Il governo Renzi, mentre dà sempre più soldi, in varie forme, ai padroni, attraverso detassazione, decontribuzione, sostegni finanziari, ecc., ai lavoratori, ai disoccupati, invece, riserva provvedimenti solo di tagli salariali, e peggioramenti, che avranno un effetto di pesante ricaduta nelle condizioni di vita, ma che si accompagnano anche ad un aspetto di vessazione.
Da gennaio 2017 viene abolita l’indennità di mobilità e la cassa integrazione in deroga. Sostituite con la Naspi nei licenziamenti collettivi e con l’assegno di ricollocazione.
"Da gennaio - spiega il Sole 24 ore - per chi sarà coinvolto da un licenziamento collettivo si aprirà il paracadute della Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego introdotta a maggio 2015, che diventerà il sostegno universale in caso di disoccupazione, visto che con il 2016 esce di scena anche l’indennità speciale edile. La platea dei potenziali interessati – prendendo a riferimento l’ultimo dato Inps sulle nuove prestazioni di mobilità ordinaria riferito al 2015 – è di circa 60mila lavoratori".
MA CHE COMPORTA PER I LAVORATORI LICENZIATI IN TERMINI DI REDDITO:
"Naspi e mobilità a confronto - Mobilità e Naspi si differenziano per sistema di calcolo e durata. La prima equivale al 100% dell’assegno di Cig straordinaria percepito o che sarebbe spettato nel periodo precedente il licenziamento (80% dello stipendio), importo che scende all’80% dopo 12 mesi. La seconda, invece, è il 75% della retribuzione: se questa supera 1.195 euro mensili (rivalutati annualmente), l’indennità è aumentata del 25% della quota eccedente il tetto. Per la Naspi è previsto un décalage del 3% a partire dal quarto mese. Per entrambi i sussidi ci sono dei massimali. La mobilità nel 2016 ha durate variabili in base a età e area geografica: dai 12 mesi per un under 50 al Centro-Nord ai 24 mesi per un over 50 al Sud. La Naspi spetta invece per la metà del numero di settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni, fino a un massimo di 24 mesi... (un) lavoratore – residente al Sud – nel 2016 avrebbe diritto a un’indennità di mobilità per 24 mesi e un totale di 24.400 euro, nel 2017 invece avrebbe lo stesso assegno Naspi per 24 mesi e 21.850 euro complessivi.".
Quindi, per la maggioranza dei lavoratori licenziati significa meno soldi e per un periodo più breve.
UGUALMENTE NERA E' LA PROSPETTIVA PER I LAVORATORI IN CIG IN DEROGA.
"Cig in deroga a fine corsa - Passando alle tutele “in costanza di rapporto di lavoro”, la cassa integrazione in deroga, che per quasi dieci anni ha funzionato come paracadute per gli esclusi dal perimetro di Cigo e Cigs, a dicembre arriverà a fine corsa".
In concreto questo vorrà dire che tantissimi lavoratori e soprattutto lavoratrici, dei servizi, o basti pensare alle migliaia delle pulizie nelle scuole, ecc., avranno di fronte solo due prospettive: o licenziamento, perchè la ditta senza la Cig in deroga non avrà più interesse a mantenere il servizio; o una drastica riduzione dello stipendio.
PER I DISOCCUPATI L'INDENNITA' DIVENTA UN VERO E PROPRIO RICATTO.
"...Sul versante delle politiche dovrebbe andare a regime nel 2017, l’assegno di ricollocazione, un voucher spendibile in servizi per ritrovare un impiego, il primo passo per legare a doppio filo il sussidio monetario alle politiche attive. Non ne beneficeranno tutti: nella fase sperimentale (che ha un bugdet di 32 milioni) ci sarà un’estrazione che premierà tra i 10mila e i 20mila disoccupati. Per partecipare bisognerà iscriversi al “portale unico registrazione persone in cerca di lavoro”, in fase di avvio, e comunicare di essere disoccupati e disponibili a un lavoro e alle iniziative dei servizi per l’impiego".
Cosa significa tutto questo, in termini di ricatto, vessazione, umiliazione per i disoccupati che saranno costretti in questa "trappola burocratica e inutile" per avere l'assegno, col rischio comunque sempre di perderlo, vi consigliamo di andare a vedere il film realistico e disperante "Io, Daniel Blake" di Ken Loach.
Nessun commento:
Posta un commento