intervento di Marco Ferrando-PCL sul Manifesto del 18 maggio 2013
Il nuovo attacco di Beppe Grillo allo ius soli
non rappresenta una battuta infelice, per quanto odiosa. Come non è una
battuta la promessa elettorale del candidato sindaco del M5S a Roma di
«far sgomberare il Teatro Valle occupato per riportare la legalità».
Queste posizioni rivelano in realtà, una volta di più, la natura
reazionaria del grillismo. Un soggetto politico che fa proprio
l'armamentario ideologico razzista delle destre, e le sue campagne
d'ordine, al servizio di un unico disegno: la scalata del potere
politico, nel nome di un progetto plebiscitario. Un progetto che
apertamente rivendica l'abolizione del sindacato in quanto tale, la
soppressione «di tutti i partiti», una Repubblica fondata sulla rete,
sotto il controllo dei suoi guru (Casaleggio e Grillo). Il regime
dispotico interno al M5S è solo la prefigurazione del regime politico
per cui M5S si batte. In questi mesi troppi sono stati (e sono), a
sinistra, i silenzi, le ambiguità, e addirittura i pubblici elogi al M5S
come movimento di «sinistra e progressista». Con pochissime eccezioni,
le più diverse sinistre politiche e sindacali hanno ripetutamente
assunto e ricercato il M5S come possibile interlocutore e alleato delle
«comuni battaglie democratiche e sociali». Questa politica non solo è
priva di ogni fondamento nella realtà. Non solo nasconde ai lavoratori
lo stesso progetto sociale di Casaleggio (abbattimento di pensioni e
stipendi pubblici per regalare ai padroni l'abolizione dell'Irap, con un
miserabile reddito di cittadinanza quale ammortizzatore della
spoliazione del lavoro). Ma è stata usata da Grillo e Casaleggio come
leva del proprio sdoganamento politico ed elettorale nel movimento
operaio e nel popolo della sinistra. Alla ricerca di uno sfondamento
populista in tutte le direzioni. E col cinismo calcolato di chi può
impugnare ogni bandiera, dall'immagine democratica di Rodotà al razzismo
più becero, pur di allargare il consenso per il proprio disegno di
potere. Questa politica di avallo suicida del grillismo, ora deve
finire. Il partito comunista dei lavoratori in questi mesi,
controcorrente, ha retto da solo, a sinistra - assieme ad alcune
personalità e intellettuali come i Wu Ming - l'onere del contrasto a
M5S, con un'azione di controinformazione in ogni ambito di movimento e
di confronto. Ora facciamo appello a tutte le sinistre - politiche,
sindacali, associative, di movimento- perché cessi ogni ambiguità e
reticenza sul grillismo. E perché possa svilupparsi, finalmente, su
questo terreno un'iniziativa unitaria. L'attacco razzista di Grillo allo
ius soli non può essere senza conseguenze: può e deve diventare un
punto di svolta nel rapporto con il M5S per tutte le forze del movimento
operaio. L'azione centrale di opposizione politica e sociale al governo
Letta-Alfano - che deve essere radicale e di massa - va sviluppata in
piena autonomia dal M5S e combinata con la battaglia aperta al populismo
reazionario e razzista, già a partire dall'importante mobilitazione di
oggi a Roma promossa dalla Fiom. Ogni ambiguità sul grillismo, se era
prima un errore, ora diverrebbe un crimine politico. * Partito comunista
dei lavoratori
[stampa]
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