Lo stato di salute del giornalismo
italiano si può misurare da questa constatazione: la controinformazione la fa
ormai Famiglia Cristiana. Finito il tempo in cui
erano il manifesto o altri fogli della sinistra che era conflittuale,
per sapere due cose che nessun altro zerbino del potere osa scrivere bisogna
andare a rovistare in un settimanale in vendita nelle parrocchie…
Questa inchiesta di Andrea Palladino ci
dice alcune cose:
a) la magistratura di Trapani ha messo nel
mirino l’attività della nave Juventa – dell’associazione giovanile
tedesca Jugend Rettet – su denuncia di una società che si occupa di reclutare mercenari
(contractors, preferisce dire chi usa l’inglese per nascondere i
significati scabrosi); ossia ex militari che trovano economicamente più
vantaggioso sparare per conto del “capitale privato” piuttosto che per uno
Stato (democratico o meno, non fa differenza); questa società si chiama Imi
Security Service, è gestita da tale Cristian Ricci, e – come spiegano nella
loro autopresentazione è un “Centro di formazione Martime riconosciuto dal
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Sede Guardia Costiera
italiana, con Decreto n ° 1.164 su 02.11.2010 per la sicurezza marittima e dal
Ministero dell’Interno italiano per Port Security Guard. Dal 2010, il servizio
di sicurezza IMI ha lavorato nella scorta anti-pirateria nel Golfo di Aden e
nell’Oceano Indiano (e qui magari qualcuno può sospettare qualche legame
con la vicenda dei “due marò”, ndr). Il servizio di sicurezza IMI ha
aperto nel 2011 una succursale in Slovenia come società di sicurezza privata ed
è stata autorizzata dal ministro degli interni sloveno. Il Direttore del
Servizio di Sicurezza IMI è ex ufficiale della Guardia Costiera italiana e
adesso è membro del Comitato di Lavoro della Sicurezza Marittima di CoESS
(Confederazione dei Servizi Europei di Sicurezza) dove guida il programma di
lavoro per le misure di pirateria e di pirateria”. Insomma. sono pienamente
inseriti nell’establishment europeo, sono parte “operativa” della
tecno-burocrazia antidemocratica.
b) Appartengono alla Imi Security Service i due “agenti sotto
copertura” a bordo della nave della pseudo Ong “Save the Children”, che ha avuto come
scopo principale quello di pedinare la nave
tedesca, filmare il trasbordo di migranti e l’allontanamento degli scafisti;
tedesca, filmare il trasbordo di migranti e l’allontanamento degli scafisti;
c) Lavora sempre per la Imi Security Service
l’ex ufficiale della Marina Militare italiana Gian Marco Concas, portavoce
dell’organizzazione nazifascista “Generazione identitaria”, costola italiana
della rete europea Defend Europe, diventata famosa per essersi coperta di
vergogna (aveva annunciato l’invio di una nave nel Mediterraneo per arrestare
“l’invasione” dei migranti, ma era stata fermata prima a Suez e poi a Cipro,
con il comandante e altri membri dell’organizzazione denunciati per “traffico
di esseri umani”, in quanto l’equipaggio era formato da asiatici che avevano
pagato 10.000 dollari a testa per essere portati in Italia); viste le sue
compotenze, il Concas è considerato il “direttore tecnico” dell’”operazione
navale” fascista finita in merda. Nonostante tutto, la loro nave – la C-Star –
è ora al largo delle coste libiche, presumibilmente il appoggio “privato” alla
“guerra statale” che il governo Gentiloni ha appena deliberato.
d) la “denuncia” contro la Juventa avviene
in realtà in un secondo momento, perché la società di mercenariato avvisa mesi
prima i servizi segreti italiani (Aise), preparando tutto il materiale che poi
verrà girato alla Procura di Trapani perché emetta i mandati del caso (altro
che “coraggiosa inchiesta della magistratura”, vero mister Carlo Bonini?);
e) Defend Europe è sì una rete nazifascista
continentale, ma pienamente nelle mani “sapienti” dei servizi segreti di più
paesi dell’Unione Europea; il suo ruolo è ancillare rispetto alle “operazioni
di intelligence” più diverse.
Non si tratta insomma di fascistelli
utopisti preoccupati dalla complottistica “politica di sostituzione” (migranti
neri-neri al posto dei “bianchi europei”), ma di assassini professionisti con
il doppio stipendio: quello delle società private e quello dei servizi segreti
statali. Nella storia italiana, non è nulla di nuovo. La stessa merda è venuta
fuori, sempre identica (o “identitaria”?), ogni volta che si è scavato dietro
la strategia della tensione, le stragi di Stato, le infiltrazioni nei
movimenti, la diffusione delle droghe pesanti (“Operazione Blue Moon”), ecc.
Certo, ora appare tutto un po’ più “professionale” e apertamente autorizzato.
Si vede che è arrivato il Pd al potere… Che potenza di “cambiamento”…
*****
Caos Mediterraneo: le manovre occulte di Defend Europe sull’indagine
Iuventa
Un link lega l’indagine sulla nave Iuventa
con l’operazione della destra europea “Defend Europe”. E’ il contatto tra la
società di sicurezza privata Imi Security Service di Cristian Ricci –
ovvero il gruppo di contractor che ha denunciato le “anomalie” della nave Iuventa,
facendo aprire il fascicolo della Procura di Trapani – con l’ex ufficiale
della Marina militare Gian Marco Concas, uno dei portavoce di
Generazione identitaria. Esperto di navigazione e skipper, Concas è stato
definito come il “direttore tecnico” dell’operazione navale della rete europea
anti migranti, che in queste ora sta muovendo la C-Star nella zona Search
and Rescue (Ricerca e Salvataggio) davanti alle acque libiche. E’ apparso
in un video della fine di luglio leggendo un comunicato ufficiale di
Generazione identitaria, dove l’organizzazione si rivolgeva – con tono di
scherno – alle associazioni antirazziste, all’Arci e alla redazione di Famiglia
cristiana. Il nome di
Concas è inserito nel gruppo social ufficiale della società che nell’ottobre
dello scorso anno inviò prima all’Aise (servizio segreto militare) e poi alla
squadra mobile di Trapani la segnalazione sui movimenti “sospetti” della nave
dell’Ong tedesca, sequestrata lo scorso 2 agosto dal Gip di Trapani. Il gruppo
non è aperto al pubblico, è collegato al sito web ufficiale della Imi e prevede
l’approvazione della richiesta di iscrizione da parte degli amministratori.
L’elenco degli iscritti è invece liberamente consultabile, e composto da
diversi contractor, molti dei quali con esperienze militari attive nel
curriculum. In sostanza si tratta dello stesso contesto di provenienza della
società di mercenari inglese che ha fornito a Generazione identitaria la nave C-Star,
ora in arrivo sulle coste libiche.
Il ruolo della Imi nell’inchiesta di
Trapani
Il Gip di Trapani, nel ricostruire l’origine
dell’inchiesta sulla nave dell’Ong tedesca Jugend Rettet, riporta il contenuto
delle dichiarazioni di due contractor legati alla società Imi: “In particolare, Montanino Lucio e
Gallo Pietro, operatori a bordo della motonave “VOS HESTIA” (appartenente alla
ONG “Save the Children”) assunti temporaneamente quali dipendenti dell’agenzia “IMI
Security Service” e le cui dichiarazioni hanno dato origine al presente
procedimento penale…”. Sono loro che per primi segnalano “talune anomalie del
servizio di search and rescue svolto ad opera della “IUVENTA” riguardante
le fasi decisive del soccorso in mare, spesso effettuate proprio a ridosso
delle coste libiche”. Lo fanno nel corso di un interrogatorio il 14 ottobre
dello scorso anno. Da quel momento la Procura di Trapani inizia ad indagare
sulla Iuventa. In realtà la prima segnalazione i due contractor la inviano
ai servizi di sicurezza italiani: “Durante un soccorso datato 10 settembre
2016 abbiamo inoltre notato che (…) si allontanava un gommone, dirigendosi
verso le coste libiche con a bordo solo due uomini. (…) Di questa circostanza
redigevamo una relazione che inviavamo all’Aise (il servizio segreto competente
per il territorio estero, ndr)”. Dopo il primo interrogatorio i
magistrati di Trapani decidono di intercettare i telefoni dei due contractor e
del titolare della Imi Cristian Ricci. Quest’ultimo in una intercettazione del
27 febbraio scorso mostra di conoscere alcuni dettagli dell’inchiesta in corso:
“Sì, ho visto che c’è un procedimento, una specie di reato aperto, ho visto
anche chi è il procuratore”. Risponde Gallo: “Sì, sì, è un’indagine
internazionale, non è soltanto localizzata”.
La strana intelligence di Defend
Europe
Quello che oggi sorprende è la convergenza tra quella
prima denuncia e il piano di azione di Generazione identitaria. Sul profilo
Facebook del gruppo il 3 agosto è stato pubblicato un post, mentre sulle pagine
di tutti i giornali scoppiava mediaticamente l’inchiesta di Trapani: “Il lavoro
di intelligence di Gian Marco Concas, capitano di #DefendEurope, sull’operato
delle #ONG comincia a dare i suoi frutti”, scrivono gli attivisti della estrema
destra europea. “La C-Star deve ancora arrivare alla meta, ma abbiamo già colto
la Open Arms e la Golfo Azzurro con le mani nel sacco mentre operano nelle
acque territoriali libiche, come ben evidenziato dai dati distanziometrici”. Al
post sono allegati due screenshot che risalgono alla fine di luglio; uno in
particolare ha aspetti curiosi, se non inquietanti. Mostra il tracciato su
carte marittime della nave Open Arms, che arrivano fino a ridosso della costa
libica. La data riportata è quella del 23 luglio scorso. Un tracciato molto
simile – sempre relativo a una presunta presenza della nave della Ong Open arms
davanti alla costa libica – era già stato pubblicato sull’account twitter dell’organizzazione
con il 25 luglio. Quel dato era però falso, come ha raccontato Famiglia
Cristiana che ha raccolto la testimonianza diretta di Marine Traffic, l’hub
digitale che raccoglie e pubblica i dati di navigazione. Il trasponder della
nave Open Arms era stato manipolato, hanno confermato i tecnici, da ignoti
hacker. Alcuni esperti di sicurezza informatica consultati da Famiglia
cristiana hanno spiegato che l’operazione è possibile e diffusa,
soprattutto ai fini di frode delle assicurazioni. Non solo. Gli stessi esperti
hanno spiegato come attraverso appositi software sia fattibile un attacco più
sofisticato, in grado di sabotare i sistemi di navigazione di una nave a
distanza, simulando una comunicazione radio da autorità marittime.
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