Contro
tutte le violenze di
padroni, governo,
Stato,
uomini che odiano le donne
le donne
proletarie chiamano allo sciopero delle donne!
Ieri
lavoratrici, precarie, disoccupate, immigrate, di varie città, dal
sud al nord, in nome di tutte le donne più sfruttate, oppresse da
questo sistema sociale, hanno fatto una manifestazione
in piazza Montecitorio combattiva e vivace, piena di interventi,
denunce, piena delle loro esperienze di lotta.
Affermando
che “Noi donne proletarie siamo contro tutte le violenze, e la
prima violenza è quella sistemica di padroni, governo, Stato
capitalista, imperialista che alimenta e produce le orribili stupri e
femminicidi”, abbiamo assediato il palazzo del parlamento,
rappresentativo di tutti i Palazzi del potere, e abbiamo detto
“Basta! Non ci fermeremo! Noi lottiamo e lotteremo fino in fondo
per mettere fine a questo orrore senza fine”. E' questo
sistema capitalista che va rovesciato, dalla terra al cielo, e come
donne dobbiamo rompere non una ma mille catene perchè tutta la
nostra vita deve cambiare, perchè non ci sia oppressione, doppio
sfruttamento delle donne, violenze sessuali.
Ieri
abbiamo fatto anche altro. Abbiamo sintetizzato tutte le istanze che
vengono dalle nostre lotte in una piattaforma,
in un “quaderno” in
cui abbiamo raccontato, raccolto le nostre condizioni di lavoro/non
lavoro, di vita, tutti gli attacchi verso noi donne, dai
padroni grandi e piccoli sui posti di lavoro, dai governi di questi
anni che con le loro leggi hanno peggiorato la condizione della
maggioranza delle donne sui posti di lavoro, nei quartieri, nelle
case, tagliando spese e servizi sociali essenziali - dagli asili alle
pensioni, ai diritti alla loro salute sul territorio, pensiamo alle
donne dei quartieri di Taranto e delle città inquinate, mentre
riprendono attacchi al diritto di aborto e attacchi razzisti che
colpiscono due volte le nostre sorelle immigrate.
Questa
Piattaforma/quaderno l'abbiamo
portata come sfida ai Palazzi. Ieri questo ha prodotto due primi
incontri, in parlamento e col ministero del lavoro, risultato solo
della forza delle nostre lotte.
Ma
in questi incontri, dove “rompendo le loro regole” siamo andate
in ampie delegazioni, e tante lavoratrici disoccupate hanno fatto
duri interventi, abbiamo detto che noi donne non vogliamo sentire le
loro parole ipocrite, siamo noi donne che vogliamo parlare e
pretendere risposte ai nostri bi/sogni, porre le nostre condizioni. E
la loro mancata risposta o falsa risposta sarà anche la ragione
dell'innalzamento, indurimento della nostra lotta.
Ai
giornali abbiamo detto: non “parlate su di noi” una volta
all'anno, con grigie statistiche o articoli scoop che ci offendono,
ma “parlate con
noi!”! E
a dimostrazione che la maggiorparte di essi sono contro le donne,
ieri “Il Messaggero”, dove era andata una delegazione di
lavoratrici per parlare, ha chiamato la polizia, venuta in forza con
uomini e camionette, per impedirci di entrare.
Oggi siamo qui con tutte le
donne alla manifestazione nazionale per dire:
E
ora lo sciopero delle donne! Come
in Argentina, in Polonia, in Francia...
Nel
nostro paese lo sciopero delle donne è già cominciato:
20mila donne, lavoratrici, precarie, disoccupate, immigrate, hanno
partecipato finora, nel novembre 2013 e quest'anno, allo sciopero
indetto dal Movimento femminista proletario rivoluzionario.
Lo
sciopero delle donne è una forte arma di lotta. E' lo
sciopero delle donne che fa paura a padroni, governi, sindacati
collaborazionisti, agli uomini!
Oggi
le donne proletarie che hanno acceso in Italia questa “scintilla”
e hanno lanciato un messaggio anche in altri paesi, chiamano tutto il
movimento delle donne a prenderla in mano.
Grandi
manifestazioni di donne, come questa, non bastano per cambiare i
rapporti di forza tra i nostri veri nemici e la maggioranza di noi
donne, se non sono all'interno di un percorso di lotta continua
contro l'intero sistema sociale, i padroni, il governo, lo Stato, i
loro maschi fascisti, sessisti, razzisti.
Lo
sciopero delle donne, l'autorganizzazione del femminismo proletario
sono le tappe attuali del percorso della nostra liberazione, che deve
essere rivoluzionario.
Perchè senza
rivoluzione non c'è liberazione!
26.11.16
Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario
mfpr.naz@gmail.com
-3475301704 – leggi il blog femminismorivoluzionario
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