Stralci dai principali interventi all’assemblea nazionale di roma del 9.11
Introduzione
Quella del 19 ottobre è stata una
scommessa vinta. Era una scommessa, la posta era alta e la riuscita
non era certa, ma ci siamo riusciti w questo ha aperto un nuovo
percorso di ricomposizione su cui vogliamo proseguire.
Oggi siamo qui per trarre le
indicazioni di metodo che ci vengono da quella scommessa vinta.
Innanzitutto il metodo di
organizzazione, no a bandiere e mettere insieme di sigle ma
organizzazione dal basso e autonomia politica del movimento.
Portare al centro del dibattito
politico i problemi reali delle persone.
Abbiamo imparato come fronteggiare le
porte chiuse, come dire a nostra volta no ai rifiuti della
controparte:
- individuare e denunciare i colpevoli:
il governo e la troika
- indicare e perseguire obiettivi
concreti
- praticare assedio e sollevazione
Grazie a tutto questo abbiamo ottenuto
risultati.
Innanzitutto è finita la paura a
scendere in piazza. Anche se la repressione e gli arresti continuano,
mentre ministri scarcerano i grandi criminalità economica e restano
al loro posto, la paura a cendere in piazza non c’è più. Il
movimento ha dimostrato di essere più forte.
Abbiamo aperto degli spazi, abbiamo
mostrato che il conflitto paga, che scommettere porta risultati.
Dobbiamo scommettere ancora, verso una
vera sollevazione generale.
Le prossime tappe sono già sul
tappeto:
- la giornata di mobilitazione nazionale degli studenti medi il 15
- le manifestazioni diffuse nei territori del 16
- un nuovo assedio per il vertice Italia Francia del 20
di questo discuteremo oggi e nella
prosecuzione nei tavoli.
Luca (Blocchi precari metropolitani)
Siamo qui per riflettere sul percorso
già fatto e delineare un piano di medio periodo.
Innanzitutto voglio ribadire le ragioni
del successo ottenuto il 19 e a seguire:
- abbiamo voluto costruire processi nuovi, non partendo come al solito da un comitato promotore ma facendo viaggiare il contagio dell’assedio in modo virale per il paese, puntando su una costruzione orizzontale. Il risultato è stato che invece della consueta manifestazione d’autunno dell’opposizione abbiamo avuto una sollevazione.
- Siamo partiti dai conflitti reali nei territori, abbiamo preparato la sollevazione del 19 con una settimana di lotta e iniziative delle più varie, non facendo calare un appello nazionale, questo ha permesso un accumulo di energie che è straripato il 19
- Altrettanto decisiva è stata la scelta di percorso: rifiuto di qualsiasi rappresentanza e delega, istituzionale e interna al movimento.
Si può dire abbiamo messo insieme le
partecipazioni ai conflitti che si sviluppano tutti i giorni, ma il
risultato ha dato qualcosa in più delle semplice sommatoria di
queste partecipazioni. Qui sta il valore aggiunto del metodo.
Allo stesso modo mettere insieme i
bisogni reali e dell’immaginario dà l’innesco della
sollevazione, ma emerge qualcosa di più di una somma delle
rivendicazioni concrete, emerge un movimento che si pone contro
l’insieme del sistema capitalista.
Le soggettività organizzate devono
fare un passo indietro, abbiamo già pagato un prezzo troppo alto in
passato alle velleità di egemonia, è tempo di liberarcene per
lasciare spazio alle conflittualità di ogni giorno.
Alla lista delle prossime tappe
nazionali credo vadano aggiunte:
- l’assemblea nazionale sui temi dei diritti di asilo di libertà di circolazione e movimento.
- Un periodo di iniziative contro il carovita a dicembre, per fare del mese in cui ci chiamano al consumo un mese di riappropriazione
Le pratiche da agire e generalizzare
sono quelle di riappropriazione di reddito: occupazioni,
autoriduzioni, rendere sistematica e organizzata l’illegalità
diffusa che spontaneamente cresce, mettere insieme riappropriazione e
sabotaggio di questo sistema per la costruzione di una vita nuova.
Pelino (noTAV)
Esistere è un diritto. Resistere è un
dovere. Abbiamo il dovere di resistere per conquistarci il diritto di
esistere. Per queste ragioni il movimento NoTav è stato a Rima il
19, è oggi a L’aquila, tornerà in piazza il 16: contro il furto
del denaro pubblico, che è ricchezza che noi produciamo ma spendono
contro di noi; contro la repressione dei movimenti popolari; per il
salario sociale, servizi, una vita dignitosa; per la difesa e la cura
del nostro territorio.
È importare riempire di tutti questi
contenuti anche la giornata di assedio del 20.
Doso (noTAV)
Il potere è forte ed è contro di noi,
ma finalmente i movimenti che resistono si allargano e si uniscono. È
un popolo in piedi quello che abbiamo visto a Roma il 19. Un popolo
fatto di persone, no di sigle, in piazza per mettere insieme la loro
lotta e la loro rabbia.
Oltre che contro la loro forza
materiale occorre lottare contro le false verità che ci gettano
contro, il potere non è invincibile.
Una cosa è la legalità, che è la
legge del più forte, altra cosa è la legittimità, che è di chi
combatte per i propri diritti e dignità.
Questa è quello che abbiamo imparato
mentre costruivamo le barricate in Valle.: stavamo imponendo una
nuova giustizia, diversa da quella dei tribunali e delle procure.
Questi sono tempi amari solo se no
osiamo ribellarci e per farlo dobbiamo rifiutare la distinzione tra
buoni e cattivi.
Loro ci vogliono supini, senza memoria
delle lotte che liberano, ma quel popolo di donne, bambini, migranti
che abbiamo visto il 19 è il segno che possiamo vincere.
Siamo felici che sarete con il 16, ma
ancora di più lo saremo di essere con voi qui a Roma il 20.
Nella lotta si coi ostruisce e ritrova
quella socialità che il potere ci nega, si supera il presunto
conflitto di generazioni, basta guardare alla partecipazione in
questa sala, oltre che alle battaglie in valle per capirlo.
Checco (lavoratori logistica Bologna)
Il 23 marzo scorso ha segnato un balzo
in avanti nell’organizzazione e lotta dei lavoratori della
logistica. Un fatto sorprendente è avvenuto: la composizione
migrante del settore, da essere fattore di ricatto e subalternità si
è rovesciato diventando antagonismo irriducibile.
Il 19 abbiamo visto questa composizione
è diventata un fatto generale: la metropoli meticcia, che nella
logistica abbiamo vissuto per primi, è diventata protagonista
generale.
Non è il frutto della spontaneità, né
di un piano calato dall’alto, è il frutto del lavoro umile, di
compagni che da anni sono attivi nei posti di lavoro, ai cancelli
come nelle occupazioni di case.
È uno spazio nuovo, politico,
antagonista quello che si apre.
Il primo passo è la rottura della
paura, è sul piano della paura la controparte gioca per fermarci, ma
questa composizione, nata dalla rottura della paura, è più forte.
Studaut
La partecipazione degli studenti al 19
è stata ancora insufficiente.
Il 15 è l’occasione per portare in
piazza la rabbia degli studenti dopo anni di distruzione della scuola
pubblica, per continuare col linguaggio e le pratiche del 19.
Portare la rabbia contro i palazzi
Considerarci non solo una componente
studentesca ma giovanile in generale
Iniziare una sollevazione generale che
continui anche dopo la giornata del 15, nella seddio delle scuole.
Abitare nella crisi Milano
Sollevazione non è una parola
d’ordine, è una pratica quotidiana, che vive nei blocchi degli
sfratti, nelle liste di occupazione ecc.
Giorgio (USB)
Siamo quelli che hanno attraversato
tempi bui ma siamo ancora qua, a immaginare i passaggi successivi al
19 per una politica rivoluzionaria.
Le battaglie decisive da fare sono
quelle per il reddito e per un uso socialmente utile delle risorse
collettive.
Per farlo occorre sviluppare le
potenzialità di organizzazione che abbiamo mostrato.
Ruffini (pensionato enel)
Ci occorrono meno suggestioni e più
concretezza.
Meno sollevazioni e più occupazioni.
Meno rappresentazione e più internità
territoriale al conflitto.
Avere continuità dipende dalla
capacità di sviluppare organizzazione sui territori: comitati locali
contro la crisi, per la casa, ecc. autorganizzazione.
Non serve incitare alla sollevazione ma
prepararci a una lotta di lunga durata.
Prendiamo lezione dalla Grecia, il
popolo greco ha costruito eroiche sollevazioni e ripetuti scioperi
generali ma alla fine il programma della troika è passato,
nonostante. Serve una lotta di lunga durata.
Non limitiamoci a confinare il
conflitto in eventi centrali, strutturiamo contropotere.
In fine ritengo doverosa una
dichiarazione di solidarietà con i processati per i fatti del 15
ottobre. Nessuno può ignorare che stanno pagando allo Stato un
prezzo per noi tutti e che questo è tanto più alto anche a causa
delle scomuniche che in quei giorni sono venute anche da qualcuno che
oggi è qui. Questa dichiarazione sarebbe anche un atto di
riparazione.
TPO
Volgiamo indicare nell’assalto al
demanio, l’occupazione di nuovi spazi una nuova coordinata di
lotta. La stiamo praticando a Treviso, la città che era di Gentilini
e che oggi vive una nuova occupazione e a Trieste ecc
Credo che il 15 verrà una risposta
sorprendente da quelli che si configurano non semplicemente come
studenti ma come soggetti in formazione nella crisi che contro la
crisi si sollevano.
Il 16, oltre alle manifestazioni dette
coi saranno importanti manifestazioni a Gradisca per la chiusura del
CIE e a Pisa, del Municipio beni Comuni.
Occorre tenere conto della dimensione
ormai irreversibilmente europea dei processi di decisione e
governante contro cui si battiamo. Sarebbe utile un tavolo tematico
anche su questo e una lavoro di connessione con altri movimenti in
Europa. In prospettiva, dato che è anno di elezioni, sarebbe utile
anche una settimana internazionale contro le elezioni europee.
La battaglia per reddito garantito ha
una lunga storia e tra noi esistono cui accenti e punti di vista
diversi, ma possiamo impegnarci da subito in battaglie di
riappropriazione, che vanno viste anche come appropriazione diretta
del reddito socialmente prodotto. La data di dicembre, col Natale, è
data ideale per questo.
Infoaut
Compito di quest’assemblea è
costruire pezzi di un discorso (qualcuno la chiami pure piattaforma)
da riportare e agire nei nostri territori.
Finora abbiamo costruito conflitto sui
blocchi sociali esistenti nei territori che lottano e questo è il
metodo da mantenere.
Alcuni punti importanti:
- Col rifiuto della delega o rappresentanza, mettendo insieme forze sociali, con la presenza diretta di queste, abbiamo messo in campo un ventaglio di composizione di classe che è un’ipostesi di ricomposizione possibile.
- Costruendo minacce abbiamo ottenuto risultato concreti. È la minaccia, ciò che li costringe a cedere che produce risultati
- Il movimento e tutte le sue pratiche, sono legittimi, rifiutiamo la legalità come discrimine e fattore di divisione
- Circa la dimensione europea: possiamo coi movimenti che esistono, non guardare in astratto alla dimensione dei processi di governante
ExCarcere Anomalia Palermo
Questo spazio politico ha portato una
novità non solo come capacità di perseguire obiettivi ma come
metodo che produce ricomposizione
Roma Bene Comune
Oggi siamo qui in pochi perché siamo
impegnati in un’iniziativa che sono felice di poter dire che ha
superato le nostre aspettative: una Costituente Popolare, sui tutti i
temi di conflitto condivisi qui, è in corso a Cinecittà
Ripeto e ribadisco le caratteristiche
del successo delle “4 giornate” di ottobre (dal 19 al 31)
Superamento di ogni pruderie di
egemonia
Nessuno spazio ad ambiguità sul
rapporto con istituzioni e rappresentanza
Aprire e proseguire la discussione
anche su Europa, Eurozona, meccanismi do comando e collegamento con
altri movimenti è di certo utile.
NoTav
Creo che la chiave è coniugare
processo ed eventi. Nel senso che non ci serve la celebrazione degli
eventi senza un processo che gli dia prospettiva, né l’apologia di
un processo senza eventi.
Il vero salto che abbiamo compiuto è
nel rifiuto della rappresentanza, interna come esterna.
Questo movimento, oggettivamente ancora
minoritario, ha però vocazione maggioritaria, perché maggioritaria
è la voglia e necessità di conflitto, la radicalità del conflitto
ci rende maggioritari, tutto il resto è minoritarismo.
Assemblea Campana
Siamo maggioranza potenziale nel paese,
per effetto della negazione dei bisogni.
La scommessa che ci lascia il 19 è la
continuità, diventare maggioranza reale, diventare il riferimento di
tutti quelli che rivendicano bisogni negati e cerca uno spazio
politico nuovo da agire.
La nuova composizione di classe di chi
vice di bisogni negati è stufa e necessita di un modo nuovo di fare
politica e una nuova ricomposizione. Questo è quello che vediamo
nelle lotte nei territori.
La scommessa diventa quindi portare
assedi permanenti nei territori, rilanciare come centrale la
battaglia per il reddito di cittadinanza, da coniugare con la
battaglia per la riduzione dell’orario di lavoro, e infine porre la
questione di una decisionalità diversa.
Acrobax Roma
Il 19 ci consegna una foto in cui c’è
una cosa in più rispetto a prima: l’apertura di uno spazio di
movimento. La sua unità è fondata su connessioni reali.
Il 19 ha offerto a una massa di 70mila
persone di Roma, a un soggetto sociale principalmente giovanile un
processo e uno spazio in cui poteva essere protagonista.
Anche per noi è decisivo affrontare la
dicotomia legalità/giustizia.
Per il 20 prossimo è importante
costruire iniziative di riappropriazione in tutta Italia (come nella
settimana di lotta che ha preceduto il 19, agitare la questione di
come si potrebbero impiegare i 26 miliardi che costa il TAV e i
miliardi delle altre grandi opere, costruire spazi pubblici nei
territori che continuino il percorso del 19.
Sandro (Cobas)
Abbiamo la responsabilità di andare
avanti, di tessere nuove relazioni con movimenti che esprimono lotte
ma ancora non sono stati intercettati. È decisivo articolare una
“piattaforma” che dia risposte anche a loro.
Assemblea Marche
Voglio porre solo una questione, cui
siamo particolarmente sensibili perché non riteniamo accettabile che
tanti nostri compagni siano da anni sequestrati agli arresti
domiciliari, se non in carcere e non siano con noi qui e nelle lotte
di ogni giorno.
Contro la repressione la solidarietà
non basta. Anzi, se è posta come battaglia difensiva, la solidarietà
è perdente.
Occorre fare una battaglia offensiva
che si batta per: amnistia, indulto, abrogazione e depenalizzazione
dei reati di conflitto sociale.
La discussione sull’assedio del 20 (10.11)
L’orientamento dell’assemblea è di
tematizzare l’assedio del 20 come una giornata di lotta che
coniughi la battaglia a difesa dei territori (ovviamente ValSua in
primis) e quella sull’uso delle risorse non grandi opere ma
redistribuzione della ricchezza prodotta socialmente per reddito
garantito, salute, case ecc.
Si punta a riprodurre la “tensione e
tranquillità” del 19, le stesse che hanno inflitto all’apparato
di propaganda nemica una secca sconfitta mediatica.
L’obiettivo primario e creare un
assedio visibile.
Operativamente, si è affidato ai noTAV
la realizzazione di una bozza di manifesto.
Data che luogo e ora del vertice sono
ancora da definire, sarà un successivo appuntamento romano che
definirà logistica e organizzazione pratica.
a cura di un compagno di 'proletari comunisti' presente all'assemblea
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