Ma dopo queste due giornate il quadro sembra tornare indietro invece che andare avanti.
La principale organizzazione del sindacalismo di base la USB se la cava con i soliti comunicati e punta esclusivamente a ingrandirsi e a gestirsi così sembra che tutto torni come prima, come già avvenne dopo il 27 gennaio 2012; l'assemblea di roma del 9-10 novembre continua l'assedio e la mobilitazione, e questo è positivo, ma ignora lo sciopero dei lavoratori del 18, e questo è negativo molto negativo.
Eppure ci sarebbero tutte le condizioni per andare in una altra strada. Quella indicata dai nostri comunicati dopo il 18-19 che riproponiamo
Non è che l'inizio... ma che sia un
nuovo inizio !
E' giusto ribellarsi! Le idee di
rivolta non sono mai morte!
Ora facciamo tutti ciò che è
giusto e necessario per la rivolta proletaria e popolare.
*****
Il 18 ottobre
50mila complessivamente hanno
partecipato allo sciopero generale e alla grande manifestazione di
Roma, in cui il sindacalismo di base e di classe ha detto
innanzitutto
Basta con precarietà, attacchi ai
salari, ai posti di lavoro, alle condizioni di vita, ai diritti,
imposti dai padroni, dai governi dell'Europa del capitale che
scaricano la crisi sulle masse in Italia come in tutta Europa.
Basta coi sindacati confederali
complici che servono i padroni e tolgono i diritti ai lavoratori.
Basta con i partiti di questo
parlamento che si riempiono le tasche dei soldi dei cittadini e sono
inamovibili, che pensano alle poltrone e al potere, mantengono in
piedi Berlusconi, e sono tutti contro i lavoratori e le masse
popolari.
Uno sciopero che ha espresso tutta la
grande solidarietà proletaria agli immigrati, affogati, uccisi,
sfruttati, e ha rivendicato con forza quello che con espressione
infelice si chiama “un nuovo welfare” ma che vuol dire
riprendiamoci i diritti elementari messi in discussione: case,
scuole, sanità, reddito ai senza lavoro, la salute e il diritto alla
vita in territori inquinati e devastati; ha rivendicato la riduzione
d'orario di lavoro 'lavorare meno lavorare tutti', e ha chiamato alla
lotta l'intero mondo del lavoro.
Ora allo sciopero bisogna dare reale
continuità, non come è successo tutte le altre volte in cui la
continuità è rimasta sulla carta e poi è cominciato il solito
tran-tran anche nei sindacati di base.
E ora sciopero per davvero!
E ora organizziamo e rafforziamo il
sindacalismo di base e di classe nelle fabbriche!
E ora una piattaforma reale, generale e
particolare contro padroni e governo!
E ora unità e patto di unità di
azione del sindacalismo di base e di classe!
E ora contro la legge fascista sulle
Rsu boicottaggio del sindacalismo confederale e presentazione
unitaria, là dove è possibile!
*****
Il 19 ottobre 100mila hanno invaso Roma
e assediato i Palazzi del potere. Il Ministero dell'Economia è
stato attaccato, quello delle Infrastrutture presidiato, ma è tutto
il potere statale e governativo che ha dovuto sentire il grido e il
“fiato sul collo” di proletari, senza casa, immigrati, giovani,
donne, delle espressioni delle popolazioni No Tav, No Muos,ecc che
sono stati a Roma non per fare una sfilata ma per ribellarsi e
promuovere ribellione; con mille slogan, striscioni, ma soprattutto
con la loro massiccia presenza fisica, con le loro facce, per
rivendicare davvero casa, reddito, basta Tav, Muos, discariche,
inceneritori,basta con scuole e università sempre più care e sempre
più fabbriche di disoccupazione e precarietà, basta con una vita
che non si può più accettare, mentre i ricchi diventano sempre più
ricchi, i ladri di Stato sempre più ladri, gli assassini di operai e
di cittadini in fabbriche e territori sempre più impuniti.
Tanti immigrati, donne, molte con i loro bambini in carrozzella, sono emersi, non come vogliono i padroni e i razzisti di Stato ma come una massa proletaria che rivendica diritti, e impone la propria dignità di fronte ad un sistema e i suoi rappresentanti che li vogliono morti affogati o schiavizzati.
Tanti immigrati, donne, molte con i loro bambini in carrozzella, sono emersi, non come vogliono i padroni e i razzisti di Stato ma come una massa proletaria che rivendica diritti, e impone la propria dignità di fronte ad un sistema e i suoi rappresentanti che li vogliono morti affogati o schiavizzati.
E dentro questa marea di partecipanti,
la gioventù ribelle proletaria e studentesca ha innervato con azioni
di attacco la forza della manifestazione, che tutti insieme, tranne
qualche squallida eccezione, ha rivendicato, dicendo che non ci sono
“buoni e cattivi”, perchè noi siamo tutti buoni e voi siete
tutti cattivi! E che di fronte al vostro apparato repressivo
arrogante, criminalizzante, infame e infamante, ai vostri giornali
dediti alla disinformazione e all'essere megafono del Ministro degli
Interni, siamo tutti ribelli! Tutti noi vi vogliamo spazzare via!
Vogliamo subito tutti liberi!
Lo stesso assedio di Porta Pia ha
voluto dire che “vi assediamo per sempre”,che la lotta non
finisce in una manifestazione nazionale ma ogni luogo di lavoro, ogni
università, scuola, ogni quartiere, ogni città, è luogo di scontro
di classe e di massa, di assedio alle vostre fortezze blindate della
ricchezza, della speculazione, della corruzione,dello sfruttamento.
Una manifestazione in cui, a differenza
di altre, le anime e gli animi si sono fusi.
Una giornata preziosa, da valorizzare,
difendere e sviluppare, via via in un'unica direzione, la rivolta
sociale generale; non quella finta del voto, ma quella vera dello
scontro di classe, della guerra di classe, della rivolta proletaria e
popolare.
Una giornata che chiama tutti a fare la
propria parte, che chiama noi ad essere sempre più nel fuoco della
lotta di classe in stretto legame con le masse, ad essere strumento
utile dell'organizzazione e dell'autorganizzazione della lotta dei
proletari e delle masse; con spirito critico e autocritico contro
tendenze e teorie fumose e confuse nel movimento e contro la logica
“movimento è tutto e il fine è nulla”, così come contro il
parassitismo politico di partiti e gruppi falso comunisti, falso
rivoluzionari, e di ceti politici in eterno riciclo.
Quello che deve avanzare è il 'partito
della rivoluzione', il fronte unito dei proletari e delle masse
popolari, la forza combattente, indispensabile e necessaria, fusa ed
espressione delle masse in lotta.
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