Msf ha rinunciato ai finanziamenti in opposizione alle politiche europee sulla migrazione e "ai sempre maggiori tentativi di allontanare le persone e le loro sofferenze dalle frontiere europee". Nel 2015 i contributi ammontavano a 46 milioni di euro. Il segretario generale Jerome Oberreit: "A rischio il concetto stesso di rifugiato"
“Medici
Senza Frontiere ha annunciato a livello internazionale che non prenderà più
fondi da parte dell’Unione Europea e dei suoi stati membri, in opposizione
alle loro dannose politiche di deterrenza sulla migrazione e ai sempre
maggiori tentativi di allontanare le persone e le loro sofferenze dalle
frontiere europee”. Nel mirino
dell’organizzazione umanitaria è finito l’accordo tra Bruxelles e la Turchia,
per
Msf “vergognosa risposta europea” all’emergenza migranti, colpevole di
avere costretto migliaia di persone a vivere “in condizione disastrose” e di
avere “messo in pericolo il concetto stesso di rifugiato e la
protezione che offre”.
Nel 2015, secondo i dati forniti dalla stessa
associazione, Msf ha ricevuto 19 milioni di euro dalle istituzioni
comunitarie e 37 milioni di euro dagli Stati membri, per un totale di 46
milioni di euro. Ma potrà contare sul sostegno dei contributi
privati. A livello internazionale, Medici Senza Frontiere si avvale infatti
di fondi istituzionali per “una parte minoritaria di risorse”, utilizzate
in programmi specifici, mentre il 92% dei fondi raccolti proviene da donazioni
private. In Italia, non accetta fondi istituzionali e raccoglie
esclusivamente fondi da individui, fondazioni o imprese.
“Medici senza frontiere non è un partner attuativo
dell’aiuto umanitario in Turchia, né ha fatto richiesta di finanziamenti per le
sue attività in Turchia – ha replicato il portavoce Commissione Ue Margaritis
Schinas – Di conseguenza la decisione non colpirà alcuna attività
umanitaria per i profughi in Turchia”. Ma la rinuncia dell’organizzazione è a
tutto tondo e non riguarda iniziative in territorio turco. “La Commissione
– aggiunge Schinas – è stata informata che la decisione non avrà impatto su
progetti di Msf finanziati dall’Ue in altre parti del mondo”. Diversa la
versione di Medici Senza Frontiere: “Questa decisione avrà effetto immediato e
si applicherà ai progetti di Msf in tutto il mondo“. Il punto di
rottura, dunque, è stato l’accordo tra Bruxelles e Ankara. “Tre mesi dopo
l’entrata in vigore dell’accordo tra Ue e Turchia, che i governi europei
plaudono come un successo, le persone bisognose di protezione ne pagano il
vero costo umano – spiega Medici Senza Frontiere – Più di 8mila persone, tra
cui centinaia di minori non accompagnati, sono bloccate sulle sole isole
greche come diretta conseguenza dell’accordo. Hanno vissuto in condizioni
disastrose, in campi sovraffollati, a volte per mesi”. Non a caso, Msf
fornisce assistenza umanitaria e medica a Kos e Lesbo, le
isole greche più interessate alle ondate migratorie. “Per mesi Msf ha
denunciato la vergognosa risposta europea, concentrata sulla deterrenza
invece che sulla necessità di fornire alle persone l’assistenza e la protezione
di cui hanno bisogno – afferma Jerome Oberreit, segretario generale internazionale
di Medici Senza Frontiere – L’accordo Ue-Turchia è un passo avanti in questa
direzione e ha messo in pericolo il concetto stesso di rifugiato e la
protezione che offre”. Ma al di là delle conseguenze già tangibili,
l’associazione segnala come l’accordo con la Turchia rappresenti un “pericoloso
precedente”. In Europa e in altre zone del mondo. “La scorsa settimana –
sottolinea Msf – la Commissione europea ha presentato una nuova proposta per
replicare la logica dell’intesa Ue-Turchia in oltre 16 paesi in Africa e
Medio Oriente. Gli accordi imporrebbero tagli commerciali e agli
aiuti allo sviluppo per quei Paesi che non arginano la migrazione verso
l’Europa o che non facilitano i rimpatri forzati, premiando quelli che lo
fanno”. Il modello Turchia, avverte l’organizzazione umanitaria, è pronto per
essere usato anche in Paesi come la Somalia, l’Eritrea, il Sudan
e l’Afghanistan. Ma può anche produrre, sottolinea Msf, un effetto
emulazione in altre zone del mondo. “L’accordo Ue-Turchia costituisce un
pericoloso precedente per altri Paesi che ospitano rifugiati – si legge in una
nota dell’associazione – perché lascia intendere che prendersi cura di chi è
costretto ad abbandonare la propria casa è facoltativo e che ci si può comprare
un’alternativa per non fornire asilo”. Medici Senza Frontiere ricorda
quanto successo il mese scorso in Kenya: il governo ha citato la politica
europea sulla migrazione per giustificare la decisione di chiudere il più
grande campo profughi del mondo, Dadaab, rimandando in Somalia chi ci
vive.
Nessun commento:
Posta un commento