Ostia, la Spada nell'urna - presa di parola dei movimenti per il diritto all'abitare
Cercheremo di capire chi oggi resiste dentro quartieri e territori difficili, da Ostia alla Magliana, dal Trullo a Tor Sapienza, da Tiburtino terzo a Cinecittà.
Vogliamo stare con chi si è astenuto e magari combatte ogni giorno una battaglia difficile per sopravvivere dentro precarietà e disagio manifesti
Quello
che è avvenuto a Ostia nei giorni scorsi è salito alla ribalta delle
cronache e presto la notizia della capocciata ha lasciato il passo alle
manifestazioni di piazza e alla necessità di decidere come e con chi
schierarsi per il ballottaggio tra centrodestra e M5S.
Possiamo subito affermare che
niente di questo ci appassiona. Conosciamo bene la quotidiana prepotenza
espressa da chi gestisce il territorio usando non solo la testa e le
intimidazioni, ma anche le buone relazioni con la politica e con i
commissariati. Così come abbiamo imparato a conoscere il regime dei 5
stelle. Per questo non comprendiamo l’affannarsi di tanta sinistra nel
proporre un argine democratico andando a votare per la candidata
grillina in opposizione al voto per Fratelli d’Italia, come se ci
fossero differenze. Eppure abbiamo toccato con mano come la Raggi
intende procedere e
tutti abbiamo visto come ha depositato il cappello sulla manifestazione/marcia per la legalità.
Fino a quando a sinistra si vuole mantenere un profilo così basso, continuando a pensare che basti parlare con chi va a votare per essere ammessi al consesso delle poltrone? E con chi a larga maggioranza ha disertato le urne chi ci parla? Questo è un mondo che magari nella sua rottura definitiva con l’urna può arrivare ad apprezzare o giustificare la capocciata, nell’assenza totale di amministrazioni capaci e di forze politiche. E magari nemmeno vota per Casapound o Fratelli d’Italia.
Esiste però una quotidianità vissuta sulla strada che dista anni luce dal Campidoglio e dalle sedi delle forze politiche. Uno spazio di vita dove strumentalmente si è gettata con linguaggi xenofobi, pratiche democristiane e pacchi di pasta ai poveri, la destra fascista e dove si muovono anche realtà organizzate che si spartiscono le piazze di spaccio e il sottobosco della malavita di quartiere. Un mix deciso a non farsi escludere, e per quanto riguarda Casapound anche vezzeggiato e inseguito come la novità del momento. Questi riflettori accesi sulla strada non a tutti piacciono e le conseguenze le abbiamo viste.
Non vogliamo ridurre situazioni complesse dentro semplificazioni, però sentiamo la necessità di marcare le distanze da chi ha responsabilità enormi per lo scempio sociale e culturale che viviamo oggi e da chi si è fatto eleggere in nome della discontinuità con il passato e ha proseguito invece nel solco delle contestate forze politiche sconfitte. Dentro l’assenza di novità tutto procede come prima. Sfidiamo chiunque a smentirci.
Questa non è la lamentela di elettori ed elettrici delusi/e, perché non abbiamo mai sostenuto che il M5S che stava salendo in Campidoglio uscendo dallo studio dell’avvocato Sammarco potesse in qualche modo scaldarci con i suoi Raggi. E non lo abbiamo fatto nemmeno al ballottaggio contro il PD. Quindi chi oggi ripropone la stessa solfa su Ostia addebitando gli Spada al centrodestra e, per la proprietà transitiva, votando contro sostenendo Grillo e la sua candidata offre ancora una volta la misura del basso profilo della sinistra de noantri.
Non volendo insegnare niente a nessuno decideremo come muoverci, come abbiamo sempre fatto. Cercheremo di capire chi oggi resiste dentro quartieri e territori difficili, da Ostia alla Magliana, dal Trullo a Tor Sapienza, da Tiburtino terzo a Cinecittà. L’elenco è sicuramente più lungo. Con chi costruisce comunità solidali e meticce, consapevoli di quanto sia difficile in questo momento, proveremo a consolidare percorsi di solidarietà e lotta senza ritenere che siano le urne l’unico luogo del consenso e non ci schiereremo per la riduzione del danno o il bicchiere mezzo pieno. Abbiamo già visto cosa ha prodotto la salita al trono di Virginia e non pensiamo che sia utile rendersi complice di una replica nefasta per Ostia. Vogliamo stare con chi si è astenuto e magari combatte ogni giorno una battaglia difficile per sopravvivere dentro precarietà e disagio manifesti. Di certo non accorreremo mai sotto le bandiere della legalità e dell’esclusione sociale come propongono il M5S e la sua sindaca.
Movimento per il diritto all'abitare
tutti abbiamo visto come ha depositato il cappello sulla manifestazione/marcia per la legalità.
Fino a quando a sinistra si vuole mantenere un profilo così basso, continuando a pensare che basti parlare con chi va a votare per essere ammessi al consesso delle poltrone? E con chi a larga maggioranza ha disertato le urne chi ci parla? Questo è un mondo che magari nella sua rottura definitiva con l’urna può arrivare ad apprezzare o giustificare la capocciata, nell’assenza totale di amministrazioni capaci e di forze politiche. E magari nemmeno vota per Casapound o Fratelli d’Italia.
Esiste però una quotidianità vissuta sulla strada che dista anni luce dal Campidoglio e dalle sedi delle forze politiche. Uno spazio di vita dove strumentalmente si è gettata con linguaggi xenofobi, pratiche democristiane e pacchi di pasta ai poveri, la destra fascista e dove si muovono anche realtà organizzate che si spartiscono le piazze di spaccio e il sottobosco della malavita di quartiere. Un mix deciso a non farsi escludere, e per quanto riguarda Casapound anche vezzeggiato e inseguito come la novità del momento. Questi riflettori accesi sulla strada non a tutti piacciono e le conseguenze le abbiamo viste.
Non vogliamo ridurre situazioni complesse dentro semplificazioni, però sentiamo la necessità di marcare le distanze da chi ha responsabilità enormi per lo scempio sociale e culturale che viviamo oggi e da chi si è fatto eleggere in nome della discontinuità con il passato e ha proseguito invece nel solco delle contestate forze politiche sconfitte. Dentro l’assenza di novità tutto procede come prima. Sfidiamo chiunque a smentirci.
Questa non è la lamentela di elettori ed elettrici delusi/e, perché non abbiamo mai sostenuto che il M5S che stava salendo in Campidoglio uscendo dallo studio dell’avvocato Sammarco potesse in qualche modo scaldarci con i suoi Raggi. E non lo abbiamo fatto nemmeno al ballottaggio contro il PD. Quindi chi oggi ripropone la stessa solfa su Ostia addebitando gli Spada al centrodestra e, per la proprietà transitiva, votando contro sostenendo Grillo e la sua candidata offre ancora una volta la misura del basso profilo della sinistra de noantri.
Non volendo insegnare niente a nessuno decideremo come muoverci, come abbiamo sempre fatto. Cercheremo di capire chi oggi resiste dentro quartieri e territori difficili, da Ostia alla Magliana, dal Trullo a Tor Sapienza, da Tiburtino terzo a Cinecittà. L’elenco è sicuramente più lungo. Con chi costruisce comunità solidali e meticce, consapevoli di quanto sia difficile in questo momento, proveremo a consolidare percorsi di solidarietà e lotta senza ritenere che siano le urne l’unico luogo del consenso e non ci schiereremo per la riduzione del danno o il bicchiere mezzo pieno. Abbiamo già visto cosa ha prodotto la salita al trono di Virginia e non pensiamo che sia utile rendersi complice di una replica nefasta per Ostia. Vogliamo stare con chi si è astenuto e magari combatte ogni giorno una battaglia difficile per sopravvivere dentro precarietà e disagio manifesti. Di certo non accorreremo mai sotto le bandiere della legalità e dell’esclusione sociale come propongono il M5S e la sua sindaca.
Movimento per il diritto all'abitare
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