VENERDI’ 17 MAGGIO
Il meteo parla chiaro, pioggia, ancora un po’ di pioggia e ancora
pioggia forte. Gli anziani del paese per una volta concordano con i
meteorologi, un mese e mezzo di pioggia quasi continua, la stagione in
assoluto più piovosa per il nord ovest d’Italia nell’ultimo secolo. E
così, dopo una settimana sotto il fuoco mediatico incrociato il “mostro”
movimento no tav apre venerdì 17 maggio la tre giorni di campeggio a
Chiomonte. Appuntamento alle 18 area Garavella, nei pressi della
centrale elettrica, piazzamento tende e cena al sacco. Ovviamente
nessuno dei due punti viene rispettato, tende no, meglio gommoni si dice
ridendo. Non si resta però con le mani in mano e allora ecco una bella
sorpresa, non informato della mobilitazione,alle 19 circa arriva un
pulmino carico di carburanti per il cantiere. Non c’è neanche
discussione, blocco, retro veloce e via, oggi chiuso. Il cancello della
centrale elettrica torna di nuovo ad essere un punto di pressione no
tav, dietro, sotto l’acqua i rinforzi promessi alle truppe dal ministro
Alfano non ci sono, solo tante chiacchiere, una decina di pulmini e le
solite facce brutte che da due anni presidiano e difendono il cantiere.
Niente super poliziotti, marines, truppe speciali o altro, i soliti
carabinieri della stazione di Susa e la questura di Torino e immancabile
il pezzo da museo, il vecchio idrante iveco reduce dalle piazze
dell’ultimo quarto di secolo. Insomma ancora una volta tante parole,
chiacchiere al vento e condanne ma dietro alle recinzioni nulla è
cambiato. Dopo una piccola pausa per la cena si ritorna a Chiomonte per
l’appuntamento della sera, 21.30, pioggia ancora battente ma si parte lo
stesso, sentiero direzione cantiere. Le truppe si agitano, vedendo le
macchine andare via per cena forse pensavano ad una smobilitazione,
colti di sorpresa iniziano a correre. Dopo una breve passeggiata senza
spiacevoli incontri al ritorno presso il cancello della centrale ecco ad
attendere i no tav una gratuita rappresaglia. Tutti al muro, (una
decina di no tav), controllo dei documenti e filmati per tutti. Il tutto
non dura più di una mezz’oretta, rieccoci qui sembrano voler dire le
truppe, anche noi siam tornati, vecchia scuola, vecchi metodi, ma questi
il movimento gà li conosce e non funzionano.
SABATO 18 MAGGIO
Il primo giorno di campeggio è andato, dopo una notte passata presso il
presidio di Venaus, sempre comodo e accogliente iuniziano i preparativi
per la giornata. Si fa la spesa e si prepara il forno, Michele e
Biagio, sapienti e pazienti presidianti organizzano, fungono da
centralino per le informazioni ai no tav in arrivo e aprono la loro
bella e resistente casa. Per chi arriva oggi (molti ragazzi nonostante
la pioggia sono continuati a giungere da Torino, Milano, Roma, anche
dalla Sardegna) lo spettacolo è bellissimo, i prati sono verdissimi e
dopo la molta acqua caduta l’orto sembra crescere a vista d’occhio.
Quest’anno il presidio, punterà all’autosufficenza alimentare, le
galline, gli orti, le tante verdure piantate serviranno per i
presidianti e per i molti ospiti. Alle tre del pomeriggio l’appuntamento
viene annulato, causa maltempo e giro d’Italia. Le strade sono chiuse e
molte bandiere attendo i ciclisti in questa tappa improvvisata
attraverso la valle di Susa. Al presidio però non ci si ferma, si
puliscono le verdure e si asciuga la legna per il forno delle pizze,
l’impasto invece era già pronto dal giorno prima. In arrivo per la cena
anche un gruppo di ciclisti che segue in modo critico il giro d’Italia, a
favore di un altro sport, libero, non mercificato, senza il doping e
dunque quale posto migliore per fare “tappa” se non un presidio no tav?
Il pomeriggio passa così, tra preparativi e partite a carte, discussioni
e risate. Alle 19 escono le prime pizzette dal forno per l’aperitivo,
ottime e fino alle 20 con una continuità degna di una pizzeria
napoletana si prosegue in allegria. Alle 20 è pronta la pasta e con un
buon bicchiere di vino di Bussoleno offerto da Tommaso ci si prepara
all’iniziativa verso il cantiere. Le previsioni parlano chiaro, sabato
18 ore 21 picco massimo di precipitazioni. Si parte lo stesso e alle
21.30 una trentina di no tav con le macchine raggiungono Giaglione e poi
ancora da lì a piedi verso il cantiere. Lo spettacolo della val Clarea
di notte è a dir poco sconvolgente, luci e fari che iluminano a giorno
una superficie complessiva di oltre 70000 metri quadri, reti e filo
spinato, muri, cancelli, luci blu, blindati militari, caschi, idranti.
Tutto è pronto per l’arrivo dei no tav, almeno un centinaio di
carabinieri, poliziotti e alpini attendono agitati la comitiva. Qualche
urlo ma nulla di più, molti giri attorno alle reti e con molta calma
tanti no tav arrabbiati e determinati che prendono le misure del mostro.
Misure non in metri o centimetri, non in euro spesi ma misure di
resistenza, reazione delle truppe agli spostamenti, capacità di
movimento sul campo, tempi, agibilità dei sentieri. Il tutto dura
un’oretta circa, sempre sotto una pioggia battente. Primo bilancio tra
le chiacchiere al ritorno: positivo. Le recinzioni sempre più larghe e
nessun aiuto reale giunto come rinforzo alle truppe presenti fanno
pensare ad un buon tipo di agibilità per le future azioni di disturbo.
Si torna dunque verso Venaus, al presidio dove i giovani, molti, giunti in valle anche da lontano troveranno riparo per la notte. Una felice sorpresa ad attendere gli ospiti di ritorno dal cantiere, altri ospiti, il controgiro appunto con chitarra e fisarmonica in un improvvisato e carino reading musicale ripercorrendo le gesta di grandi campioni del passato. E così tra canti e musica si chiude la seconda giornata di lotta al presidio di Venaus.
Si torna dunque verso Venaus, al presidio dove i giovani, molti, giunti in valle anche da lontano troveranno riparo per la notte. Una felice sorpresa ad attendere gli ospiti di ritorno dal cantiere, altri ospiti, il controgiro appunto con chitarra e fisarmonica in un improvvisato e carino reading musicale ripercorrendo le gesta di grandi campioni del passato. E così tra canti e musica si chiude la seconda giornata di lotta al presidio di Venaus.
DOMENICA 19 MAGGIO
il tempo sembra migliorare, qualche raggio di sole al mattino fa
sperare ma l’acqua corre ancora incessante e a causa del fango viene
rinviata la corsa podistica attorno alle recinzioni. La passeggiata
della sera precedente non lasciava dubbi sulle decisioni, terreno
impraticabile per lo sport. Ma non solo a questo è servito il
sopralluogo serale e così dopo il pranzo al riparo nel presidio di
Venaus si riparte alla volta del cantiere. A metà pomeriggio alcune
decine di no tav raggiungono nuovamente le reti in Clarea e subito parte
una battitura che sorprende gli assopiti uomini di guardia. Un gruppo
di no tav poi si muove alla volta del lato sud delle recinzioni dove è
in costruzione una nuova strada che permetterebbe alle truppe di
pattugliare dall’esterno le recinzioni in auto per quasi tutto il
perimetro. Subito le truppe si allertano e corrono veloci con caschi
scudi e manganelli contro i no tav. Tutto tranquillo solo fino a quando
un folletto della clarea, incuriosito dal sopralluogo la sera precedente
ruota un collettore delle acque piovane verso il cantiere e copiosa
l’acqua inizia a deviare nei piazzali di lavorazione. Scompiglio,
agitazione, i manganelli pare non servano ad arginare l’acqua, neanche
gli scudi e i lacrimogeni, qui finisce la professionalità delle truppe.
Finita la battitura si ritorna dunque verso Venaus andando a chiudere
una piovosa ma non monotona tre giorni no tav.
Una tre giorni di pioggia e lotta no
tav, per tornare al cantiere, verificare l’agibilità degli spazi di
campeggio e premere ancora una volta contro questo incredibile
meccanismo di devastazione ambientale. Un piccolo passo in un percorso
che dura da anni, un grande passo per iniziare con dignità e
determinazione un’altra importante estate di lotta no tav. Bilancio
positivo, morale alto e tanta voglia di no tav!
Ora e sempre no tav!
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