Da mesi stiamo sostenendo una dura vertenza con 200 lavoratori, nostri iscritti, delle piattaforme logistiche, i facchini, per le condizioni di lavoro, per il reintegro dei licenziati, per i diritti.
Una vertenza che potrebbe apparire come tante altre. Di fronte invece abbiamo un mondo senza regole, quello delle cooperative, reso possibile da norme e contratti che danno carta bianca alle cooperative.
Questo si traduce in una violazione costante dei diritti dei lavoratori ricattati per ottenere la totale subordinazione e ritmi di lavoro molto elevati che consumano il lavoratore.
Totale subordinazione vuol dire che oltre alle dure condizioni di lavoro, c'è la privazione delle libertà personali, una violazione dei diritti umani per questi lavoratori, intrappolati in questo sistema delle cooperative che li gestisce a chiamata nell'arco delle 24 ore, pretendendo la completa ubbidienza e la subordinazione totale di ogni impegno alle richieste delle cooperative.
Per chi non si adegua ci sono le punizioni, un vero e proprio sistema analogo alle punizioni corporali medioevali, fatte da riduzioni dell'orario di lavoro, giorni di riposo forzati con conseguente riduzione della paga, spostamenti in sedi disagiate...
E' un sistema adottato in generale per ottenere massima flessibilità e mobilità tra i vari appalti e ritmi di lavoro elevatissimi.
E' un sistema, che per le gravi lacune di norme e contratti e l'assenza di fatto di controlli può essere usato discrezionalmente e trasformarsi in uno strumento di coercizione, contro chi chiede rispetto e diritti.
E' un sistema che in questo momento stanno usando massicciamente contro i lavoratori iscritti al nostro sindacato.
I lavoratori si sono iscritti al sindacato per conquistare condizioni di lavoro umane, oggi si spaccano schiena e braccia. Si sono iscritti per avere una busta paga dignitosa, oggi per loro il massimo della concessione è fare 10/12 ore e anche più a volte, per integrare i bassi
salari.
In queste cooperative decurtati anche da un'indegna tassa di 240 euro al mese applicata dalle cooperative stesse per fare cassa - voci chiamate anche "quota sociale"... , definizione altisonante, ma totalmente ingiustificata.
Per fare alcuni esempi: un gruppetto di lavoratori nel magazzino di Calcinate sono dal giorno della loro iscrizione al sindacato, lasciati a 3/4 ore di lavoro al giorno, e non tutti i giorni. Li stanno prendendo per fame, non riescono più a sfamare i figli, moglie, pagare l'affitto...
Altri nel magazzino di Brignano vengono colpiti con questa forma arbitraria, non prevista da alcun contratto, e allontanati a metà del turno di lavoro, colpendoli economicamente e umiliandoli. Un caso portato anche all'ispettorato del lavoro fin'ora senza risultati.
Altri 40 dal magazzino di Basiano dopo l'iscrizione sono stati tutti trasferiti
E' possibile che dentro le mura delle piattaforme logistiche possa continuare a proliferare un mondo a sè, una sorta di far west, dove le cooperative si fanno legge da sole, e quando i lavoratori protestano con forme combattive prontamente arrivano le denunce?
Come quelle che in gran numero stanno arrivando anche qui da polizia e carabinieri.
E' possibile che 200 lavoratori che chiedono diritti non abbiano voce, e in generale ci si accorga di loro, solo quando c'è il morto, come accaduto a settembre a Piacenza alla gls?
Questa situazione, certamente non unica, però ha alcune caratteristiche proprie, un grande gruppo di lavoratori, che lotta da mesi, disponibile a raccontarsi e mostrare le condizioni quotidiane nei magazzini.
Un grosso consorzio di cooperative, che dispone di forza notevole da usare contro le rivendicazioni dei lavoratori. hanno 900 soci lavoratori, divisi in diversi appalti, e 7 cooperative, che spostano discrezionalmente ogni giorno...
Solo a settembre nel magazzino di Brignano entravano almeno 50 lavoratori in più pronti a sostituire quelli che avrebbero scioperato.
Un grande società, con una grande forza, un osso duro sindacalmente parlando, condizioni che però rendono tutte le loro azioni molto evidenti quasi trasparenti.
Fino a farle diventare un esempio lampante di quel sistema 'delle cooperative' che continua ad operare nel chiuso dei magazzini, che noi chiediamo venga portato allo scoperto.
Un sistema che si alimenta al 90% di immigrati. questi lavoratori sono paradossalmente una sorta di proiezione dei profughi. scacciati senza più nulla, arrivano in paesi dove possono lavorare solo se rinunciano ai diritti...
Per chiudere, in questi giorni, sta prendendo corpo l'ipotesi che il magazzino di Brignano venga abbandonato, dirottando le merci nella piattaforma di Calcinate, un colpo finale, con i 200/300 lavoratori a rischio perchè in caso di cambio appalto non hanno alcun diritto previsto dal contratto sulla conservazione del posto di lavoro.
per lo slai cobas sc
sergio caprini - 3407226074
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