Ciao Alfredo
Ci hai lasciato in una piovosa e grigia giornata di
novembre, quasi in silenzio, dopo una vita spesa a lottare contro le
ingiustizie, sempre in prima fila a ricordarci che non c’è spazio per la
rassegnazione.
Vogliamo ricordarti così, sempre disponibile al
dialogo, attento e interessato a tutto quello che si
muoveva socialmente.
muoveva socialmente.
Dalle lotte in fabbrica all’Alfa di Arese alla
battaglia sui tetti del Leoncavallo, sei stato un simbolo di quegli anni ’70
milanesi che raccontano uno storia molto diversa di questa città sempre meno
solidale e sempre più disumana.
Negli anni ’90 sei poi sempre stato legato alla
battaglia dei centri sociali e alla rivendicazione di spazi autogestiti per i
giovani, battaglie per cui hai pagato un duro prezzo con la giustizia, che non
ha mai perdonato chi si ribella al potere costituito.
Insieme a noi hai dato vita al progetto
dell’Ambulatorio Medico Popolare e poi al Telefono Viola contro gli abusi
psichiatrici.
Così non è mancato il tuo impegno nelle battaglie
contro le nocività, dai campeggi contro il nucleare alla battaglia contro la
devastazione di EXPO e al sostegno alla lotta NOTAV.
Infine il tuo impegno assiduo per garantire condizioni
di sicurezza nell’azienda in cui lavoravi. Ci mancherai per la tua infinita
umanità, per la tua radicale indisponibilità ai compromessi, per la tua voglia
di costruire una società diversa non a misura di profitto.
Le compagne e i compagni di Milano
Anche come
redazione di Infoaut e compagni e compagne di Torino vogliamo ricordare Alfredo,
con affetto, con rabbia, con i nostri pugni chiusi al cielo!
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