BARI
– "Complimenti, io e il mio capo di gabinetto siamo stati a ridere per
un quarto d’ora". La frase viene pronunciata dal presidente della
Regione Puglia, Nichi Vendola, in un colloquio telefonico con l’ex
responsabile Rapporti istituzionali dell’Ilva di Taranto, Girolamo
Archinà. L'audio dell’intercettazione, agli atti dell’inchiesta
sull'Ilva per disastro ambientale, è pubblicato sul
'fattoquotidiano.it'.
Il riferimento di Vendola è al gesto compiuto dallo stesso Archinà in
una conferenza stampa nella quale aveva strappato il microfono ad un
giornalista di una tv locale che chiedeva ad Emilio Riva, proprietario
dell’Ilva, cosa ne pensasse dei morti per tumore a Taranto causati dal
Siderurgico.
E' una "scena fantastica", commenta Nichi Vendola, il filmato dello
"scatto felino" con cui Girolamo Archinà 'rubà il microfono al
giornalista. Al telefono il governatore della Puglia parla con quello
che gli inquirenti considerano uno dei principali artefici delle
attività illecite del polo siderurgico tarantino. "Dica a Riva che il
presidente non si è defilato", assicura Vendola ad Archinà nello stesso
colloquio.
Nell’inchiesta sull'Ilva, Vendola è indagato con l’accusa di concussione
aggravata, in concorso con Archinà e altri, per presunte pressioni che
avrebbe esercitato sul dg dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per
fargli 'ammorbidirè una relazione sui dati ambientali legati di Taranto
legati all’inquinamento provocato dall’Ilva
Vendola e Stefano se ne devono andare!
Il loro coinvolgimento nell'inchiesta è inconfutabile secondo le
intercettazioni. Le loro dichiarazioni, mettiamo pure che siano
sincere, mettiamo pure che quello che hanno fatto sia stato fatto “a
fin di bene”, non cambia la realtà dei fatti, perchè il loro
esito è stato a “fin di male” al servizio di padron Riva e sono
quindi una causa minore del disastro generale che ha prodotto morti e
malati in fabbrica e fuori.
In questi casi ci si dimette e poi si
lotta caso mai in Tribunale per dimostrare di essere “innocenti”,
altrimenti, lo si voglia o no, si è come Berlusconi. Ci si considera
al di sopra e al di fuori della legge perchè “eletti”, perchè
si continua forse a pensare di godere di un consenso comunque del
sistema dei partiti, dei sindacati confederali, della stampa amica,
della burocrazia degli Enti locali, di quella parte di beneficiari
anche nel popolo di politiche spesso clientelari travestite.
Ma è interesse dei proletari e delle
masse popolari che a questo modo di governare si metta fine, a
livello nazionale come a livello locale. Per questo se ne devono
andare e subito.
Qualcuno pensa, e noi potremmo anche
essere tra questi, che non è giusto che le amministrazioni di
“centrosinistra”, Vendola, Florido, Stefano, paghino per tutti
mentre gli autentici mascalzoni che hanno governato Regione,
Provincia e Comune di centro destra, servi di Riva, dei padroni, di
Berlusconi, ladri e corrotti non entrano neanche nell'inchiesta.
Questo scandalo è vero, e noi ribadiamo che non abbiamo fiducia
nella giustizia, l'unica giustizia è quella proletaria e popolare
che scaturisca da uno Stato e governi nazionali e locali nelle mani
effettivamente del popolo.
Detto questo però, non cambia il
problema, Vendola e Stefano se ne devono andare!
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