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Da alcuni anni a questa parte é evidente come i Rettori degli Atenei
tendano a vedere gli studenti solo come consumatori. Consumatori dentro
zone universitarie e città-vetrina, consumatori di saperi utili
solamente a riprodurre le condizioni sociali di cui viviamo tutte le
contraddizioni, nelle forme della precarietà e della mancanza di reddito
e diritti sociali.
Ma a Bologna gli studenti hanno alzato la testa
per difendere i loro diritto a vivere gli spazi che attraversano
quotidianamnete con i loro linguaggi e la loro socialità sottratta ai
meccannismi sempre più rapaci di mercificazione.
Come Collettivo Universitario Autonomo abbiamo organizzato una serata dal titolo "Ci sono cose che non bruciano" di sostegno allo Spazio Antagonista Newroz, vittima di un infame attacco incendiario. La serata è iniziata con un'assemblea, in Via Zamboni, con le lavoratrici in lotta della Sodexo e il contributo del Laboratorio Crash, che portava l'esperienza delle lotte nella logistica...
...pochi minuti dopo l'inizio, polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa hanno fatto irruzione per sciogliere l'assemblea. Dinanzi ad una provocazione inaccettabile gli studenti e le studentesse non hanno avuto dubbi: bisognava resistere! E così è stato.
In
una fase in cui la tendenza sembra essere quella di reprimere il più
possibile le lotte e gli spazi di dissenso in Università, la risposta
non può che essere quella di riprendersi, pezzetto dopo pezzetto, spazi
e agibilità politica, dal basso.
I fatti dell'Ex-Cuem di Milano
di qualche settimana fa sono l'emblema di come chiunque cerchi di
portare avanti percorsi autogestione e lotta dentro e contro
l'università della crisi continui a non trovare risposte politiche, ma
soltanto scudi e manganelli.
E' lapalissiano il ragionamento che
sta venendo portato avanti riguardo ad una università declassata
incapace di dare futuro a studenti e studentesse. D'altronde, i dati
sulla disoccupazione, che riguardano soprattutto chi si è già laureato,
suffragano la mancanza di risposte di un sistema che scarica le sue
incapacità tramite un nuovo attacco agli spazi di socialità e di
galleggiamento dentro la condizione di precarietà.
A fronte di
questa innegabile realtà, rispondere con forza ad ogni momento di
repressione nei confronti dei movimenti sociali è ciò che segna la
discontinuità di fronte ai troppi esempi di rassegnazione e perdità di
diritti a cui stiamo assistendo giorno dopo giorno.
E'necessità
collettiva impedire l'attacco a chi tenta di ricomporre le lotte vive
dei lavoratori, come quelle della Sodexo di Pisa e dei facchini della
logistica, o ancora degli studenti nel loro quotidiano affrontare
l'università che diventa azienda.
Oggi come sempre, la
nostra determinazione contro i soprusi sarà un punto fermo e
imprescindibile, così come quella di tante e tanti che ci stanno fianco a
fianco nelle lotte, siano esse in zona universitaria che in tutta la
città!
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