26 NOVEMBRE 2016 dalle 17.30
"Mostro, scrissero i giornali, e la sentenza: bandito. Poi
l'ergastolo e la cartella biografica su cui i carcerieri tutt'oggi scrivono:
sobillatore sovversivo rivoltoso nappista brigatista terrorista irrecuperabile.
Mi pareva di aver percorso tutto l'arco della trasgressione. Non è così. Di
recente hanno coniato un'altra categoria: irriducibile, e il carceriere ha dato
una triplice mandata al blindato della mia cella."
Gli anni nei quali è stato
scritto il testo dell'articolo 41bis dell'ordinamento penitenziario sono quelli
di confine tra l'"emergenza terrorismo" e l'"emergenza mafia - criminalità
organizzata". Si colloca
dunque tra quelle misure emergenziali - con conseguenti
etichettature e campagne mediatiche - di cui lo Stato si serve ciclicamente per
fare sviluppare ulteriori salti in avanti alla propria struttura repressiva e
più in generale a tutto l'apparato controrivoluzionario tramite meccanismi di
legittimazione del consenso con l'ottica, nell'attuale fase, di aumentare le
proprie capacità di gestione del potere in un contesto di crisi e guerra
permanente intriso da profonde contraddizioni.
Il tentativo di criminalizzare
le lotte, ovvero il tentativo di isolarle e ghettizzarle politicamente,
corrisponde strettamente alla criminalizzazione di quelle che sono le risposte
rispetto alle contraddizioni che si sviluppano nel sistema; chiunque non vada ad
accettare le gerarchie che dominano all'interno di questa società conosce bene
quali siano i meccanismi della cultura e del potere borghese, un potere che
riesce a collocare l'incompatibilità solo nella cornice della malattia, della
galera, del manicomio
.
Un potere che tenta di applicare a tutti gli ambiti
della società il meccanismo del "setaccio" con cui dividere, a seconda delle
compatibilità con il sistema capitalistico, i buoni dai cattivi, quelli che si
possono "recuperare" e quelli che si devono annientare; meccanismo ad uso e
consumo della controparte, applicato nel mondo del lavoro e nel territorio
attraverso una modulazione di interventi e misure repressive con la logica
dell'integrazione o dell'esclusione. Accettare i meccanismi divisori del potere,
non combattere contro l'isolamento politico e carcerario, sarebbe un errore
tanto quanto accettare lo sfruttamento e le sue gerarchie, tanto quanto la
rassegnazione e l'accettazione del male di questo Sistema.
Lottare contro la
repressione significa comprendere i meccanismi su cui essa fa leva per metterci
a tacere e isolarci, innescare divisioni e percorsi de-solidaristici, non
prestare il fianco alle divisioni tra buoni e cattivi ed alle dissociazioni che
sempre con più frequenza vediamo riaffiorare oggi.
41bis, AS, OPG, REMS,
Ergastolo ostativo o meno, CIE, differenziazione, sono per noi strumenti di
tortura, mezzi di coercizione e di pressione violenta. Riteniamo quindi che sia
importante coglierne lo sviluppo e ricostruire le forme che lo stato è in grado
di attuare nei confronti dei comportamenti incompatibili.
Perché la violenza
permanentemente esercitata dalla controparte non è riuscita né riuscirà a
separare i cuori di chi lotta contro un sistema fondato sul dominio e sullo
sfruttamento.
Dalle ore 17.30 iniziativa e dibattito su 41bis e
isolamento;
Presentazione del libro "Le cayenne italiane. Pianosa, Asinara:
il regime di 41bis"
Parteciperanno l'Associazione Liberarsi, Pagine Contro la
Tortura e familiari dei prigionieri politici.
Ore 21,00 Cena benefit
Ore
23,00 Concerto HipHop con artisti fiorentini + special guests Murubutu e La
Kattiveria Crew con il loro nuovo album in anteprima a Firenze
https://www.facebook.com/events/894709660674121/
La
giornata sarà benefit per le spese legali degli 86 compagni imputati nel
processo contro il movimento
fiorentino.
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