Un articoletto del Sole 24 ore del 22 novembre scorso (riprodotto in fondo) riporta la notizia dello sfruttamento di studenti da parte della Foxconn con la
scusa dell’”alternanza scuola-lavoro”, nella produzione dell’ultimo iPhone X.
Il giornalista al servizio dei padroni italiani ne parla in
maniera diremmo quasi emotiva, colto quasi di sorpresa che possa succedere
qualcosa di simile. Stiamo parlando, come è noto, di un giornale che in questi
giorni in particolare, sta portando avanti una vera e propria crociata contro
ogni tentativo di tornare indietro proprio rispetto all’alternanza
scuola-lavoro, della continua magnificazione del Jobs Act (e di Renzi), per non
parlare di quella contro la possibilità che venga dato un limite all’aumento
dell’età pensionabile!
Insomma, senza dignità, di fatto, come la Foxconn, che
ammette pure l’utilizzo dei minori per 11 ore al giorno; d’altronde loro non si
possono meravigliare visto che la “sua forza lavoro … lavora per contratto per
più di 40 ore a settimana”…
L’iPhone X assemblato con lavoro minorile illegale
Il nuovo gioiello di casa Apple, l’iPhone X, va forte. Gli
ordini volano. Tanto che gli analisti prevedono da qui a Natale il superamento
dei mille miliardi di market cap per la società californiana. Se gli ordini
continuano ad arrivare qualcuno questi dispositivi deve produrli. E in fretta,
per rispondere alle richieste del mercato ed evitare ritardi eccessini nelle
consegne. Il Financial times ha rivelato che 3mila studenti cinesi delle scuole
superiori sono stati reclutati dalla Hon Hai Precision Industry di Taiwan,
meglio conosciuta come Foxconn, tristemente nota per i suicidi degli operai,
assunti a tempo per velocizzare la produzione di iPhone X. Sei ragazzi hanno
raccontato che lavorano 11 ore al giorno di norma per assemblare il nuovo
smartphone Apple. Il ché per la normativa cinese viene considerato un tempo di
lavoro eccessivo, illegale considerando che si tratta di studenti minorenni.
Foxconn in una nota via e-mail ha fatto sapere che i lavoratori a termine rappresentano
una percentuale “molto piccola” della sua forza lavoro, che lavora per
contratto per più di 40 ore a settimana. Gli studenti son tutti “lavoratori
volontari” e verrebbero “pagati adeguatamente”. Per assemblare i telefonini
Apple. Undici ore al giorno.
Il Sole 24 Ore
22 novembre ’17
Nessun commento:
Posta un commento