domenica 6 agosto 2017

pc 6 agosto - Un'inchiesta smaschera il legame tra fascisti, servizi e mercenari e i legami tra i fascisti e l'inchiesta della Magistratura di Trapani anti ONG

di Alessandro Avvisato - Andrea Palladino
Lo stato di salute del giornalismo italiano si può misurare da questa constatazione: la controinformazione la fa ormai Famiglia Cristiana. Finito il tempo in cui erano il manifesto o altri fogli della sinistra che era conflittuale, per sapere due cose che nessun altro zerbino del potere osa scrivere bisogna andare a rovistare in un settimanale in vendita nelle parrocchie…
Questa inchiesta di Andrea Palladino ci dice alcune cose:

a) la magistratura di Trapani ha messo nel mirino l’attività della nave Juventa – dell’associazione giovanile tedesca Jugend Rettet – su denuncia di una società che si occupa di reclutare mercenari (contractors, preferisce dire chi usa l’inglese per nascondere i significati scabrosi); ossia ex militari che trovano economicamente più vantaggioso sparare per conto del “capitale privato” piuttosto che per uno Stato (democratico o meno, non fa differenza); questa società si chiama Imi Security Service, è gestita da tale Cristian Ricci, e – come spiegano nella loro autopresentazione è un “Centro di formazione Martime riconosciuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Sede Guardia Costiera italiana, con Decreto n ° 1.164 su 02.11.2010 per la sicurezza marittima e dal Ministero dell’Interno italiano per Port Security Guard. Dal 2010, il servizio di sicurezza IMI ha lavorato nella scorta anti-pirateria nel Golfo di Aden e nell’Oceano Indiano (e qui magari qualcuno può sospettare qualche legame con la vicenda dei “due marò”, ndr). Il servizio di sicurezza IMI ha aperto nel 2011 una succursale in Slovenia come società di sicurezza privata ed è stata autorizzata dal ministro degli interni sloveno. Il Direttore del Servizio di Sicurezza IMI è ex ufficiale della Guardia Costiera italiana e adesso è membro del Comitato di Lavoro della Sicurezza Marittima di CoESS (Confederazione dei Servizi Europei di Sicurezza) dove guida il programma di lavoro per le misure di pirateria e di pirateria”. Insomma. sono pienamente inseriti nell’establishment europeo, sono parte “operativa” della tecno-burocrazia antidemocratica.

b) Appartengono alla Imi Security Service i due “agenti sotto copertura” a bordo della nave della pseudo Ong “Save the Children”, che ha avuto come scopo principale quello di pedinare la nave
tedesca, filmare il trasbordo di migranti e l’allontanamento degli scafisti;

c) Lavora sempre per la Imi Security Service l’ex ufficiale della Marina Militare italiana Gian Marco Concas, portavoce dell’organizzazione nazifascista “Generazione identitaria”, costola italiana della rete europea Defend Europe, diventata famosa per essersi coperta di vergogna (aveva annunciato l’invio di una nave nel Mediterraneo per arrestare “l’invasione” dei migranti, ma era stata fermata prima a Suez e poi a Cipro, con il comandante e altri membri dell’organizzazione denunciati per “traffico di esseri umani”, in quanto l’equipaggio era formato da asiatici che avevano pagato 10.000 dollari a testa per essere portati in Italia); viste le sue compotenze, il Concas è considerato il “direttore tecnico” dell’”operazione navale” fascista finita in merda. Nonostante tutto, la loro nave – la C-Star – è ora al largo delle coste libiche, presumibilmente il appoggio “privato” alla “guerra statale” che il governo Gentiloni ha appena deliberato.
d) la “denuncia” contro la Juventa avviene in realtà in un secondo momento, perché la società di mercenariato avvisa mesi prima i servizi segreti italiani (Aise), preparando tutto il materiale che poi verrà girato alla Procura di Trapani perché emetta i mandati del caso (altro che “coraggiosa inchiesta della magistratura”, vero mister Carlo Bonini?);
e) Defend Europe è sì una rete nazifascista continentale, ma pienamente nelle mani “sapienti” dei servizi segreti di più paesi dell’Unione Europea; il suo ruolo è ancillare rispetto alle “operazioni di intelligence” più diverse.
Non si tratta insomma di fascistelli utopisti preoccupati dalla complottistica “politica di sostituzione” (migranti neri-neri al posto dei “bianchi europei”), ma di assassini professionisti con il doppio stipendio: quello delle società private e quello dei servizi segreti statali. Nella storia italiana, non è nulla di nuovo. La stessa merda è venuta fuori, sempre identica (o “identitaria”?), ogni volta che si è scavato dietro la strategia della tensione, le stragi di Stato, le infiltrazioni nei movimenti, la diffusione delle droghe pesanti (“Operazione Blue Moon”), ecc. Certo, ora appare tutto un po’ più “professionale” e apertamente autorizzato. Si vede che è arrivato il Pd al potere… Che potenza di “cambiamento”…
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Caos Mediterraneo: le manovre occulte di Defend Europe sull’indagine Iuventa
Un link lega l’indagine sulla nave Iuventa con l’operazione della destra europea “Defend Europe”. E’ il contatto tra la società di sicurezza privata Imi Security Service di Cristian Ricci – ovvero il gruppo di contractor che ha denunciato le “anomalie” della nave Iuventa, facendo aprire il fascicolo della Procura di Trapani – con l’ex ufficiale della Marina militare Gian Marco Concas, uno dei portavoce di Generazione identitaria. Esperto di navigazione e skipper, Concas è stato definito come il “direttore tecnico” dell’operazione navale della rete europea anti migranti, che in queste ora sta muovendo la C-Star nella zona Search and Rescue (Ricerca e Salvataggio) davanti alle acque libiche. E’ apparso in un video della fine di luglio leggendo un comunicato ufficiale di Generazione identitaria, dove l’organizzazione si rivolgeva – con tono di scherno – alle associazioni antirazziste, all’Arci e alla redazione di Famiglia cristiana. Il nome di Concas è inserito nel gruppo social ufficiale della società che nell’ottobre dello scorso anno inviò prima all’Aise (servizio segreto militare) e poi alla squadra mobile di Trapani la segnalazione sui movimenti “sospetti” della nave dell’Ong tedesca, sequestrata lo scorso 2 agosto dal Gip di Trapani. Il gruppo non è aperto al pubblico, è collegato al sito web ufficiale della Imi e prevede l’approvazione della richiesta di iscrizione da parte degli amministratori. L’elenco degli iscritti è invece liberamente consultabile, e composto da diversi contractor, molti dei quali con esperienze militari attive nel curriculum. In sostanza si tratta dello stesso contesto di provenienza della società di mercenari inglese che ha fornito a Generazione identitaria la nave C-Star, ora in arrivo sulle coste libiche.
Il ruolo della Imi nell’inchiesta di Trapani
Il Gip di Trapani, nel ricostruire l’origine dell’inchiesta sulla nave dell’Ong tedesca Jugend Rettet, riporta il contenuto delle dichiarazioni di due contractor legati alla società Imi: “In particolare, Montanino Lucio e Gallo Pietro, operatori a bordo della motonave “VOS HESTIA” (appartenente alla ONG “Save the Children”) assunti temporaneamente quali dipendenti dell’agenzia “IMI Security Service” e le cui dichiarazioni hanno dato origine al presente procedimento penale…”. Sono loro che per primi segnalano “talune anomalie del servizio di search and rescue svolto ad opera della “IUVENTA” riguardante le fasi decisive del soccorso in mare, spesso effettuate proprio a ridosso delle coste libiche”. Lo fanno nel corso di un interrogatorio il 14 ottobre dello scorso anno. Da quel momento la Procura di Trapani inizia ad indagare sulla Iuventa. In realtà la prima segnalazione i due contractor la inviano ai servizi di sicurezza italiani: “Durante un soccorso datato 10 settembre 2016 abbiamo inoltre notato che (…) si allontanava un gommone, dirigendosi verso le coste libiche con a bordo solo due uomini. (…) Di questa circostanza redigevamo una relazione che inviavamo all’Aise (il servizio segreto competente per il territorio estero, ndr)”. Dopo il primo interrogatorio i magistrati di Trapani decidono di intercettare i telefoni dei due contractor e del titolare della Imi Cristian Ricci. Quest’ultimo in una intercettazione del 27 febbraio scorso mostra di conoscere alcuni dettagli dell’inchiesta in corso: “Sì, ho visto che c’è un procedimento, una specie di reato aperto, ho visto anche chi è il procuratore”. Risponde Gallo: “Sì, sì, è un’indagine internazionale, non è soltanto localizzata”.
La strana intelligence di Defend Europe
Quello che oggi sorprende è la convergenza tra quella prima denuncia e il piano di azione di Generazione identitaria. Sul profilo Facebook del gruppo il 3 agosto è stato pubblicato un post, mentre sulle pagine di tutti i giornali scoppiava mediaticamente l’inchiesta di Trapani: “Il lavoro di intelligence di Gian Marco Concas, capitano di #DefendEurope, sull’operato delle #ONG comincia a dare i suoi frutti”, scrivono gli attivisti della estrema destra europea. “La C-Star deve ancora arrivare alla meta, ma abbiamo già colto la Open Arms e la Golfo Azzurro con le mani nel sacco mentre operano nelle acque territoriali libiche, come ben evidenziato dai dati distanziometrici”. Al post sono allegati due screenshot che risalgono alla fine di luglio; uno in particolare ha aspetti curiosi, se non inquietanti. Mostra il tracciato su carte marittime della nave Open Arms, che arrivano fino a ridosso della costa libica. La data riportata è quella del 23 luglio scorso. Un tracciato molto simile – sempre relativo a una presunta presenza della nave della Ong Open arms davanti alla costa libica – era già stato pubblicato sull’account twitter dell’organizzazione con il 25 luglio. Quel dato era però falso, come ha raccontato Famiglia Cristiana che ha raccolto la testimonianza diretta di Marine Traffic, l’hub digitale che raccoglie e pubblica i dati di navigazione. Il trasponder della nave Open Arms era stato manipolato, hanno confermato i tecnici, da ignoti hacker. Alcuni esperti di sicurezza informatica consultati da Famiglia cristiana hanno spiegato che l’operazione è possibile e diffusa, soprattutto ai fini di frode delle assicurazioni. Non solo. Gli stessi esperti hanno spiegato come attraverso appositi software sia fattibile un attacco più sofisticato, in grado di sabotare i sistemi di navigazione di una nave a distanza, simulando una comunicazione radio da autorità marittime.

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