Il ritorno
dell’apprendista: più 27% È confronto sulle agevolazioni
per le assunzioni dei giovani
per le assunzioni dei giovani
Giorgio Merletti (Confartigianato):
ripristinare la decontribuzione totale per le assunzioni degli apprendisti
nelle microimprese.
Rendere meno costose le assunzioni dei giovani, a partire
dalla prossima legge di Bilancio: su questa priorità tutti convergono. Governo
e rappresentanze delle imprese, piccole e grandi. Dalla Confindustria alle
associazioni dell’artigianato. Ma quali strumenti privilegiare per raggiungere
l’obiettivo? Quali contratti agevolare? Qui la partita si complica. E divergono
i punti di vista. Confartigianato ha incrociato i dati Istat con quelli
dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps. Obiettivo: analizzare
l’andamento del contratto di apprendistato. «Qualunque politica deve partire
dall’analisi della realtà. E la realtà ci dice che — una volta tolta la
decontribuzione sul contratto a tutele crescenti — l’apprendistato ha rialzato
la testa. Le assunzioni con questa formula sono aumentate del 27% nei primi
cinque mesi dell’anno. Crediamo che da qui sia necessario ripartire. Il
rilancio dell’occupazione dei giovani non può che valorizzare l’apprendistato»,
auspica il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti. In particolare,
secondo l’associazione degli artigiani, una strada sarebbe ripristinare la
decontribuzione totale per le assunzioni degli apprendisti che le imprese fino
a 9 dipendenti hanno avuto fino alla fine dell’anno scorso.
«Il sistema
produttivo sta affrontando la quarta rivoluzione industriale. Avere giovani che
iniziano a lavorare mentre stanno completando la formazione è funzionale a
questo cambiamento. Si stima che tra luglio e settembre di quest’anno le
imprese faranno 117 mila assunzioni 4.0. Di queste, il 12% con contratto
d’apprendistato. Bene: questa percentuale può crescere ancora in modo
rilevante», valuta Merletti. Le imprese lamentano una articolazione troppo
complessa del contratto di apprendistato: «C’è quello di primo livello e
quello professionalizzante. In più ogni Regione lo declina in modo diverso. Un
po’ di chiarezza aiuterebbe le imprese. La conferenza Stato-Regioni potrebbe
avere un ruolo in questa partita», aggiunge il presidente di Confartigianato.
In tutto questo, il governo sta ragionando su uno
sgravio contributivo triennale per le assunzioni dei giovani fino a 29 anni con
contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Si parla di dimezzare la quota dei
contributi. Quelli che l’impresa versa con il contratto di apprendistato
sarebbero comunque inferiori. «L’apprendistato resterebbe più vantaggioso e non
verrebbe spiazzato — fa notare Marco Leonardi, consigliere economico della
presidenza del Consiglio —. Nulla vieta che le imprese, in prospettiva,
assumano giovani apprendisti e poi li stabilizzino a tempo indeterminato
godendo degli sgravi contributivi». Altra partita riguarda l’apprendistato
di primo livello (per la verità sviluppato solo in alcune Regioni). Quello
che permette davvero l’abbinamento del lavoro alla formazione sui banchi di
scuola. «Nostra intenzione è rafforzare questa formula», dice Leonardi. Il
punto di riferimento resta l’apprendistato duale alla tedesca. La grande sfida
— tutt’altro che scontata — rimane la solita: far lavorare imprese e scuola
fianco a fianco.
11 agosto
2017 (modifica il 11 agosto 2017 | 22:19)
©
RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento