mercoledì 22 maggio 2013

pc 22 maggio - Il ministro dello Sviluppo Zanonato chiama Marchionne… scenette degne di Totò è Peppino

L'uno fa finta di non capire quello che l'altro ripete continuamente!

E anche il ministro allora ripete quello che già altri ministri fanno da tempo e conferma che non vuole essere da meno, facendo passare per "novità di politica economica" la solita volontà di finanziare a fondo perduto i padroni.

E come? Ma "semplicando" la vita degli industriali modificando e togliendo di mezzo leggi fastidiose! "Mettendo le imprese nelle stesse condizioni dei concorrenti europei" agevolandone la competitività!

Perdinci, come si fa a non capire che i padroni (e la scenetta si ripete con Zanonato che parla oramai da solo perché l'altro ha già fatto la valigià per sbarcare definitivamente negli USA) in difficoltà hanno bisogno di soldi? E dove si trovano? Ci pensa Zanonato che vuole mettere le mani nel  "…Fondo crescita sostenibile a garanzia di finanziamenti erogati con l'apporto di Bei [Banca Europea degli Investimenti], e possibilmente Cassa depositi e prestiti” cioè la cassa pubblica!

Industria
Fiat: Zanonato chiama Marchionne
Il ministro dello Sviluppo Economico incontrerà il manager la prossima settimana per "capire cosa ha intenzione di fare per l'azienda nel nostro Paese". Intanto, sul fronte dell'imprese per il ministro la strada da prendere è quella della semplificazione
di rassegna.it
“Ho fatto una telefonata a Marchionne e lo vedrò, probabilmente nella prossima settimana per una chiacchierata che mi faccia capire cosa ha intenzione di fare per l'azienda nel nostro Paese”. Lo afferma oggi in un'intervista a Il Sole 24 Ore il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato.

“Sono figlio di un operaio Fiat e ho frequentato le colonie estive dell'azienda – prosegue il ministro - Detto questo, dobbiamo tener presente che il mercato nazionale è passato in tre anni da 2 milioni di nuove immatricolazioni a una previsione di poco oltre 1,3 milioni a fine anno. L'automotive è in forte difficoltà, ma resta fortemente strategica per il nostro Paese”.

Nella stessa intervista poi il ministro affronta il tema della competitività delle aziende italiane. Secondo Zanonato è necessario “mettere le imprese nelle stesse condizioni dei concorrenti europei” perché non si può “gareggiare se hai una zavorra, anche Bolt se dovesse correre i 100 metri con uno zaino di 30 chili si troverebbe in difficoltà”. “Le nostre imprese – spiega il ministro - quasi sempre sono svantaggiate, sotto l'aspetto normativo, fiscale, del credito, del costo dell'energia. Dobbiamo invertire la rotta”.
L'ex sindaco di Padova suggerisce poi di cominciare “dalle cose che non costano”, “semplificando norme e regolamenti farraginosi”, ad esempio leggi ‘penalizzanti’ come il Sistri, restringendo la tracciabilità “ai rifiuti pericolosi”. Per il manifatturiero “pensiamo di utilizzare una parte delle disponibilità del Fondo crescita sostenibile a garanzia di finanziamenti erogati con l'apporto di Bei, e possibilmente Cassa depositi e prestiti” attivando così “un volano di finanziamenti pari a 2/3 miliardi, disponibili già dopo l'estate”.

Del problema del credito alle imprese, poi, “ho parlato con il presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, e ci rivedremo oggi per condividere un percorso comune”, assicura il ministro. E “in generale si può fare di più con i fondi di garanzia. Stiamo lavorando per allentare i criteri di accesso al Fondo centrale di garanzia per le Pmi del Mise”.

Quanto all'Iva “l'aumento è già deciso per legge, ma proveremo a trovare i fondi per non attivarlo. Se ci riusciamo, trovando risorse per 4 miliardi, onestamente non lo so”. Dovrebbe essere prorogato fino a fine anno, invece, il bonus fiscale del 55% per l'efficienza energetica, probabilmente limitato “a chi non gode già di altri benefici fiscali”. 


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