Eternit, alleggerita accusa a Schmidheiny: “Omicidio colposo, non volontario”. E torna il fantasma della prescrizione
Cassazione, nuova Procura di Torino post Guariniello, governo responsabili della giustizia negata e dell'ingiustizia conclamata.
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Il magistrato ha deciso di dividere i singoli casi tra i tribunali competenti territorialmente: “La maggior parte andrà a Vercelli, che è competente per l’area di Casale Monferrato, a Reggio Emilia per due casi di Rubiera e alcuni casi di Bagnoli a Napoli”, spiega Bruno Pesce, vicepresidente dell’Associazione familiari e vittime dell’amianto (Afeva) di Casale Monferrato, città in cui l’Eternit aveva il suo maggior stabilimento italiano. “Tre procure dovranno rimettersi al lavoro e richiedere al giudice competente l’eventuale rinvio a giudizio e il reato potrà essere riformulato di nuovo”, continua. Per l’esattezza 243 casi a Vercelli, otto a Napoli, due a Reggio Emilia e due resteranno a Torino, dove a giugno comincerà il processo. “Si ricomincia da ancora capo: vuol dire andare avanti negli anni con il rischio della prescrizione, anche se la nuova contestazione ci lascia un certo margine”, constata Pesce dopo questa decisione che riaccende la delusione della sentenza della Cassazione con cui si dichiarava prescritto il reato di disastro ambientale nel primo processo “Eternit”.
Anche per queste ragioni secondo Nicola Pondrano, ex operaio dell’Eternit e ora presidente del Fondo Amianto dell’Inail, “si apre una nuova stagione”. Dopo le delusioni della giustizia penale e della repressione “bisognerà riconsiderare la giustizia riparativa. La congruità di un risarcimento non offende la dignità della persona”, afferma. E un pensiero va al 2012, quando – sulle pressioni dei cittadini – l’amministrazione di Casale Monferrato rinunciò al risarcimento offerto da Schmidheiny, “l’offerta del diavolo”.Secondo l’ex procuratore Raffaele Guariniello, che con la sua impostazione del processo “Eternit” ed “Eternit bis” ha cercato (invano) di innovare la giurisprudenza sulle morti da lavoro, bisogna “avere una visione positiva” perché “i processi si faranno” e anche perché “l’Italia sarà l’unico Paese al mondo in cui Schmidheiny verrà portato in tribunale”. È soddisfatto soprattutto per un parere della Corte costituzionale, secondo la quale Schmidheiny può essere processato per ogni nuovo morto da mesotelioma provocato dagli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli: “Questo – ha precisato l’ex pm – vale per i casi del presente e di quelli che purtroppo ci saranno in futuro”.
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