martedì 21 giugno 2016

pc 21 giugno - MESSICO: PROTESTE DEGLI INSEGNANTI - SCONTRI, MORTI E FERITI

DA BLASTINGNEWS.COM

Sei morti ed oltre cento feriti il bilancio, purtroppo, provvisorio dei durissimi scontri avvenuti nel Sud del Messico tra manifestanti del mondo scolastico e la Polizia locale: i motivi della protesta sono legati alla riforma della scuola e dell’educazione voluta dal presidente Enrique Peña Nieto.

Gli incidenti sono improvvisamente scoppiati in seguito al tentativo da parte della Polizia di eliminare la barricata costruita dai rappresentanti del sindacato CNTE (Coordinamento Nazionale dei Lavoratori dell’Educazione), barricata che, da oltre una settimana, interrompeva la regolare circolazione stradale ad Asuncion Nochixtlan, una cittadina dello stato di Oaxaca.

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Da oltre un mese,
gli insegnanti in Messico stanno vivacemente protestando contro la riforma voluta dal presidente, una riforma che prevede un sistema di valutazione e definizione dello stipendio fortemente contestato dai docenti. La legge, inoltre, secondo il sindacato CNTE, sarebbe stata progettata per approvare licenziamenti in massa: il governo avrebbe già provveduto a ‘tagliare’ oltre 3.000 insegnanti. I motivi della protesta sono soprattutto da ricondurre ai test di valutazione introdotti con la nuova legge, test che non prendono in considerazione le particolari conoscenze che si rendono necessarie per poter insegnare in determinate zone del Paese.

Messico, docenti in rivolta, ecco perchè

C’è da sottolineare come, ormai da decenni, gli insegnanti abbiano continuato a protestare per chiedere al governo migliori condizioni di lavoro e salari più dignitosi: i docenti, in quest’ultimo mese, hanno inasprito la loro protesta, chiedendo al ministro dell’Istruzione, Aurelio Nuno, di essere ascoltati in merito a proposte alternative alla riforma. Il governo, fino ad ora, ha respinto qualsiasi richiesta di confronto e di dialogo.

Nelle ultime ore la situazione è degenerata e le forze di Polizia ha provveduto a lanciare lacrimogeni sui manifestanti. Il capo della polizia nazionale Enrique Galindo ha dichiarato che l’azione di rappresaglia è stata compiuta nei confronti di alcuni gruppi violenti non identificati e, a tal proposito, è stato chiesto al sindacato CNTE di prendere le distanze da questi gruppi estremistici: ‘gli insegnanti – ha detto Galindo – non sono stati coinvolti in questa cosa’.

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