mercoledì 13 novembre 2013

pc 13 novembre - ancora sull'assemblea di ROMA del 9-10 novembre

Stralci dai principali interventi all’assemblea nazionale di roma del 9.11

Introduzione

Quella del 19 ottobre è stata una scommessa vinta. Era una scommessa, la posta era alta e la riuscita non era certa, ma ci siamo riusciti w questo ha aperto un nuovo percorso di ricomposizione su cui vogliamo proseguire.
Oggi siamo qui per trarre le indicazioni di metodo che ci vengono da quella scommessa vinta.
Innanzitutto il metodo di organizzazione, no a bandiere e mettere insieme di sigle ma organizzazione dal basso e autonomia politica del movimento.
Portare al centro del dibattito politico i problemi reali delle persone.
Abbiamo imparato come fronteggiare le porte chiuse, come dire a nostra volta no ai rifiuti della controparte:
- individuare e denunciare i colpevoli: il governo e la troika
- indicare e perseguire obiettivi concreti
- praticare assedio e sollevazione
Grazie a tutto questo abbiamo ottenuto risultati.
Innanzitutto è finita la paura a scendere in piazza. Anche se la repressione e gli arresti continuano, mentre ministri scarcerano i grandi criminalità economica e restano al loro posto, la paura a cendere in piazza non c’è più. Il movimento ha dimostrato di essere più forte.
Abbiamo aperto degli spazi, abbiamo mostrato che il conflitto paga, che scommettere porta risultati.
Dobbiamo scommettere ancora, verso una vera sollevazione generale.
Le prossime tappe sono già sul tappeto:
  • la giornata di mobilitazione nazionale degli studenti medi il 15
  • le manifestazioni diffuse nei territori del 16
  • un nuovo assedio per il vertice Italia Francia del 20
di questo discuteremo oggi e nella prosecuzione nei tavoli.

Luca (Blocchi precari metropolitani)

Siamo qui per riflettere sul percorso già fatto e delineare un piano di medio periodo.
Innanzitutto voglio ribadire le ragioni del successo ottenuto il 19 e a seguire:
  • abbiamo voluto costruire processi nuovi, non partendo come al solito da un comitato promotore ma facendo viaggiare il contagio dell’assedio in modo virale per il paese, puntando su una costruzione orizzontale. Il risultato è stato che invece della consueta manifestazione d’autunno dell’opposizione abbiamo avuto una sollevazione.
  • Siamo partiti dai conflitti reali nei territori, abbiamo preparato la sollevazione del 19 con una settimana di lotta e iniziative delle più varie, non facendo calare un appello nazionale, questo ha permesso un accumulo di energie che è straripato il 19
  • Altrettanto decisiva è stata la scelta di percorso: rifiuto di qualsiasi rappresentanza e delega, istituzionale e interna al movimento.
Si può dire abbiamo messo insieme le partecipazioni ai conflitti che si sviluppano tutti i giorni, ma il risultato ha dato qualcosa in più delle semplice sommatoria di queste partecipazioni. Qui sta il valore aggiunto del metodo.
Allo stesso modo mettere insieme i bisogni reali e dell’immaginario dà l’innesco della sollevazione, ma emerge qualcosa di più di una somma delle rivendicazioni concrete, emerge un movimento che si pone contro l’insieme del sistema capitalista.
Le soggettività organizzate devono fare un passo indietro, abbiamo già pagato un prezzo troppo alto in passato alle velleità di egemonia, è tempo di liberarcene per lasciare spazio alle conflittualità di ogni giorno.
Alla lista delle prossime tappe nazionali credo vadano aggiunte:
  • l’assemblea nazionale sui temi dei diritti di asilo di libertà di circolazione e movimento.
  • Un periodo di iniziative contro il carovita a dicembre, per fare del mese in cui ci chiamano al consumo un mese di riappropriazione
Le pratiche da agire e generalizzare sono quelle di riappropriazione di reddito: occupazioni, autoriduzioni, rendere sistematica e organizzata l’illegalità diffusa che spontaneamente cresce, mettere insieme riappropriazione e sabotaggio di questo sistema per la costruzione di una vita nuova.

Pelino (noTAV)

Esistere è un diritto. Resistere è un dovere. Abbiamo il dovere di resistere per conquistarci il diritto di esistere. Per queste ragioni il movimento NoTav è stato a Rima il 19, è oggi a L’aquila, tornerà in piazza il 16: contro il furto del denaro pubblico, che è ricchezza che noi produciamo ma spendono contro di noi; contro la repressione dei movimenti popolari; per il salario sociale, servizi, una vita dignitosa; per la difesa e la cura del nostro territorio.
È importare riempire di tutti questi contenuti anche la giornata di assedio del 20.

Doso (noTAV)

Il potere è forte ed è contro di noi, ma finalmente i movimenti che resistono si allargano e si uniscono. È un popolo in piedi quello che abbiamo visto a Roma il 19. Un popolo fatto di persone, no di sigle, in piazza per mettere insieme la loro lotta e la loro rabbia.
Oltre che contro la loro forza materiale occorre lottare contro le false verità che ci gettano contro, il potere non è invincibile.
Una cosa è la legalità, che è la legge del più forte, altra cosa è la legittimità, che è di chi combatte per i propri diritti e dignità.
Questa è quello che abbiamo imparato mentre costruivamo le barricate in Valle.: stavamo imponendo una nuova giustizia, diversa da quella dei tribunali e delle procure.
Questi sono tempi amari solo se no osiamo ribellarci e per farlo dobbiamo rifiutare la distinzione tra buoni e cattivi.
Loro ci vogliono supini, senza memoria delle lotte che liberano, ma quel popolo di donne, bambini, migranti che abbiamo visto il 19 è il segno che possiamo vincere.
Siamo felici che sarete con il 16, ma ancora di più lo saremo di essere con voi qui a Roma il 20.
Nella lotta si coi ostruisce e ritrova quella socialità che il potere ci nega, si supera il presunto conflitto di generazioni, basta guardare alla partecipazione in questa sala, oltre che alle battaglie in valle per capirlo.

Checco (lavoratori logistica Bologna)

Il 23 marzo scorso ha segnato un balzo in avanti nell’organizzazione e lotta dei lavoratori della logistica. Un fatto sorprendente è avvenuto: la composizione migrante del settore, da essere fattore di ricatto e subalternità si è rovesciato diventando antagonismo irriducibile.
Il 19 abbiamo visto questa composizione è diventata un fatto generale: la metropoli meticcia, che nella logistica abbiamo vissuto per primi, è diventata protagonista generale.
Non è il frutto della spontaneità, né di un piano calato dall’alto, è il frutto del lavoro umile, di compagni che da anni sono attivi nei posti di lavoro, ai cancelli come nelle occupazioni di case.
È uno spazio nuovo, politico, antagonista quello che si apre.
Il primo passo è la rottura della paura, è sul piano della paura la controparte gioca per fermarci, ma questa composizione, nata dalla rottura della paura, è più forte.

Studaut

La partecipazione degli studenti al 19 è stata ancora insufficiente.
Il 15 è l’occasione per portare in piazza la rabbia degli studenti dopo anni di distruzione della scuola pubblica, per continuare col linguaggio e le pratiche del 19.
Portare la rabbia contro i palazzi
Considerarci non solo una componente studentesca ma giovanile in generale
Iniziare una sollevazione generale che continui anche dopo la giornata del 15, nella seddio delle scuole.

Abitare nella crisi Milano

Sollevazione non è una parola d’ordine, è una pratica quotidiana, che vive nei blocchi degli sfratti, nelle liste di occupazione ecc.

Giorgio (USB)

Siamo quelli che hanno attraversato tempi bui ma siamo ancora qua, a immaginare i passaggi successivi al 19 per una politica rivoluzionaria.
Le battaglie decisive da fare sono quelle per il reddito e per un uso socialmente utile delle risorse collettive.
Per farlo occorre sviluppare le potenzialità di organizzazione che abbiamo mostrato.

Ruffini (pensionato enel)

Ci occorrono meno suggestioni e più concretezza.
Meno sollevazioni e più occupazioni.
Meno rappresentazione e più internità territoriale al conflitto.
Avere continuità dipende dalla capacità di sviluppare organizzazione sui territori: comitati locali contro la crisi, per la casa, ecc. autorganizzazione.
Non serve incitare alla sollevazione ma prepararci a una lotta di lunga durata.
Prendiamo lezione dalla Grecia, il popolo greco ha costruito eroiche sollevazioni e ripetuti scioperi generali ma alla fine il programma della troika è passato, nonostante. Serve una lotta di lunga durata.
Non limitiamoci a confinare il conflitto in eventi centrali, strutturiamo contropotere.
In fine ritengo doverosa una dichiarazione di solidarietà con i processati per i fatti del 15 ottobre. Nessuno può ignorare che stanno pagando allo Stato un prezzo per noi tutti e che questo è tanto più alto anche a causa delle scomuniche che in quei giorni sono venute anche da qualcuno che oggi è qui. Questa dichiarazione sarebbe anche un atto di riparazione.

TPO

Volgiamo indicare nell’assalto al demanio, l’occupazione di nuovi spazi una nuova coordinata di lotta. La stiamo praticando a Treviso, la città che era di Gentilini e che oggi vive una nuova occupazione e a Trieste ecc
Credo che il 15 verrà una risposta sorprendente da quelli che si configurano non semplicemente come studenti ma come soggetti in formazione nella crisi che contro la crisi si sollevano.
Il 16, oltre alle manifestazioni dette coi saranno importanti manifestazioni a Gradisca per la chiusura del CIE e a Pisa, del Municipio beni Comuni.
Occorre tenere conto della dimensione ormai irreversibilmente europea dei processi di decisione e governante contro cui si battiamo. Sarebbe utile un tavolo tematico anche su questo e una lavoro di connessione con altri movimenti in Europa. In prospettiva, dato che è anno di elezioni, sarebbe utile anche una settimana internazionale contro le elezioni europee.
La battaglia per reddito garantito ha una lunga storia e tra noi esistono cui accenti e punti di vista diversi, ma possiamo impegnarci da subito in battaglie di riappropriazione, che vanno viste anche come appropriazione diretta del reddito socialmente prodotto. La data di dicembre, col Natale, è data ideale per questo.

Infoaut

Compito di quest’assemblea è costruire pezzi di un discorso (qualcuno la chiami pure piattaforma) da riportare e agire nei nostri territori.
Finora abbiamo costruito conflitto sui blocchi sociali esistenti nei territori che lottano e questo è il metodo da mantenere.
Alcuni punti importanti:
  1. Col rifiuto della delega o rappresentanza, mettendo insieme forze sociali, con la presenza diretta di queste, abbiamo messo in campo un ventaglio di composizione di classe che è un’ipostesi di ricomposizione possibile.
  2. Costruendo minacce abbiamo ottenuto risultato concreti. È la minaccia, ciò che li costringe a cedere che produce risultati
  3. Il movimento e tutte le sue pratiche, sono legittimi, rifiutiamo la legalità come discrimine e fattore di divisione
  4. Circa la dimensione europea: possiamo coi movimenti che esistono, non guardare in astratto alla dimensione dei processi di governante

ExCarcere Anomalia Palermo

Questo spazio politico ha portato una novità non solo come capacità di perseguire obiettivi ma come metodo che produce ricomposizione

Roma Bene Comune

Oggi siamo qui in pochi perché siamo impegnati in un’iniziativa che sono felice di poter dire che ha superato le nostre aspettative: una Costituente Popolare, sui tutti i temi di conflitto condivisi qui, è in corso a Cinecittà
Ripeto e ribadisco le caratteristiche del successo delle “4 giornate” di ottobre (dal 19 al 31)
Superamento di ogni pruderie di egemonia
Nessuno spazio ad ambiguità sul rapporto con istituzioni e rappresentanza
Aprire e proseguire la discussione anche su Europa, Eurozona, meccanismi do comando e collegamento con altri movimenti è di certo utile.

NoTav

Creo che la chiave è coniugare processo ed eventi. Nel senso che non ci serve la celebrazione degli eventi senza un processo che gli dia prospettiva, né l’apologia di un processo senza eventi.
Il vero salto che abbiamo compiuto è nel rifiuto della rappresentanza, interna come esterna.
Questo movimento, oggettivamente ancora minoritario, ha però vocazione maggioritaria, perché maggioritaria è la voglia e necessità di conflitto, la radicalità del conflitto ci rende maggioritari, tutto il resto è minoritarismo.

Assemblea Campana

Siamo maggioranza potenziale nel paese, per effetto della negazione dei bisogni.
La scommessa che ci lascia il 19 è la continuità, diventare maggioranza reale, diventare il riferimento di tutti quelli che rivendicano bisogni negati e cerca uno spazio politico nuovo da agire.
La nuova composizione di classe di chi vice di bisogni negati è stufa e necessita di un modo nuovo di fare politica e una nuova ricomposizione. Questo è quello che vediamo nelle lotte nei territori.
La scommessa diventa quindi portare assedi permanenti nei territori, rilanciare come centrale la battaglia per il reddito di cittadinanza, da coniugare con la battaglia per la riduzione dell’orario di lavoro, e infine porre la questione di una decisionalità diversa.

Acrobax Roma

Il 19 ci consegna una foto in cui c’è una cosa in più rispetto a prima: l’apertura di uno spazio di movimento. La sua unità è fondata su connessioni reali.
Il 19 ha offerto a una massa di 70mila persone di Roma, a un soggetto sociale principalmente giovanile un processo e uno spazio in cui poteva essere protagonista.
Anche per noi è decisivo affrontare la dicotomia legalità/giustizia.
Per il 20 prossimo è importante costruire iniziative di riappropriazione in tutta Italia (come nella settimana di lotta che ha preceduto il 19, agitare la questione di come si potrebbero impiegare i 26 miliardi che costa il TAV e i miliardi delle altre grandi opere, costruire spazi pubblici nei territori che continuino il percorso del 19.

Sandro (Cobas)

Abbiamo la responsabilità di andare avanti, di tessere nuove relazioni con movimenti che esprimono lotte ma ancora non sono stati intercettati. È decisivo articolare una “piattaforma” che dia risposte anche a loro.

Assemblea Marche

Voglio porre solo una questione, cui siamo particolarmente sensibili perché non riteniamo accettabile che tanti nostri compagni siano da anni sequestrati agli arresti domiciliari, se non in carcere e non siano con noi qui e nelle lotte di ogni giorno.
Contro la repressione la solidarietà non basta. Anzi, se è posta come battaglia difensiva, la solidarietà è perdente.
Occorre fare una battaglia offensiva che si batta per: amnistia, indulto, abrogazione e depenalizzazione dei reati di conflitto sociale.

La discussione sull’assedio del 20 (10.11)

L’orientamento dell’assemblea è di tematizzare l’assedio del 20 come una giornata di lotta che coniughi la battaglia a difesa dei territori (ovviamente ValSua in primis) e quella sull’uso delle risorse non grandi opere ma redistribuzione della ricchezza prodotta socialmente per reddito garantito, salute, case ecc.
Si punta a riprodurre la “tensione e tranquillità” del 19, le stesse che hanno inflitto all’apparato di propaganda nemica una secca sconfitta mediatica.
L’obiettivo primario e creare un assedio visibile.
Operativamente, si è affidato ai noTAV la realizzazione di una bozza di manifesto.
Data che luogo e ora del vertice sono ancora da definire, sarà un successivo appuntamento romano che definirà logistica e organizzazione pratica.


a cura di un compagno di 'proletari comunisti' presente all'assemblea

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