Riportiamo le parole della madre di Fabio, uno dei
ragazzi arrestati durante il contro-vertice del G20 ad Amburgo, che ad oggi
resta in carcere in attesa di processo e che da venerdì sera è in regime
restrittivo, in questa continua ricerca di un capro espiatorio da parte della
giustizia tedesca.
«Sono ad Amburgo da quasi tre settimane, che ho
trascorso affrontando l'ostruzionismo della burocrazia tedesca: avere permessi
di visita, consegnare cambi di vestiario, far arrivare a Fabio dei libri, dei
francobolli, il permesso di telefonare, tutti i suoi diritti, sono stati resi
incomprensibilmente complessi o addirittura palesemente osteggiati. Ho
incontrato grandi difficoltà nel mettermi in contatto con l’ufficio visite del
carcere per fissare e per confermare le visite: il numero è sempre
occupato oppure, se suona libero, nessuno risponde. Anche con il permesso a
telefonare non sta andando meglio: dopo un mese di detenzione ancora Fabio non
ha ancora potuto usare il telefono del carcere. Prima ci era stato detto che
non era possibile, poi i moduli da compilare erano scritti solo in tedesco e
non era previsto che nessuno potesse aiutarlo a compilarli, alla fine la tessera
telefonica gli è stata consegnata ma non era operativa. Abbiamo incontrato lo
stesso ostruzionismo anche per fargli ottenere i francobolli per poter inviare
delle lettere. Inoltre la mancanza di una corretta informazione sulla modalità
e sulla frequenza di consegna di vestiario e altri beni consentiti ha fatto si
che ciò che sono riuscita con fatica a recapitargli fosse ben al di sotto di
quanto consentito dalla legge. Ora, oltre al danno la beffa: un paio di giorni
fa ho scoperto che la prossima consegna potrò farla solo l’11 novembre! Addirittura
fargli arrivare dei libri è una impresa ardua: Fabio ha compilato la richiesta
con i titoli di 5 libri e l’ha presentata per l’autorizzazione. I libri possono
non essere autorizzati, se i titoli sono considerati non adatti. Sembra siano
stati autorizzati, quindi ho provveduto all’invio, ma ad oggi non so se gli
sono stati consegnati. La maggior parte dei problemi che Fabio sta incontrando
derivano dal fatto che non conosce la lingua tedesca, come non la conosco io
del resto.
Per fare un esempio, per qualsiasi richiesta deve compilare un
modulo, che è presente solo in tedesco. Nemmeno il poco inglese che sa parlare
non lo aiuta, visto che gran parte del personale del carcere non riesce a
comunicare in inglese. Nonostante queste difficoltà linguistiche siano state
fatte presenti, solo ieri sono venuta a conoscenza che all’interno del carcere
lavora un’impiegata responsabile dei rapporti con gli stranieri che parla in
italiano e che in queste quattro settimane non ha mai incontrato Fabio! Ma il
peggio deve ancora venire: da ieri sera (venerdì sera ndr), Fabio è
sottoposto a un regime di detenzione restrittivo. Tutte le visite dovranno
essere autorizzate dal tribunale e potranno avvenire in presenza della polizia
e di un interprete. Tutte le sue telefonate, se per caso decidessero di
iniziare a lasciargliele fare, dovranno essere autorizzate e saranno
controllate. Tutta la sua posta in uscita e in entrata sarà acquisita dalla
Procura, tradotta e controllata. Tutti i pacchi dovranno sottostare agli stessi
controlli. Lui è stato avvisato di ciò, ed è molto amareggiato per questa
decisione. Lo sono anch’io, soprattutto perché questo nuovo regime non mi
permetterà di visitarlo nei prossimi giorni come già concordato e potrebbe
arrivare ad annullare ogni possibilità di contatto con lui. L’atto ufficiale di
restrizione ancora non è stato consegnato, quindi non ne conosco le
motivazioni. Posso supporre siano collegate a possibili comunicazioni con la
stampa. L’avvocatessa di Fabio considera questa decisione illegittima, in
quanto Fabio si trova in custodia preventiva solo per evitare il pericolo di
fuga. Quindi non può essere limitato in alcun modo il suo diritto di comunicare
con l’esterno del carcere. Valuterà in che modo procedere contro questa assurda
decisione. Io continuerò a scrivergli lettere lunghissime, ricopiando anche
testi di libri, canzoni, poesie. Per farlo sentire meno solo, in questo momento
che stanno rendendo sempre più pesante». Questa testimonianza non fa che
aumentare il senso di rabbia e rivalsa nei confronti di quella che sta
assumendo sempre più le forme di una “vendetta di Stato”. Ma non mancano le
continue espressioni di solidarietà verso le persone ancora detenute. Oggi si
terrà una manifestazione di solidarietà ad Amburgo, con appuntamento alla
fermata del tram Billwerder-Moorfleet e diretta al carcere di Billwerder.
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