I parlamentari locali non sono "l'altra
accoglienza", ma questa illegale accoglienza.
Lo slai cobas per il sindacato di classe non condivide affatto l'impostazione data dall'appello dell'Ass. Babele ai parlamentari, di cui sotto riportiamo stralci.
I parlamentari Jonici sono il problema non la soluzione.
I parlamentari Pd e di centrodestra sono già andati nell'Hotspot a Taranto e hanno detto che va tutto molto bene, che vengono rispettati i diritti dei migranti e falsità e stupidaggini del genere.
Questi parlamentari si comportano come il braccio del governo e del Ministro Alfano, e avallano la loro politica di attacco ai diritti dei migranti, di espulsione, di clandestinizzazione degli stessi.
Questi parlamentari, quindi, sono una controparte della battaglia a Taranto contro l'hotspot, non gente con cui "ricercare strumenti di intervento condivisi" (come dice l'appello).
Ancora una volta si vogliono trovano escamotage per non fare l'unica cosa che servirebbe: l'organizzazione della lotta per chiudere l'hotspot, per una effettiva accoglienza e diritto di asilo, per permessi di soggiorno umanitari per tutti i migranti, perchè tutti possano ora entrare nell'hotspot, perchè i migranti non possono essere trattati come se stessero in prigione.
Invece di costruire una manifestazione, di fare appello per una presenza di massa, di chiuque voglia, all'hotspot, ci si rivolge ai parlamentari che sono entrati nell'hotspot per farne solo gli elogi.
Prepariamo la manifestazione, insieme agli stessi migranti (anche i migranti che da più di 2 anni stanno nei centri di accoglienza del nostro territorio).
Lo slai cobas per il sindacato di classe non condivide affatto l'impostazione data dall'appello dell'Ass. Babele ai parlamentari, di cui sotto riportiamo stralci.
I parlamentari Jonici sono il problema non la soluzione.
I parlamentari Pd e di centrodestra sono già andati nell'Hotspot a Taranto e hanno detto che va tutto molto bene, che vengono rispettati i diritti dei migranti e falsità e stupidaggini del genere.
Questi parlamentari si comportano come il braccio del governo e del Ministro Alfano, e avallano la loro politica di attacco ai diritti dei migranti, di espulsione, di clandestinizzazione degli stessi.
Questi parlamentari, quindi, sono una controparte della battaglia a Taranto contro l'hotspot, non gente con cui "ricercare strumenti di intervento condivisi" (come dice l'appello).
Ancora una volta si vogliono trovano escamotage per non fare l'unica cosa che servirebbe: l'organizzazione della lotta per chiudere l'hotspot, per una effettiva accoglienza e diritto di asilo, per permessi di soggiorno umanitari per tutti i migranti, perchè tutti possano ora entrare nell'hotspot, perchè i migranti non possono essere trattati come se stessero in prigione.
Invece di costruire una manifestazione, di fare appello per una presenza di massa, di chiuque voglia, all'hotspot, ci si rivolge ai parlamentari che sono entrati nell'hotspot per farne solo gli elogi.
Prepariamo la manifestazione, insieme agli stessi migranti (anche i migranti che da più di 2 anni stanno nei centri di accoglienza del nostro territorio).
Manduria nel 2011 ha dimostrato che la lotta e l'unità
migranti/antirazzisti permise di ottenere il permesso di
soggiorno umanitario e di aprire i cancelli del campo.
Nardò, Rosarno, la mobilitazione di Taranto dell'estate scorsa
per i documenti di identità hanno dimostrato che questa è la
strada necessaria e questa ottiene risultati.
Lo Slai cobas sc fa appello a partecipare alla
manifestazione dei lavoratori braccianti immigrati che si
terrà a Bari il 30 giugno, e di realizzare subito dopo a
Taranto la manifestazione all'hotspot.
Il 17 giugno nella sede provinciale dell’associazione Libera un incontro (non pubblico) tra le
associazioni Babele, Libera, Arci e il coordinamento del gruppo informale Campagna Welcome Taranto, a cui sono stati invitati a partecipare i parlamentari dell’area jonica, Gian Franco Chiarelli, Donatella Duranti, Michele Pelillo, Vincenza Labriola, Ludovico Vico e Alessandro Furnari; il consigliere della Regione Puglia Gianni Liviano e il consigliere comunale di Taranto, Dante Capriulo...
...nell’hotspot pugliese... l’accesso è previsto soltanto ad alcune persone e il nostro ente di tutela non è tra questi. Perché l’accesso è vietato ai giornalisti, per motivi di sicurezza, e lì dentro c’è potuto entrare giusto qualche parlamentare. Sappiamo soltanto, o quasi, che all’interno ci sono dei container e delle tende di colore bianco. Non sappiamo, però, quali siano le condizioni delle strutture all’interno dell’hotspot e soprattutto quali tutele giuridiche ricevano gli ospiti. Esiste un problema di legalità delle procedure ed è quello a preoccuparci, in modo particolare. Perché in tal modo chi transita va incontro a incertezze legislative che rendono l’intero sistema di accoglienza incerto. Vi sono alla base diverse inadempienze, molto gravi, che il governo Renzi nega: le strutture sono ciclicamente sovraffollate e i tempi di valutazione delle richieste di asilo sono molto lunghi. I problemi della tutela per i richiedenti sono aumentati da quanto esiste il meccanismo hotspot. È altrettanto evidente che ci troviamo di fronte a un sistema che produce unicamente esclusione e marginalizzazione...
... chiediamo ai parlamentari jonici di ascoltare le nostre proposte, per poter ricercare strumenti di intervento condivisi. Di discutere dell’altra accoglienza possibile..."
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