Non saranno tantissime le donne operaie e proletarie che saranno a Roma il 25 novembre, perchè le forme di queste manifestazioni nazionali a Roma non sono quelle adatte alla loro partecipazione.
Una rappresentanza di esse porterà in questa manifestazione piattaforme, lotte reali, istanze, proposte
ma si misura con il dominio nei contenuti e metodi delle donne femministe appartenenti alla piccola e media borghesia - in particolare a Roma - dove ne sono un concentrato e agiscono come 'un ceto politico', legate in qualche maniera a forze parlamentari/istituzioni/sindacati confederali - anche se stanno lì a negarlo.
La forma più adatta della lotta delle donne proletarie è lo strumento finalmente scoperto dello sciopero delle donne - anche per questa manifestazione la parte delle donne che lavorano che saranno presenti, hanno dovuto scioperare, cercare una copertura sindacale, ecc.
Questa arma è stata introdotta dal Movimento femminista proletario rivoluzionario dal 2013 nel più generale movimento e poi ripresa da tutto il movimento l'8 marzo 2017 - anche sull'onda di analoghi grossi scioperi delle donne a livello internazionale.
A questa arma bisogna tornare nel futuro. Ora è tempo di creare una rete autonoma delle donne operaie e proletarie - autonoma da NON UNA IN MENO - per costruirlo organizzate e coordinate da subito. Una rete che prenda nelle proprie mani, nelle fabbriche, nei posti di più duro sfruttamento, della precarietà/molestie padronali, nelle campagne, come nel grande universo di lavoratrici domestiche e badanti l'organizzazione e il protagonismo difficile ma diretto delle donne proletarie che è bene ricordarlo sono la maggioranza delle donne - anche se non lo sono in manifestazioni romane.
Il movimento femminista proletario rivoluzionario è parte avanzata e al servizio di questa battaglia, tutti i giorni e non nelle canoniche scadenze, e a Roma questo è il messaggio che vogliamo portare.
Mfpr
mfpr.naz@gmail.com
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