conto intestato ad una società panamense offshore
all'istituto di credito Julius Bar di Montecarlo, altri conti all'Unicredit,
alla Banca di credito peloritano di Messina, il sequestro della villa di
Ganzirri dove la famiglia abita, di alcuni appartamenti tra Roma, Messina e
Taormina, le quote societarie della L&A e della Gepa, trasferite al figlio
Luigi, il patrimonio al quale la Guardia di Finanza di Messina ha posto i
sigilli in esecuzione del provvedimento disposto dal procuratore aggiunto
Sebastiano Ardita e dai sostituti Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti con il
visto del procuratore De Lucia.
Già negli anni scorsi, le
indagini della Guardia di Finanza avevano scoperto l'esistenza di conti
all'estero nella disponibilità di Francantonio Genovese e della moglie Chiara
Schirò sui quali erano stati movimentati fondi provenienti da evasione fiscale
commessa dal padre del deputato, Luigi Genovese. Una polizza per 16 milioni di
euro era stata accesa presso il Credit Suisse, ma poi nel 2015, dopo la
condanna di Francantonio Genovese al processo "Corsi d'oro",
l'istituto di credito svizzero aveva fatto sapere che quel cliente era
indesiderato e buona parte dei fondi erano stati trasferiti a Montecarlo.
L'anno scorso, con una girandola
di movimenti bancari, Genovese era riuscito a far rientrare in Italia parte
delle somme per pagare una minima quantità delle sanzioni nel contempo
comminate dall'Agenzia delle entrate che vantava un credito di venti milioni di
euro.
Proprio per mettere al riparo il
patrimonio, secondo la Dda di Messina, Francantonio Genovese nel 2016 avrebbe
ideato una strategia che prevedeva il trasferimento di denaro a diversi
familiari, figli, sorella, nipoti, la compravendita di immobili da alcune
società scatole vuote che a lui facevano riferimento e le cui quote sono state
cedute, in toto, al figlio Luigi, il neodeputato eletto all'Assemblea Regionale
Siciliana tre settimane fa.
Una cessione fittizia
naturalmente per far sì che Francantonio Genovese diventasse sostanzialmente
nullatenente.
I provvedimenti della
magistratura, oltre ai Genovese padre e figlio, riguardano anche la sorella del
deputato Rosalia Genovese e il nipote Marco Lampuri.
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