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Il cda dell'Ilva si è dimesso. La decisione dopo circa tre ore di riunione convocata nella sede di Milano di viale Certosa dopo il maxi sequestro da 8,1 miliardi disposto ieri dalla procura di
Taranto. Intorno alle 13.15 è uscita dalla sede una vettura con a bordo
gli avvocati De Luca e Lombardi che hanno confermato la fine della
riunione.
"È
gente intelligente e capace che cerca di mantenere la serenità anche in
questi momenti difficili", ha dichiarato De Luca che ha rimandato a un
comunicato le decisioni assunte dal board.
Poco prima delle 13 si è
allontanata anche la vettura con a bordo il medico che era stato
chiamato in mattinata e che non ha voluto rilasciare alcuna
dichiarazione.
Ecco il testo del comunicato stampa diffuso dopo
la riunione: "Il Consiglio di amministrazione di ILVA ha esaminato oggi
il provvedimento del GIP di Taranto del 22 maggio corrente e ha dato
mandato ai propri legali di impugnarlo nelle sedi competenti
L'ordinanza
dell'Autorità giudiziaria colpisce i beni di pertinenza di RIVA FIRE e
in via residuale gli immobili di ILVA che non siano strettamente
indispensabili all'esercizio dell'attività produttiva nello stabilimento
di negativi per ILVA, i cui beni sono tutti strettamente indispensabili
all'attività industriale e per questo tutelati dalla legge n.231 del
2012, dichiarata legittima dalla Corte Costituzionale". "
Vista
la gravità della situazione - prosegue la nota - e incidendo il
provvedimento di sequestro anche sulla partecipazione di controllo di
Ilva detenuta da Riva Fire, i Consiglieri, Bruno Ferrante, Enrico Bondi e
Giuseppe De Iure hanno presentato le dimissioni dalle rispettive
cariche con effetto dalla data dell'Assemblea dei Soci, che il Consiglio
ha convocato per il giorno 5 giugno ore 9, ponendo all'ordine del
giorno la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione".
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