Cobas Appalti
Fincantieri Marghera
15-11-2013
Nella giornata dell’inutile e demagogico scioperetto generale
della triplice confederale, questa mattina oltre cinquanta operai
dell’Eurocoibenti che sono stati messi in CIGS nel marzo 2012 e in mobilità dal
marzo 2013,aderenti sia allo slai Cobas per il sindacato di classe che alla CGIL, una parte dei quali hanno
ripreso il lavoro in Fincantieri alle dipendenze della Isolfin, hanno assediato
dalle ore 8 alle ore 9,30, gli uffici provinciali dell’INPS di Venezia, in
quanto sin da giugno stanno chiedendo invano una dichiarazione da parte
dell’INPS che documenti i fondi TFR di ciascuno, presso il Fondo tesoreria
dell’INPS.
Dal giugno scorso infatti si è riscontrato che gli importi a Fondo
tesoreria dichiarati da Eurocoibenti nelle buste paga del TFR, erano diversi da
quelli inviati per telematica all’INPS, che l’INPS ci aveva riscontrato per
iscritto.
Sin dal giugno scorso i responsabili dell’INPS di Venezia chiedono
a quelli di Palermo, che hanno inizialmente attivato una ispezione negli uffici
del dr.Passarello consulente dell’Eurocoibenti (attualmente sotto sequestro
giudiziario per l’indagine DDA di aprile 2013), che la Eurocoibenti INDICHI la
scelta del fondo tesoreria e gli importi le cui specificazioni sono mancanti
all’INPS per gli anni 2007-2008, di ciascun lavoratore.
L’INPS ha aperto i cancelli solo alle 9,30, l’incontro della
delegazione di massa degli operai, accompagnati dal coordinatore Paolo Dorigo e
dagli RSA del Cobas, è durato sino alle ore 11.
Va detto che su questa questione è stata già avviata una denuncia
penale da parte nostra, che è in attesa di decisioni da parte del
Procuratore.
I lavoratori hanno avuto le spiegazioni da parte dei responsabili
dell’INPS, i quali si sono impegnati a dare notizie definitive entro la
settimana prossima.
Una cinquantina circa dei cento operai dell’Eurocoibenti posti in
mobilità a marzo, hanno già consegnato deleghe alla ns.O.S. oltre ad una
richiesta collettiva controfirmata, di avere riscontro scritto agli importi
depositati.
Lo scandalo delle ruberie agli operai continua.
Ma non finisce qui.
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