lunedì 11 novembre 2013

pc 11 novembre - Ministri a taranto - proteste e proposte dello slai cobas per il sindcato di classe

la fortezza blindata dei ministri Orlando e Giovannini con tutte le cosiddette autorità e i sindacalisti servi vara un protocollo di carta

che purtroppo continuerà ad essere smentito dalla realtà di fabbrica ILVA e ENI e non solo...
gli operai morti, quelli feriti e intossicati, dentro una città inquinata e gassificata non trovano nell'aria fritta di questo protocollo nulla di concreto e reale
ma poi..
i governi dei padroni compreso quello di cui fanno parte i ministri presenti a taranto hanno attaccato e ridotto i vincoli per la sicurezza sui posti di lavoro con i decreti semplificazione e 'fare' , così come sempre più deboli sono i poteri ispettivi
i sindacati confederali condividono quotidianamente leggi e accordi peggiorativi sulla sicurezza - citiamo ancora l'accordo MOF che ha portato alla morte Claudio Marsella
poi quanto ci sia da fidarsi da amministrazioni regionali, provinciali, comunali  i cui capi sono inquisiti è facile comprenderlo
altre sono le proposte che vengono dai lavoratori, dalla rete nazionale per la sicurezza che giustamente dal loro punto di vista ci hanno impedito di portare ai ministri con la zona rossa
ma certo non pensiamo che le nostre proposte possano essere accolte, senza una vera mobilitazione di lavoratori e cittadini, che abbia il carattere di una rivolta
ma come diceva un pensionato questa mattina al breve presidio dello slai cobas - poi la pioggia ci ha costretto a sospenderlo - prima o poi la misura sarà colma e la corda si spezzerà e allora si vedrà che
a quei signori asserregliati in prefettura non  basterà la polizia e la zona rossa, per essrere trattati come meritano
assassini e complici di assassini per il profitto del padrone e del capitale in generale


il ministro giovannini che è venuto a fare ? - fuori c'erano gli operai vestas e marcegaglia che stanno perdendo il lavoro

in una città in cui ci sono decine di migliaia di disoccupati e precari e in tutti i posti di lavoro vi sono
licenziamenti, cassaintegrazione . cosiddetti 'contratti di solidarietà
e questo ministro non ha avuto nulla da dire su tutto questo
la lotta per il lavoro è altra cosa
abbiamo preparato delle proposte, ma naturalmente sapendo che non possono essere accolte dai ministri del
lavoro che non c'è
queste proposte servono alla lotta unitaria e di massa, uniamo le vertenze, uniamo operai, precari, disoccupati in unico fronte di lotta - fuori e contro anche gli stessi dsindacati confederali complici -

Primo, al problema sempre più vasto delle fabbriche in crisi (che spesso non sono affatto in crisi, ma chiudono per cercare lidi più convenienti) non si risponda solo con ammortizzatori sociali, ma con una RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO A PARITA’ DI SALARIO, alternativa ai Contratti di solidarietà; in questo caso l’intervento dell’Inps potrebbe coprire non le ore di “solidarietà” bensì la riduzione d’orario per mantenere il salario al 100%
Secondo, per i disoccupati, un intervento legislativo che porti subito all’occupazione di centinaia di migliaia di disoccupati – un esempio che vogliamo ricordare è in questo senso la Legge n.285/77. Ci sono settori di attività assolutamente necessari che devono creare occupazione: un PIANO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA ‘PORTA A PORTA’ all’interno della questione più generale del ciclo dei rifiuti; un piano di SOSTEGNO ALLE BONIFICHE AMBIENTALI per farne una risorsa lavorativa, in città in cui essa assume anche un significato di risarcimento sociale.
Istituzione del SALARIO MINIMO GARANTITO per i disoccupati e coloro che hanno una difficile ricollocazione lavorativa. Unito ad un piano di FORMAZIONE FINALIZZATA AL LAVORO.
Terzo, chiediamo che negli appalti pubblici, un LIMITE  AL ”MASSIMO RIBASSO”, e una CLAUSOLA SOCIALE che obblighi le ditte ad assumere dal bacino dei disoccupati della realtà in cui si svolgono i lavori e al rispetto dei CCNL.

DECRETO OPERAIO ALL’ILVA
- nessun operaio deve andare a casa
- salari e diritti non si toccano
- gli operai impiegati nella messa a norma
- la 1° messa a norma è garantire sicurezza agli operai
- in una fabbrica insalubre e nociva come l’Ilva non si può lavorare per tanti anni, ma 20 ANNI BASTANO, con ripristino eventuale del CCNL siderurgico, ed estensione, quindi, a tutti dei benefici pensionistici.



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