“Pure l’assemblea ci possiamo far
trovare” diceva al telefono il sindacalista della Uil a disposizione
In sintesi dalla Repubblica
online:
1. -Giuseppe Marinello,
del Popolo della libertà, nel 2001 in corsa per la Camera, oggi è senatore, nel gruppo Alternativa Popolare, si è candidato alle ultime Regionali in sostegno al candidato del centrosinistra Micari, riportando 3528 voti nel collegio di Agrigento;
2. - Gianfranco
Becchina, mercante d’arte vicino a Messina Denaro, ha bisogno di voti per
Marinello e si rivolge al sindacalista
della Uil Santo Sacco, uomo fidato del superlatitante Messina Denaro (per
questa ragione è stato poi condannato per mafia);
3. Il
sindacalista si mette subito a disposizione e alla richiesta di Becchina che dice
“Si chiama Giuseppe Marinello... Per il Polo...il collegio di Sciacca” risponde
con queste parole intercettate: “Quando vuole e come vuole, mi metto in
macchina e me ne vado a...”. Aggiungeva: “Lei mi dica il nominativo, i paesi ed
io mi metto in movimento. Una mattina faccio 10 telefonate, me lo fa
incontrare, poi lo faccio incontrare con tutti pure l’assemblea ci possiamo far
trovare”.
4. - Dell’inchiesta
di questi giorni che ha portato al sequestro dei beni di Becchina da pare del
tribunale di Trapani La Repubblica dice: “I giudici tornano su Marinello:
“Rileva la procura che, a distanza di 15 anni da tali intercettazioni e dal
sostegno elettorale profuso nei confronti dell’allora candidato Giuseppe
Marinello, le indagini svolte dalla Procura di Roma in merito al traffico di
reperti archeologici evidenziano come il proposto (Becchina - ndr)
continuerebbe a giovarsi, o quantomeno a vantarsi, dell’appoggio che l’odierno
senatore della Repubblica Marinello avrebbe garantito ai fini di un progetto
ambizioso portato avanti dallo stesso Becchina di creare un museo a Castelvetrano
nel quale far confluire i reperti archeologici che a suo tempo gli furono
sequestrati”.
Nessun commento:
Posta un commento