La
scintilla dello sciopero delle donne, iniziata in Italia, oggi si accende e si estende anche in altri
paesi. Dalla Polonia, all'Argentina, alla Francia viene un segnale forte di come
lo sciopero delle donne può e deve essere un'arma reale e affilata nella lotta contro i padroni, i
governi, lo Stato che al servizio del sistema capitalista e imperialista pone
l'oppressione e la subalternità delle donne come una delle sue basi principali…
Scrivevano le compagne del Mfpr a proposito dello sciopero
delle donne che come lavoratrici, precarie... abbiamo fatto in diverse città dal
Nord al Sud
"Uno sciopero delle lavoratrici, ma che è più giusto
chiamare "SCIOPERO DELLE DONNE", perché ha al centro le lavoratrici, ma chiama
alla lotta tutte le donne. Uno SCIOPERO TOTALE, contro il lavoro
sfruttato e oppressivo, contro il lavoro negato alle donne e contro il doppio
lavoro, uno sciopero di tutte le donne contro l'insieme degli attacchi che
padroni, governo, Stato, Chiesa portano avanti. Uno SCIOPERO che
intreccia e trova le sue ragioni nella condizione di CLASSE E DI GENERE.
Per le donne ogni attacco alle condizioni di lavoro e di
vita significa più oppressione, più subordinazione, più attacchi ideologici, più
legittimazione di un clima generale da moderno medioevo - vera fonte delle
violenze sessuali; ogni attacco aumenta la condizione di oppressione familiare,
in una famiglia che diventa sempre più sia il più grande “ammortizzatore
sociale” per il sistema capitalista soprattutto nella fase di crisi, ma anche
strumento di controllo, normatività.
Ogni peggioramento della condizione delle donne, quindi,
non è solo materiale ma anche ideologico, mira a riaffermare costantemente la
posizione di "debolezza" e subalternità delle donne in questa società
capitalista...
Uno “sciopero delle donne” non solo economico/sindacale,
ma che, sia pur partendo dalle ragioni concrete di attacco e ponendo delle
concrete rivendicazioni, è espressione e si carica della condizione generale
delle donne. Senza questo tipo di sciopero delle donne, le donne sono invisibili
in quanto classe e genere, e non possono imporre il loro punto di vista.
Uno SCIOPERO DELLE DONNE è una novità controcorrente, una
rottura inaspettata...Lo sciopero delle donne pone il problema più generale di
una società diversa, di rapporti sociali diversi, dei rapporti uomo-donna
diversi e questo lo devono capire anche i lavoratori maschi..."
Oggi 25
novembre, giornata
internazionale contro la violenza sulle donne, nella
manifestazione nazionale a Roma delle lavoratrici, precarie, disoccupate diciamo che la strada dello sciopero delle donne deve continuare perche'
"... vogliamo
unirci ad altre lavoratrici, operaie, precarie, disoccupate, migranti che
lottano nel nostro paese, dobbiamo far confluire le varie proteste ed esperienze
specifiche in un’unica voce, in un’unica denuncia, in un’unica lotta. E questo è
cominciato ad avvenire con 'due scioperi delle donne': il 25 novembre 2013 con
la partecipazione di circa 20.000 donne e ancora tante donne hanno partecipato
l'8 marzo...Prendiamo
la lotta e la vita nelle nostre mani!!..." (dall'appello delle precarie di
Palermo)
Che da
questo 25 novembre si possa avanzare lungo la strada che porti ad una nuova
scintilla dello sciopero delle donne perchè la nostra vita deve davvero
cambiare!
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