martedì 21 giugno 2016

pc 21 giugno - Processo Tamoil: ennesima, vergognosa, sentenza. I padroni sono liberi di inquinare impunemente



Processo Tamoil, 3 anni a manager Assolti invece gli altri 4 imputati
Colpo di scena al processo con rito abbreviato per il caso di inquinamento della raffineria Tamoil a Cremona. Caduta l’accusa di avvelenamento
di Gilberto Bazoli 
Colpo di scena al processo d’appello, celebrato con rito abbreviato a Brescia, per l’inquinamento provocato dalla Tamoil, la raffineria (ora chiusa e trasformata in semplice deposito) alle porte di Cremona. È stato condannato, a 3 anni, un solo manager del gruppo libico: Enrico Gilberti, per il quale è caduta l’accusa di avvelenamento delle acque mentre è rimasta quella di disastro colposo. Sono invece stati assolti gli altri imputati: Giuliano Guerrino Billi, Mohamed Salch Abulaiha, Pierluigi Colombo e Ness Yammine. Il pm aveva chiesto pene severe: 8 anni e 4 mesi di reclusione per Gilberti, 7 anni e 4 mesi per Guerrini Billi, 7 anni e 2 mesi ciascuno per Colombo e Abulaiha, 7 anni e 1 mese per Yammine, l’unico che era stato scagionato anche in primo grado. Sono invece stati confermati i risarcimenti per le parti civili, compresi il Comune di Cremona, al quale andrà un milione di euro, e Legambiente. La sentenza è stata emessa dopo circa 8 ore di camera di consiglio. Dalla raffineria sono fuoriusciti nel corso degli anni una grande quantità di idrocarburi che hanno contaminato, oltre ai terreni dello stabilimento, le aree delle società canottieri (Flora, Bissolati, Dopolavoro ferroviario), tutte molto frequentate, che sorgono nella zona dell’impianto e vicino al Po.

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