Roma, 9-10 Novembre: la sollevazione continua, in Movimento per riprenderci tutto!
La
due giorni di assemblea di movimento che si è tenuta a Roma presso
l'università La Sapienza e presso l'occupazione abitativa di via delle
Province, ha condiviso una valutazione estremamente positiva della
potenza di movimento espressa attorno e dentro la settimana di
mobilitazione che ha portato al 19O, pur nella consapevolezza di
trovarsi soltanto all'inizio un processo di conflitto e trasformazione
dell'esistente. Vengono in modo particolare sottolineati alcuni elementi
centrali nel processo di costruzione che devono continuare a
caratterizzare i percorsi avvenire:
costruire
dentro pratiche di confronto e condivisione plurali ed orizzontali,
senza parlamentini di movimento e burocratici comitati promotori, il
rifiuto netto delle logiche della rappresentanza istituzionale e della
delega nonché la fine della mediazione, punti alla base del processo che
si è aperto a partire dalla giornata di mobilitazione del 19O. In
questo senso il movimento si pone dentro l'idea di sviluppo di percorsi
di autorganizzazione che tengano sempre agganciato il piano dei bisogni a
quello dei sogni e della politica, della trasformazione radicale
dell'esistente, dentro una prospettiva di sviluppo autonoma del
conflitto e, dentro questo, di costruzione dell'alternativa.
L'idea
di mettere al centro i movimenti sociali come spazi non solo di
conflitto ma anche di protagonismo fuori e contro gli assetti
istituzionali e statuali, è emersa rafforzata da quanto prodotto sino ad
ora. Di più, la composizione determinata e meticcia che si è espressa
con il 19O, ha dimostrato di saper eccedere e straripare, facendo
intravedere la possibilità di processi di ampia ricomposizione sociale e
di andare molto oltre la semplice sommatoria dei movimenti e delle
lotte esistenti, aprendo di fatto un nuovo spazio di movimento
accessibile e praticabile dalle diverse figure e soggettività del
precariato metropolitano.
Mettere al centro i
territori e le pratiche reali di conflitto e di riappropriazione come è
avvenuto nei mesi e nelle settimane precedenti al 19O e si è continuato
a produrre come assedio e sollevazione permanente fino alla giornata
del 31 Ottobre scorso.
Per questo si ritiene
importante sviluppare forme di illegalità diffusa e di massa come
rifiuto di una crisi che sotto il ricatto del debito, vogliono far
pagare con scellerate politiche di austerity che stanno determinando lo
smantellamento sistematico e un livellamento verso il basso dei diritti
sociali. Una crisi del capitale che è semplicemente strumento di
sopraffazione della politica neoliberista sulle nostre vite e sui nostri
territori. Illegalità diffusa e di massa come sabotaggio degli
ingranaggi del capitale ed allo stesso tempo di riappropriazione di
reddito e vita.
La rabbia che si esprime
nelle piazze è parte integrante e motore dei processi di conflitto e di
trasformazione che vengono portati avanti. Non ci sono né buoni né
cattivi, ma attori protagonisti di un percorso collettivo di
conflittualità come è stato anche il 15 ottobre 2011. Non si può
accettare che in pochi paghino per quello che tutti vogliamo costruire.
Dalla
discussione sviluppata emerge, quindi, la necessità di definire una
sfida che ci permetta di proseguire ed accrescere la sollevazione e
l'assedio permanente, ma anche di fissare i contenuti centrali di una
nuova avventura collettiva che abbia respiro e prospettive, che sappia
mettere in campo forme di radicamento e di contropotere sempre più forti
ed incisive.
Le prossime tappe dell'assedio e della sollevazione, di fatto sono già sul tappeto:
La
mobilitazione nazionale degli studenti prevista per il 15 novembre e il
6 dicembre prossimo. La giornata di mobilitazione nazionale diffusa sui
territori prevista per il 16 novembre sui temi del rifiuto delle grandi
opere e delle nocività, sul tema della liberazione degli spazi sociali.
L'assedio
previsto per il 20 novembre prossimo in occasione del vertice di
governo Italia – Francia da costruire mettendo al centro, accanto al
tema della sovranità sui nostri territori, la questione delle risorse
che vengono ancora destinate alle banche ed alle grandi opere e che
vanno invece riconquistati per dare risposta ai settori sociali che
stanno pagando la crisi del capitale: diritto alla casa, reddito,
salute, diritto alla formazione etc...
Le
giornate del 29 e 30 novembre con mobilitazioni diffuse in ogni città
sul tema della casa e dell'abitare (blocco generalizzato degli sfratti,
piano di emergenza per le case popolari, battaglia contro la vendita del
patrimonio pubblico, assalto al demanio e all'invenduto). E il prossimo
rilancio su scala nazionale della campagna di
boicottaggio alla Granarolo contro cui stanno lottando i facchini di
Bologna e l'intero movimento di lotta della logistica, che promette già
nuovi appuntamenti di sciopero anche su altri fronti del settore.
Dentro
ed oltre questi appuntamenti condivisi, per i ragionamenti affermati
sopra, è necessario prendersi cura del percorso collettivo anche
attraverso momenti di confronto tematico e di sviluppo di nuovi
conflitti. La prima occasione sarà l'assemblea prevista per il 21
novembre presso l'occupazione dei rifugiati di piazza Indipendenza Roma
sul tema della libertà di circolazione e di movimento. A questo
passaggio seguiranno altri momenti di confronto fra lotte, pratiche,
soggettività.
Per dare respiro e forza ai
territori si propone, inoltre, per Dicembre un mese di lotta contro il
carovita e la precarietà, che sperimenti a partire dalle diverse
soggettività del precariato metropolitano di nuove forme conflitto, di
pratiche di riappropriazione quotidiane (ticket sanitari, bollette,
etc..), rafforzando soprattutto quelle lotte e quelle pratiche che
permettono di riconquistare reddito e di liberare spazi e tempi di vita,
condividendo la giornata di mobilitazione contro il lavoro festivo nei
centri commerciali promossa per l'8 dicembre su scala nazionale dal
sindacalismo conflittuale. Questo percorso delineato si proietta anche
verso l'ipotesi di nuove mobilitazioni collettive e generalizzate verso
la primavera, e nuove sollevazioni.
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