BARI 30 GIUGNO: ANCORA UNA VOLTA QUI
LA NOSTRA
LOTTA E' LA VOSTRA LOTTA
Siamo i lavoratori e le lavoratrici delle
campagne della provincia di Foggia e ancora una volta scendiamo nelle strade per
chiedere quello che ci spetta!
Da settembre dell’anno scorso abbiamo iniziato
un percorso di lotta per riprendere il controllo delle nostre vite. Vogliamo una
condizione giuridica riconosciuta! Molti di noi sono in Italia da 15/20 anni,
costretti a vivere ai margini perché tutte le volte che abbiamo provato a
“conquistare” un permesso di soggiorno siamo stati truffati dalle stesse leggi
di questo paese (le sanatorie, così come i decreti flussi e anche tutto il
business che gira intorno alle richieste di asilo). Mentre chi di noi è arrivato
più
recentemente, ha pochissime possibilità di ottenere un permesso, condannati
quindi a subire tutti i possibili meccanismi di sfruttamento.
Vogliamo
poter vivere e lavorare in modo regolare. Le baracche e i ghetti in cui viviamo
- in campagna come in città - sono noti a tutti, così come le sfruttate
condizioni di lavoro – in agricoltura come in altri settori. Quando urliamo che
la “nostra lotta è la vostra lotta” è perché lo sfruttamento lavorativo, la
speculazione sulle abitazioni e la conseguente marginalizzazione coinvolgono
tutti, italiani e stranieri, chi proviene dai paesi comunitari e i rifugiati! La
nuova giunta della Regione Puglia ha dichiarato più volte di voler risolvere le
numerose storture che persistono nell’organizzazione del lavoro del settore
agricolo, che ha un ruolo chiave per la produttività di questo territorio, e
motore fondamentale per l’economia del paese. E noi “stranieri”, provenienti da
altre parti d’Europa così come dall’Africa, siamo indispensabili per la
sostenibilità del comparto.
Ci siamo organizzati, abbiamo manifestato e
chiesto incontri con tutti gli attori istituzionali, dalla Regione, alla
Prefettura e la Questura, ma nonostante le dichiarazioni e le promesse a ridosso
della nuova stagione di raccolta tutto è rimasto immutato. Forse non siamo stati
ascoltati con la dovuta attenzione? Come non vengono ascoltati tutti coloro che
stanno rivendicando la necessità di vivere una vita normale! Chi lotta nei
centri per richiedenti asilo, che son tutto fuorché accoglienti. Basti pensare
al CARA di Bari dove ogni settimana avvengono proteste contro il
malfunzionamento della struttura e l’unica risposta è la repressione. O chi
lotta nei CIE, massima espressione di un sistema di controllo, contenzione e
repressione che assume mille forme. Come chi lotta nei luoghi di approdo, dove
l’Unione Europea ha pensato bene di continuare a infrangere la libertà di
movimento e di richiesta di protezione internazionale, costituendo i famigerati
Hotspot, uno dei quali si trova qui vicino, a Taranto. O chi lotta per
condizioni di lavoro normali, come noi che veniamo dalle campagne del foggiano.
E per la casa, come tanti in diverse città.
Siamo profondamente
arrabbiati e in parte disorientati!
In questa regione, così come nel resto
del paese, tutti i giorni si lotta per cambiare le regole: la modifica urgente
della normativa sull’immigrazione, il cui fallimento e le cui aberrazioni sono
oramai sono sotto gli occhi di tutti. L’applicazione dei contratti collettivi,
considerando non solo gli istituti previdenziali, ma anche la garanzia del
trasporto e dell’alloggio, primo vero strumento nella lotta all’intermediazione
di manodopera -quella che tutti chiamano caporalato per farla sembrare qualche
cosa di eccezionale, distorto e criminale, quando invece è la realtà in molti
settori d'impiego.
Invitiamo tutti e tutte ad unirsi a noi in questa
ennesima giornata di lotta: vogliamo documenti, contratti, case - né tende né
container - e trasporto gratuito nei luoghi di lavoro!
Noi non ci
arrendiamo!
WE STILL NEED YES
Comitato Lavoratori delle Campagne -
Rete Campagne in Lotta
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