lunedì 28 novembre 2016

pc 28 novembre - “Mettere in sicurezza” la legge di bilancio è la parola d’ordine dei padroni, per evitare “i rischi del dopo voto”

Insomma i padroni si sono convinti che il NO al referendum vincerà e quindi dicono al governo di correre ancora di più per approvare entro oggi, lunedì 28 novembre, la legge di bilancio.

Perché piace tanto ai padroni questa legge? Innanzi tutto per il quadro riassuntivo dei miliardi che vanno direttamente nelle loro tasche e poi perché: “Si può aggiungere - e non è cosa di poco conto - che le opposizioni hanno avuto un atteggiamento responsabile. Tutto questo” continua soddisfatto il quotidiano dei padroni “significa anche che la legge di bilancio è stata sottratta in queste settimane allo scontro politico mentre infuria una durissima campagna elettorale sul referendum costituzionale senza esclusione di colpi bassi.” 

Ma sì! Che si scannino pure a chiacchiere pubblicamente nei talk show i politicanti di turno, per i padroni è fondamentale “mettere in sicurezza” i loro soldi e soprattutto con l’aiuto della cosiddetta opposizione che quando ci vuole sa essere “responsabile”!


Manovra da mettere in sicurezza
 L'articolo del Sole 24 Ore del 26 novembre
di Giorgio Santilli


La legge di bilancio ha avuto la prima approvazione parlamentare ieri alla Camera e le modifiche apportate, per quanto numerose, sono state di portata marginale rispetto all’impianto del governo. Gli aspetti più importanti e qualificanti della manovra - il piano «Industria 4.0» per favorire gli
investimenti del manifatturiero nella digitalizzazione, il rafforzamento del bonus fiscale per i premi di produttività aziendali, la riduzione dell’Ires, la sterilizzazione della clausola di salvaguardia dell’Iva, il rilancio degli investimenti pubblici - sono rimasti nella sostanza immutati e questo è certamente positivo. Il sostegno alla crescita degli investimenti privati e pubblici è il pilastro portante della manovra ed è la scelta di fondo, condivisibile, della politica economica in questa fase di crescita ancora debole. Sono aspetti positivi anche il riferimento a «Casa Italia» per la prevenzione sismica e il ricorso all’extradeficit che la commissione Ue ha messo sotto osservazione.
Miglioramenti di questo impianto sono sempre possibili, per esempio con il ripristino integrale del “bonus mobili” che traina un intero settore. Così come non è mancato, nel finale di partita, il solito rito delle micro-norme per distribuire piccoli stanziamenti. Né è mancato il peggioramento di qualche norma già sbagliata in partenza: il riferimento è, in particolare, all’ottava salvaguardia per gli esodati, allargata ad altre tremila unità, con un aggravio di 161 milioni che vanno ad aggiungersi al miliardo e mezzo di costo per il periodo 2017-2025. Non basta giustificare questa misura dicendo che vengono utilizzate risorse già stanziate e non spese per le precedenti salvaguardie.

Si tratta comunque di una maggior spesa sociale che va alla previdenza, in particolare per garantire un'uscita anticipata a categorie specifiche, quando in prospettiva ci sarà bisogno di nuove risorse per garantire spesa sociale destinata agli ammortizzatori sociali o alla lotta alla povertà. Tuttavia, possiamo dire che l'assalto alla diligenza non c'è stato o quanto meno è stato contenuto, che il governo e la sua maggioranza hanno tenuto bene al primo passaggio parlamentare, nonostante qualche screzio procedurale sull'applicazione della nuova legge di bilancio, che l'impianto fondamentale della manovra non ha subito colpi gravi. Si può aggiungere - e non è cosa di poco conto - che le opposizioni hanno avuto un atteggiamento responsabile. Tutto questo significa anche che la legge di bilancio è stata sottratta in queste settimane allo scontro politico mentre infuria una durissima campagna elettorale sul referendum costituzionale senza esclusione di colpi bassi.
C'è da augurarsi che le forze politiche facciano la stessa scelta responsabile nel passaggio al Senato. Tanto più questo è necessario in quanto l'esame a Palazzo Madama è calendarizzato subito dopo il referendum e rischia di pagare l'esito della votazione. In caso di vittoria del sì, la rapida approvazione della legge di bilancio sarebbe una scelta naturale per il governo Renzi e si tratterebbe solo di chiudere la porta ad altre tentazioni di allargamento del capitolo sociale e pensionistico presente in manovra. Potrebbe esserci qualche ulteriore richiamo da Bruxelles, ma c'è da aspettarsi che quel discorso “correttivo”, se necessario e comunque limitato, possa essere eventualmente ripreso con l'anno nuovo, una volta blindata e portata al traguardo questa manovra. In caso di vittoria del no, lo scenario politico si complicherebbe e tanto più sarebbe necessario continuare a tenere fuori la legge di bilancio dallo scontro politico.
Per farlo servirebbe una rapidissima approvazione della manovra al Senato e la sua definitiva messa in sicurezza, prima o durante il chiarimento politico, con un accordo il più ampio possibile fra le forze politiche. Una corsia preferenziale che consenta di chiudere subito la partita della manovra. In questo modo si manderebbe un segnale di responsabilità ai mercati, che potrebbero vivere giorni di tensione anche alta, e si eviterebbe il rischio gravissimo di un esercizio provvisorio di bilancio. A un'approvazione rapida della legge di bilancio sarebbe certamente interessato in ogni caso anche il Quirinale. Soprattutto, sarebbe una scelta fatta nell'interesse del Paese e della nostra economia che ha bisogno, comunque, dal 1° gennaio di mettere in pratica tutte quelle misure di stimolo che la legge di bilancio contiene. A partire dagli investimenti che a oggi sono la strada maestra per far ripartire il Pil. E il Pil è di tutti, non di qualche forza politica.

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