È con queste parole che un gruppo di operai ex Fiat di Termini Imerese, attualmente in cassa integrazione in deroga, che si è riunito ieri presso la nostra sede, a chiusura della giornata del 15 novembre, ha aperto questa prima assemblea al fine di fare il punto sulla situazione della vertenza.
E' stato detto innanzi tutto che tenere una fabbrica come quella di Termini Imerese chiusa, ma niente affatto smantellata e con i macchinari tenuti in condizioni pienamente operative, è una grave offesa agli operai che l'hanno di fatto costruita e portata avanti fino a questi anni, permettendo alla Fiat di fare miliardi di profitti; un'offesa alla disoccupazione dilagante, soprattutto giovanile, e dimostra un disinteresse vergognoso del padrone e del suo amministratore delegato Marchionne e delle Istituzioni locali a cominciare dalla Regione Siciliana con a capo Crocetta.
Anni di effettivo abbandono e connivenza dei sindacati confederali, che hanno costantemente creato e alimentato una divisione artificiosa tra gli operai, hanno portato alla situazione attuale.
Ciò che importa e deve importare agli operai, è stato detto, è l'urgenza di mettere fine ad una cassa integrazione infinita, con la brutta prospettiva della mobilità, per quelli che ci rientrerebbero, e del licenziamento, e di organizzare una lotta capace di rimettere al centro dell'interesse e dell'attenzione di tutti la condizione degli operai che, riprendendosi la propria capacità di mobilitazione e protagonismo, hanno deciso di convocare una assemblea per giovedì 21 novembre prossimo alle ore 16 presso la nostra sede con l'obiettivo di:
- informare
e convocare altri operai;
- formare
un gruppo stabile e più grande possibile di operai che faccia
sentire la propria voce per una riorganizzazione dal basso e
combattiva necessaria per affrontare al meglio padroni e istituzioni
- elaborare una piattaforma di lotta a lunga scadenza
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