sabato 25 novembre 2017

pc 25 novembre - Gentiloni apre in Tunisia il viaggio neocoloniale, invasivo e guerrafondaio dell'imperialismo italiano

    
    
Tunisia-Italia: al via visita ufficiale premier Gentiloni a Tunisi, prima tappa tour africano

Roma , 25 nov 08:58 - (Agenzia Nova) - Prende il via da Tunisi il tour africano del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che si concluderà mercoledì prossimo, 29 novembre ad Abijan, in Costa d'Avorio, toccando Angola e Ghana. Durante la prima tappa a Tunisi, oggi il capo dell’esecutivo incontrerà alle ore 10 il presidente della Repubblica tunisina, Beji Caid Essebsi. A seguire, alle 11.30, il premier vedrà il presidente dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo tunisino (Arp, il parlamento monocamerale tunisino), Mohammed Ennaceur, mentre alle ore 12.15 incontrerà il primo ministro Youssef Chahed. I principali temi dei colloqui tra Gentiloni e le massime autorità tunisine saranno le
relazioni bilaterali fra l'Italia e il paese nordafricano e le questioni di mutuo interesse. L'Italia è il secondo partner commerciale della Tunisia, dopo la Francia ma davanti alla Germania. Italia e Tunisia, paesi che si affacciano sulla sponda nord e sud del Mediterraneo, condividono l’impatto del fenomeno migratorio e la minaccia del terrorismo, temi che potrebbero assumere particolare rilevanza nel corso dei colloqui tra il premier Gentiloni e le autorità tunisine.
 Durante l'incontro di domani, 26 novembre, con Salamé, Gentiloni potrebbe discutere alcuni dei dossier che maggiormente interessano l'Italia: la crisi in Libia, il fenomeno migratorio, ma anche il ruolo svolto da Roma per risolvere il conflitto libico.
La questione dell’immigrazione riveste una certa importanza per le relazioni bilaterali fra Italia e Tunisia. Frequentemente, infatti, le unità marittime della Guardia costiera tunisina fermano migranti che cercano di raggiungere illegalmente l’Italia. Nel mese di ottobre gli sbarchi migranti in Italia si sono attestati intorno calati del 78 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. Sono inoltre diminuite le partenze dalla Libia del 93 per cento (1.916), mentre i flussi maggiori provengono dalla Tunisia, con 2.900 sbarchi. I dati, pubblicati dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell'Interno, mostrano una diminuzione del 29,67 percento degli sbarchi dal primo gennaio 2017 ad oggi, pari a 111.240, rispetto allo stesso periodo del 2016, quando arrivarono in Italia 158.164 migranti.

Secondo uno studio dell’Istituto per gli studi strategici tunisino sull’immigrazione clandestina diffuso all’inizio di novembre, sono circa 20 mila i tunisini che sono emigrati illegalmente in Italia dal 2011. Per lo studio questo dato può creare contrasti tra la Tunisia e l’Italia, ma anche con la Francia e il resto dell’Europa. L’Istituto ha registrato un ritorno del fenomeno dell’emigrazione illegale verso l’Italia in particolare nel 2017, sia per quanto riguarda i giovani tunisini che per i migranti africani che attraversano la Tunisia e la Libia.
Per quanto riguarda il fenomeno migratorio, lo scorso 26 ottobre, l’Organizzazione per le migrazioni della Nazioni Unite (Oim), l’ambasciata d’Italia a Tunisi e l’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo (Aics) hanno firmato in presenza del segretario di Stato con delega alle Migrazioni e ai Tunisini all’estero, Adel Jarboui, un accordo di partenariato con la realizzazione del progetto “La migrazione come risorsa: la mobilitazione della diaspora tunisina e la stabilizzazione delle comunità svantaggiate in Tunisia”. Il progetto, finanziato dall’Aics e messo in opera dall’Oim ambisce a sensibilizzare i tunisini che risiedono all’estero alle priorità di sviluppo identificate nelle regioni, coinvolgendoli in quanto finanziatori e investitori in micro progetti proposti da imprenditori nelle zone svantaggiate, da un parte, e, dall’altra, in quanto promotori di prodotti locali oltre i confini della Tunisia. Il progetto offre un’alternativa innovativa alle fonti di finanziamento tradizionale e favorisce l’opportunità di affari sul mercato italiano. Il progetto mira a facilitare la creazione di 70 micro imprese e 210 posti di lavoro nelle regioni di Jendouba, Kef, Medenine e Tataouine. Il progetto riflette le priorità nazionali individuate dal Piano quinquennale per lo sviluppo 2016-2020, si fonda sul nuovo Codice per gli investimenti adottato nel 2017 e contribuisce al raggiungimento degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Un altro dei temi che autorità tunisine ed italiane potrebbero affrontare è quello legato alle regole dell’area protetta di pesca. con la necessità di una revisione delle regole e della delimitazione della zona a sud di Lampedusa e a est delle coste della Tunisia e delle Isole Kerkennah, riconosciuta ed istituita bilateralmente come area protetta alla pesca. Le richieste sono finalizzate a limitare il contenzioso in atto fra Italia e Tunisia a causa dei continui sequestri di pescherecci siciliani..
 La visita in Tunisia di Gentiloni rappresenta la prima tappa del tour africano che lunedì 27 novembre proseguirà a Luanda, in Angola, dove incontrerà il presidente della Repubblica di Angola, Joao Lourenco. Martedì 28 novembre il primo ministro sarà ad Accra, in Ghana, dove alle 11 locali è previsto l’incontro con il presidente della Repubblica ghanese Nana Akufo Addo.
Nel pomeriggio Gentiloni visiterà la piattaforma Eni “John Agyekum Kufuor”.

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