Le 16 cantanti, star della musica leggera, di Amiche in Arena - da Mannoia a Bertè e da Patty Pravo a Gianna Nannini e le altre - hanno finanziato 15 centri antiviolenza della rete DiRe... Mobilitate anche campionesse olimpioniche e calciatrici famose.
La manifestazione nazionale contro il femminicidio e per l'autodeterminazione delle donne del prossimo sabato a Roma... sta diventando un evento culturale di massa, non populista ma sicuramente pop...
Un pezzo importante di questo movimento femminista caleidoscopico è portato dalla musica. Le 16 cantanti e cantautrici riunite nel gruppo «Amiche in Arena», nato dalla collaborazione tra Loredana Berté e Fiorella Mannoia (da Nada Malanima a Gianna Nanninini e Patty Pravo, passando dai più bei nomi della musica pop italiana) hanno appena pubblicato il cd del loro concertone di settembre a Verona. Tutti i proventi vengono devoluti ai 77 centri antiviolenza della rete DiRe e i primi 150 mila euro già raccolti con i biglietti staccati all'Arena serviranno a far vivere 15 centri antiviolenza. e. Sul sito di «Non Una di Meno», come si usa ormai, si trovano mappe, gif animate, un cartone animato e vari video... "
DAL COMUNICATO DEL MFPR
Il 25 novembre lavoratrici, precarie, disoccupate, migranti, braccianti, dal sud al nord, saranno a Roma in piazza Montecitorio dalle ore 9,30, per assediare i Palazzi del potere, il parlamento, il Ministero del lavoro, per lottare contro tutte le violenze dei padroni, dello Stato, del governo, degli uomini che odiano le donne; perchè la violenza contro noi donne è sistemica ed è questo sistema capitalista che va rovesciato, dalla terra al cielo, perchè come donne dobbiamo rompere non una ma mille catene e tutta la nostra vita deve cambiare.
INVITIAMO TUTTE AD ESSERCI IL 25
IN PIAZZA MONTECITORIO, ogni realtà delle donne porti le sue
"bandiere", i suoi simboli, la sua esperienza e realtà, perchè
l'unità delle lavoratrici è una forza poderosa. Noi non vogliamo
solo le bandiere nere, grigie, sporche delle donne istituzionali,
dei partiti che nel governo e in parlamento sono responsabili
della nostra condizione di sfruttate e oppresse.
Il 26 novembre le lavoratrici, rappresentanze delle donne proletarie saranno alla manifestazione "nonunadimeno" per portare questa battaglia.
Secondo, le promotrici di "nonunadimeno" nascondono la verità: tutti questi anni hanno dimostrato il contrario di quello che affermano: i centri antiviolenza, un movimento, purtroppo una tantum, delle donne che chiede agli stessi responsabili delle nostre morti (governi, parlamento, ecc.) cambiamenti, interventi, non ha cambiato di un ette la situazione; anzi essa è nettamente peggiorata, e gli "interventi" si sono fatti beffe anche dei centri che si occupano delle donne.
Il 26 novembre le lavoratrici, rappresentanze delle donne proletarie saranno alla manifestazione "nonunadimeno" per portare questa battaglia.
Ma
diciamo qualcos'altro.
Le promotrici della manifestazione del 26 novembre parlano solo di manifestazione contro la violenza maschile sulle donne e scrivono che essa "può essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale, come ci hanno insegnato l’esperienza e la pratica del movimento delle donne e dei Centri Antiviolenza".
Le promotrici della manifestazione del 26 novembre parlano solo di manifestazione contro la violenza maschile sulle donne e scrivono che essa "può essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale, come ci hanno insegnato l’esperienza e la pratica del movimento delle donne e dei Centri Antiviolenza".
Questo
è vedere l'albero e non la foresta. Sappiamo bene, sulla
nostra pelle, che la violenza
maschile è interna, frutto e
solo parte di una violenza generale, che quindi non può essere
"affrontata" ma solo combattuta, combattendo questo sistema
borghese che ogni giorno la genera. Secondo, le promotrici di "nonunadimeno" nascondono la verità: tutti questi anni hanno dimostrato il contrario di quello che affermano: i centri antiviolenza, un movimento, purtroppo una tantum, delle donne che chiede agli stessi responsabili delle nostre morti (governi, parlamento, ecc.) cambiamenti, interventi, non ha cambiato di un ette la situazione; anzi essa è nettamente peggiorata, e gli "interventi" si sono fatti beffe anche dei centri che si occupano delle donne.
"Nonunadimeno"
citano le donne in sciopero della Polonia, dell'Argentina, e
ora anche le lavoratrici del nord europa, ma non vogliono
imparare niente da queste: è lo sciopero delle donne - che
l'mfpr in Italia ha attuato e praticato per ben due volte a
livello nazionale - che fa paura a padroni, governi, uomini.
E' la ribellione contro l'intero sistema, la costruzione nella
lotta di una forza poderosa per la rivoluzione che può essere
pericolosa per questo Stato borghese e come effetto può anche
strappare dei risultati immediati.
Le
promotrici della manifestazione del 26 novembre dicono che
"non saranno accettati all’interno del corteo bandiere,
slogan, striscioni istituzionali di organizzazioni di partito
e sindacali". Ma non devono esserci neanche donne
istituzionali, parlamentari, sindacaliste che "senza bandiera"
si infiltrano nella manifestazione.
Non vogliamo una Reggio Calabria (con la Boldrini, Boschi, Lorenzin...). Vogliamo invece lo spirito e la pratica della grande manifestazione delle donne del 2007 che cacciò dal corteo e dal palco queste infiltrate.
Non vogliamo una Reggio Calabria (con la Boldrini, Boschi, Lorenzin...). Vogliamo invece lo spirito e la pratica della grande manifestazione delle donne del 2007 che cacciò dal corteo e dal palco queste infiltrate.
Per
tutto questo le donne proletarie, le lavoratrici, le precarie
non possono semplicemente accodarsi alle posizioni, concezioni
perdenti del femminismo piccolo e medio borghese.
Dobbiamo portare avanti la nostra lotta generale, il 25 novembre e tutti i giorni, e portare le nostre parole d'ordine nella manifestazione del 26.
Dobbiamo portare avanti la nostra lotta generale, il 25 novembre e tutti i giorni, e portare le nostre parole d'ordine nella manifestazione del 26.
MFPR
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