«A Melfi succedono cose incredibili dopo il licenziamento dei tre lavoratori Fiom (bocciato dal giudice in primo grado: ndr) accusati di aver sabotato l'azienda.
Oggi quello stabilimento registra una produzione superiore al tabellone previsionale esposto sulla testa dei dipendenti, i lavoratori sono obbligati a movimenti ridotti e contingentati per le otto ore di turno. La morale è
semplice: ti pago di meno, produci di più e intanto la tua qualità della vita è compromessa per sempre».
Dall'opuscolo "S/catenate - donne lavoro-non lavoro una lotta di classe e di genere".
La
Fiat con il piano Marchionne è l’esempio più lampante
e drammatico di questa condizione.
Da
un’altra inchiesta fatta dalle lavoratrici dello Slai cobas per il
sindacato di classe, prima e dopo il piano Marchionne, è emerso
chiaro l’effetto altamente nocivo di questo piano. Il nuovo sistema
degli orari, la riduzione delle pause, la nuova metrica e la
turnistica determinano un notevole peggioramento dei carichi di
lavoro e dell’affaticamento sulle linee di produzione. L’uso
dilatato e degli orari e dei turni, insieme all’intensificazione
dei ritmi di lavoro, sovraccarico di lavoro, straordinario anche di
sabato e domenica, sottrae tempo al riposo, al tempo libero, al tempo
in famiglia.
"Loro
- hanno detto delle operaie Fiat Sata - non sanno cosa significa
catena di montaggio. Dicono: "che cosa sono 10 minuti di pausa
in meno...", ma quando, come alla Sata, i bagni stanno a inizio
e fine del reparto, per chi sta in mezzo ci vogliono 10 minuti solo
per arrivarci! E per le donne? Chi ha il ciclo mestruale come deve
fare?". Alla Sata già con i precedenti sistemi (TMC – TMC2)
le operaie hanno subito pesanti conseguenze sull'apparato
riproduttivo, disfunzioni, interruzioni del ciclo mestruale, problemi
durante le gravidanze. Ora è anche peggio.
“Faccio
i turni - racconta una operaia della Fiat di Termoli - di mattina e
pomeriggio ma sono del tutto inconciliabili con l'orario spezzato di
mio marito. Tutte le mie richieste di cambiare orario sono rimaste
senza risposta ... mia madre è costretta a venire a casa mia
all'alba...”.
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