venerdì 15 novembre 2013

pc 15 novembre - lo sciopero dei confederali... uno sciopero farsa per sostenere PD nel governo e non certo per i lavoratori - ma anche i lavoratori hanno bisogno di una altra strada

Il primo sciopero generale contro il governo Letta è stato fatto dai sindacati di base con la buona manifestazione nazionale del 18 a Roma a cui è seguita la grande manifestazione assedio del 19
Ma dopo queste due giornate il quadro sembra tornare indietro invece che andare avanti.
La principale organizzazione del sindacalismo di base la USB se la cava con i soliti comunicati e punta esclusivamente a ingrandirsi e a gestirsi così sembra che tutto torni come prima, come già avvenne dopo il 27 gennaio 2012; l'assemblea di roma del 9-10 novembre continua l'assedio e la mobilitazione, e questo è positivo, ma ignora lo sciopero dei lavoratori del 18, e questo è negativo molto negativo.
Eppure ci sarebbero tutte le condizioni per andare in una altra strada. Quella indicata dai nostri comunicati dopo il 18-19 che riproponiamo
Non è che l'inizio... ma che sia un nuovo inizio !
E' giusto ribellarsi! Le idee di rivolta non sono mai morte!
Ora facciamo tutti ciò che è giusto e necessario per la rivolta proletaria e popolare.
La rivoluzione è l'unica soluzione!
*****
Il 18 ottobre
50mila complessivamente hanno partecipato allo sciopero generale e alla grande manifestazione di Roma, in cui il sindacalismo di base e di classe ha detto innanzitutto
Basta con precarietà, attacchi ai salari, ai posti di lavoro, alle condizioni di vita, ai diritti, imposti dai padroni, dai governi dell'Europa del capitale che scaricano la crisi sulle masse in Italia come in tutta Europa.
Basta coi sindacati confederali complici che servono i padroni e tolgono i diritti ai lavoratori.
Basta con i partiti di questo parlamento che si riempiono le tasche dei soldi dei cittadini e sono inamovibili, che pensano alle poltrone e al potere, mantengono in piedi Berlusconi, e sono tutti contro i lavoratori e le masse popolari.
Uno sciopero che ha espresso tutta la grande solidarietà proletaria agli immigrati, affogati, uccisi, sfruttati, e ha rivendicato con forza quello che con espressione infelice si chiama “un nuovo welfare” ma che vuol dire riprendiamoci i diritti elementari messi in discussione: case, scuole, sanità, reddito ai senza lavoro, la salute e il diritto alla vita in territori inquinati e devastati; ha rivendicato la riduzione d'orario di lavoro 'lavorare meno lavorare tutti', e ha chiamato alla lotta l'intero mondo del lavoro.

Ora allo sciopero bisogna dare reale continuità, non come è successo tutte le altre volte in cui la continuità è rimasta sulla carta e poi è cominciato il solito tran-tran anche nei sindacati di base.
Dopo la manifestazione di Roma noi diciamo:
E ora sciopero per davvero!
E ora organizziamo e rafforziamo il sindacalismo di base e di classe nelle fabbriche!
E ora una piattaforma reale, generale e particolare contro padroni e governo!
E ora unità e patto di unità di azione del sindacalismo di base e di classe!
E ora contro la legge fascista sulle Rsu boicottaggio del sindacalismo confederale e presentazione unitaria, là dove è possibile!
*****
Il 19 ottobre 100mila hanno invaso Roma e assediato i Palazzi del potere. Il Ministero dell'Economia è stato attaccato, quello delle Infrastrutture presidiato, ma è tutto il potere statale e governativo che ha dovuto sentire il grido e il “fiato sul collo” di proletari, senza casa, immigrati, giovani, donne, delle espressioni delle popolazioni No Tav, No Muos,ecc che sono stati a Roma non per fare una sfilata ma per ribellarsi e promuovere ribellione; con mille slogan, striscioni, ma soprattutto con la loro massiccia presenza fisica, con le loro facce, per rivendicare davvero casa, reddito, basta Tav, Muos, discariche, inceneritori,basta con scuole e università sempre più care e sempre più fabbriche di disoccupazione e precarietà, basta con una vita che non si può più accettare, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi, i ladri di Stato sempre più ladri, gli assassini di operai e di cittadini in fabbriche e territori sempre più impuniti.
Tanti immigrati, donne, molte con i loro bambini in carrozzella, sono emersi, non come vogliono i padroni e i razzisti di Stato ma come una massa proletaria che rivendica diritti, e impone la propria dignità di fronte ad un sistema e i suoi rappresentanti che li vogliono morti affogati o schiavizzati.
E dentro questa marea di partecipanti, la gioventù ribelle proletaria e studentesca ha innervato con azioni di attacco la forza della manifestazione, che tutti insieme, tranne qualche squallida eccezione, ha rivendicato, dicendo che non ci sono “buoni e cattivi”, perchè noi siamo tutti buoni e voi siete tutti cattivi! E che di fronte al vostro apparato repressivo arrogante, criminalizzante, infame e infamante, ai vostri giornali dediti alla disinformazione e all'essere megafono del Ministro degli Interni, siamo tutti ribelli! Tutti noi vi vogliamo spazzare via! Vogliamo subito tutti liberi!
Lo stesso assedio di Porta Pia ha voluto dire che “vi assediamo per sempre”,che la lotta non finisce in una manifestazione nazionale ma ogni luogo di lavoro, ogni università, scuola, ogni quartiere, ogni città, è luogo di scontro di classe e di massa, di assedio alle vostre fortezze blindate della ricchezza, della speculazione, della corruzione,dello sfruttamento.
Una manifestazione in cui, a differenza di altre, le anime e gli animi si sono fusi.
Una giornata preziosa, da valorizzare, difendere e sviluppare, via via in un'unica direzione, la rivolta sociale generale; non quella finta del voto, ma quella vera dello scontro di classe, della guerra di classe, della rivolta proletaria e popolare.
Una giornata che chiama tutti a fare la propria parte, che chiama noi ad essere sempre più nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse, ad essere strumento utile dell'organizzazione e dell'autorganizzazione della lotta dei proletari e delle masse; con spirito critico e autocritico contro tendenze e teorie fumose e confuse nel movimento e contro la logica “movimento è tutto e il fine è nulla”, così come contro il parassitismo politico di partiti e gruppi falso comunisti, falso rivoluzionari, e di ceti politici in eterno riciclo.
Quello che deve avanzare è il 'partito della rivoluzione', il fronte unito dei proletari e delle masse popolari, la forza combattente, indispensabile e necessaria, fusa ed espressione delle masse in lotta.

PCm Italia

Nessun commento:

Posta un commento