martedì 21 maggio 2013

pc 21 maggio - all'assemblea di Palermo rilanciata la battaglia per la costruzione del Partito Comunista maoista in Italia


dalla introduzione all'assemblea

Quest'anno il 1° Maggio sembra l'8 marzo. Siamo obbligati a dedicare questo giorno alle operaie e operai del Bangladesh, uccisi dal devastante crollo che ha provocato circa 1000 morti per il profitto dei padroni e dell'imperialismo. Bene ha fatto l'MFPR ha fare un appello a livello nazionale e internazionale per dedicare questa giornata a queste operaie.

Il 1° Maggio è la giornata internazionale dei lavoratori; non è mai stata una giornata meramente sindacale, anche se negli anni tutti i lavoratori sono scesi in piazza con i loro sindacati e lo fanno ancora in tanti paesi. Ma mai bisogna dimenticare che il 1° maggio è rosso, è una giornata promossa dai comunisti di tutto il mondo.
Guardando al nostro paese, la situazione è davvero tragica. Il 1° Maggio ha perso il suo significato, diventando una generica “festa del lavoro”. Quest'anno è anche peggio, perchè i sindacati confederali fanno manifestazioni di richiamo insieme ai padroni. Poi da anni c'è il concertone di Roma, sempre sotto l'egida dei sindacati confederali.
Quest'anno a Taranto c'è stato un altro concerto a cui hanno aderito diversi artisti; lo hanno fatto con lo spirito di costruire un evento alternativo a Roma e per celebrare il 1° Maggio in una città considerata al centro delle vicende nazionali del mondo del lavoro per l'Ilva. E' un'iniziativa in parte positiva perchè offre un altro punto di riferimento, contribuisce a sgretolare l'immagine del con certo,quasi di Stato di Roma. Ma un concerto non è una lotta, e gli organizzatori di esso, il Comitato Liberi e pensanti, consegnano questa scadenza ai cittadini e ai lavoratori considerati come “cittadini”, privati quindi della loro autonomia di classe.
Fare questo, al di là della grande partecipazione, contribuisce ancora a snaturare il significato di questa giornata per la classe e nella lotta di classe.

Il 1° Maggio è una giornata mondiale. Nella maggiorparte dei paesi del Mondo vi sono manifestazioni operaie e popolari, anche nei paesi in cui le dittature borghesi vietano il 1° Maggio, vietano l'esistenza stessa di partiti e organizzazioni della classe operaia. Il 1° Maggio viene celebrato in tutti i paesi europei attraversati della crisi, con importanti e significati cortei, e in Germania, Berlino e Amburgo, le forze rivoluzionarie manifestano per mantenere il vero significato del 1° Maggio.
Noi comunisti marxisti-leninisti-maoisti siamo tristi per non essere in grado nel nostro paese di dare corpo ancora a manifestazioni rosse e proletarie il 1° Maggio.
Ma ci siamo assunti il compito di contribuire a dare una linea comune e un punto di riferimento comune nel mondo a questa scadenza. Abbiamo contribuito in maniera significativa a realizzare una dichiarazione/messaggio sottoscritta da decine di partiti e organizzazioni comuniste mlm nel mondo. Questa dichiarazione/volantino è una delle più diffuso al mondo in questo 1° Maggio.
Siamo orgogliosi si contribuire a questo e per il prestigio che ci viene riconosciuto a livello internazionale e perchè svolgiamo questa funzione al servizio della rivoluzione.
Ma è nel nostro paese che dobbiamo realizzare il salto. Dobbiamo considerare i “primi maggi” degli ultimi anni delle parentesi nere in una via che deve tornare rossa. La via della Comune di Parigi, della rivoluzione d'ottobre, della Cina rossa, la via della resistenza partigiana, del biennio rosso 68/70.

Ma, ribadiamo, il 1° Maggio è molto di più che una scadenza sindacale. Deve servire ad analizzare il mondo dalla parte della classe operaia.
I paesi europei imperialisti non sono più così centrali nel mondo, emergono nuovi paesi, nuove potenze in ascesa nel campo dell'imperialismo (Cina, India, Brasile, ecc.). Grazie anche a questo, la classe operaia non è mai stata così numerosa nel mondo (vedi la Foxconn in Cina, la più grande fabbrica del mondo e che sia mai esistita al mondo); in India vi sono stati 2 scioperi a cui hanno partecipato 100 milioni di operai; come gli scioperi in Sud Africa. Non solo la la classe operaia non è mai stata così numerosa ma non è mai stata così giovane. Ha cominciato una marcia .lunga e inarrestabile i cui effetti saranno potenti.
La nuova ondata della rivoluzione nel mondo sarà rappresentata innanzitutto da milioni di operai.
L'Italia e i paesi europei sono gocce nel mare, il loro peso nella storia si va riducendo, fanno parte di una storia che ora è morente. Il futuro è della classe operaia, là dove è numerosa e concentrata. Il futuro è del comunismo.
Oggi i milioni di operai non sono comunisti. Hanno intrapreso di nuovo il cammino, somigliano agli operai degli albori della rivoluzione industriale.
Quando si dice futuro dobbiamo guardare agli anni. Il ruolo dei comunisti nei paesi imperialisti non è di coltivare il proprio orticello, ma di guardare il mondo con gli occhi del mondo, ma guardare non con occhi 'terzamondisti', ma con gli occhi della classe operaia. Questo serve ad avere l'esatta dimensione di dove siamo, di qual'è il nostro ruolo, di che significa essere in un paese imperialista il cui l'imperialismo è morente.
Questo compito è difficile, non si trova per strada o per atto volontaristico, non permette di cavarsela con slogan, analisi e frasi stereotipate. Ma ci chiama ad analisi, teoria ideologia, organizzazione, visione del mondo, applicando il mlm alla realtà concreta. Questo ci permette di tracciare i nostri compiti.
Ci serve un comunismo originale e originario che c permette di essere la voce proletaria di questa realtà nel mondo. Il miglior internazionalismo è fare la rivoluzione nel nostro paese, ma questo non dipende da un semplice atto di volontà soggettiva, si tratta di percorrere binari tracciati e non tracciati. Ogni rivoluzione si è mossa in un contesto non solo nazionale, è stato così per la Com une di Parigi, l'Ottobre, la Cina, la Grande rivoluzione culturale proletaria.
In alcuni paesi maturano le condizioni per la rivoluzione e in altri no. L'organizzazione dei comunisti serve a capire questo e ad agire di conseguenza. Non bastano le lotte, queste le fanno già i proletari, è naturale che chi è oppresso lotti, si ribelli. Ma la rivoluzione non è il frutto di un riflesso immediato di questa contraddizione, ma dell'intreccio, dell'incontro di questo con analisi, teoria, ideologia e organizzazione.
L'organizzazione che ci serve è quella autenticamente comunista, l'ideologia che ci serve è il mlm ma non come formule a cui attenersi, ma da comprendere, applicare, posizionarsi rispetto alla situazione, usando l'analisi di classe – comprendere che se gli operai muoiono in Bangladesh per Benetton, noi siamo parte in causa, quegli operai sono la nostra classe, e quegli operai, qulle operaie sono importanti tanto, e anche più, degli operai della Fiat, dell'Ilva, ecc. Gli operai sono una classe internazionale, il primo dato dell'essere comunisti è essere internazionalisti. Nei paesi imperialisti non basta dirsi comunisti, ma bisogna vivere e lottare da comunisti, e riconoscersi come internazionalisti nelle lotte proletarie e comuniste del mondo.
In un paese imperialista questo è difficile. Lenin ci ha insegnato che in un paese imperialista la costruzione del partito e della rivoluzione è difficile, e in particolare ne sono i suoi inizi, o come diciamo noi il suo nuovo inizio. Si deve cogliere tutta la tragicità della cancellazione della memoria storica del nostro paese, della cancellazione della Resistenza del nostro paese, guidata dal Partito comunista. Il patrimonio genealogico dei comunisti del nostro paese è stato cancellato dalla borghesia, dal revisionismo e dall'opportunismo di destra e di “sinistra”. E il venir meno dell'antagonismo dei comunisti e del movimento operaio la causa del degrado e della barbarie umana che attraversa il nostro paese e che anche penetra nelle file dei lavoratori e delle masse popolari. Come meravigliarsi, quindi, dei Berlusconi e dei Grillo?
Noi abbiamo un doppio compito: ricostruire la storia del nostro movimento operaio e comunista, ridarne vita, attraverso l'incarnazione di essa; noi dobbiamo essere custodi gelosi della nostra storia e interpreti di essa nella realtà di oggi.
Essere comunisti è fare la scelta di vita, una scelta felice, come superiorità morale e ideologica rispetto alla vita della borghesia, grande media e piccola, che ci circonda. Superiorità non è boria, presunzione, ma comprensione della realtà e capacità di leggerne le dinamiche.
Ridare storia al comunismo nel nostro paese e costruire il partito comunista marxista-leninista-maoista di tipo nuovo è il nostro principale compito; trasmettere questo agli altri compagni che non sono ancora con noi, e, in particolare, alle avanguardie proletarie giovanili.

Il 1° maggio va riscoperto e riproposto nelle sue tradizioni rosse, proletarie e internazionaliste, prendendo spunto dalla realtà, ma non adeguandoci.
Il 1° Maggio non può essere più quello di adesso.
Noi dobbiamo costruire il nuovo pensiero, ovvero quello “vecchio” dei comunisti adeguato alle realtà nuova. Per riprenderci il 1° Maggio.

I fascisti avevano abolito con la forza della dittatura aperta il 1° Maggio, ma poi esso è tornato, più grande e splendente di prima. Così noi dobbiamo guardare al futuro, non dobbiamo rassegnarci all'esistente. Le condizioni odierne richiedono innanzitutto la costruzione del partito, senza partito non vi può essere un 1° Maggio rosso.

I circoli di proletari comunisti servono a ridare vita ad un partito comunista, a partire da Marx e dall'analisi marxista, da Lenin e dal partito leninista adatto a vincere la lotta rivoluzionaria, da Mao all'affermazione del maoismo che ci insegna che i comunisti sono al servizio del popolo, che conducono una guerra popolare, che hanno una linea di massa, che lavorano per una rivoluzione che abolisca tutte le catene in tutti i campi, compreso quello del controllo sulle menti.

Prendiamo nelle mani il sugo di mlm, non ragioniamo per frasi fatte, cogliamo la sostanza e mettiamoci del nostro, sulla base della nostra esperienza reale nella lotta di classe. Perchè la rivoluzione è in parte una strada tracciata, in parte è una strada non ancora tracciata. I comunisti vivono sempre nella prospettiva di giorni che valgono anni, per uno scontro che metta a nudo, combatta e vinca il potere dell'avversario, e che lo facciamo non per proprio desiderio ma per la necessità della lotta di classe.
E' in funzione del partito che si lavora su tutti i campi. Perchè solo quando c'è il partito comunista tutti gli altri anelli della lotta di classe marciano nel verso giusto. In un paese imperialista sempre i miglioramenti concreti della condizione proletaria e popolare sono il frutto e il sotto prodotto della minaccia della rivoluzione. Così è stato negli anni '70 lo Statuto dei Lavoratori che fu la risposta della borghesia per contenere il movimento di lotta dei lavoratori e separarli dai rivoluzionari che dicevano: vogliamo tutto! Potere operaio! La Costituzione è stato il risultato di una guerra partigiana ed è stata concessa dalla borghesia per impedire la rivoluzione socialista.
Oggi le lotte sindacali non possono vincere, sia perchè nella crisi è difficile vincere, ma soprattutto perchè manca la lotta rivoluzionaria. La borghesia cede e concede sul terreno della lotta sindacale se ha paura di un pericolo maggiore, la lotta rivoluzionaria. E' essa che dà più linfa alla stessa lotta sindacale.
Per fare la rivoluzione, ritenuta anche oggi nel nostro paese da tanti come la soluzione alla crisi, ci vuole un partito rivoluzionario che invece non si vuole costruire né sostenere. Ci vuole la trasformazione di ogni conflitto in conflitto rivoluzionario, e invece ci si adegua al conflitto esistente, non lo si “devia” in senso leninista, né lo si trasforma.
Noi abbiamo il problema nella costruzione del partito di costruire innanzitutto i quadri di esso che abbiano la capacità di unire la lotta pacifica e quella non pacifica, necessaria e indispensabile oggi.

Il 1° Maggio deve tornare a rappresentare questa corrente, questa tendenza del movimento operaio; deve divenire una data simbolica e comunicare nel nostro paese e nel mondo l'avanzata di essa.

In ogni paese il 1° Maggio nello stesso tempo non cade nel vuoto, ma è pur sempre nel contesto di una situazione politica e sociale concreta, congiunturale. Quello che sta avvenendo nella politica del nostro paese in questi giorni non va visto come una cosa in sé. Dipende anch'esso da un dato, l'incidenza nella situazione politica del movimento operaio è pari a zero, assiste ai governi della borghesia che si succedono, al massimo si astiene o vota grillo per protesta, ma non pesa realmente in essi. Il suo peso potrebbe orientare la formazione del governo, invece la classe operaia assiste in silenzio assenso. Se non pesa la classe operaia non possiamo pesare neanche noi.
Esistono sedicenti comunisti e rivoluzionari che lanciano nella situazione attuale parole d'ordini assurde, non curandosi affatto delle condizioni reali della classe operaia e del movimento comunista, non tenendo in alcun conto che senza che la classe operaia torni ad esercitare un peso politico, anche attraverso lotte sindacali di classe vere (come si assiste in altri paesi), non si può far nulla sul piano dell'incidenza politica e dei governi.
Le elezioni non possono essere usate dai comunisti oggi neanche in senso tattico, senza che essi siano divenuti influenti nelle lotte proletarie. Per questo sono sostenitori nella congiuntura attuale del boicottaggio elettorale, e va valorizzato ciò che la nostra organizzazione ha fatto in occasione delle passate elezioni, sia in termini di propaganda generale, sia in termini di azione politica (ad esempio a Palermo).
Bisogna riorganizzare il sindacato di classe; ridare strumenti di lotta stabile ai proletari, ai giovani, ecc., perchè senza questa riorganizzazione le lotte non possono tenere ed avanzare. E l'azione dei comunisti nel fare questo da spessore a radicamento al loro lavoro di costruzione del partito.

Il nuovo governo che è nato, di larghe intese, è un governicchio, i suoi ministri di tutti gli schieramenti che lo compongono sono insignificanti, sono la continuazione di stampo democristiano del governo Monti. I comunisti non fanno i ciarlatani contro ogni governo di turno, perchè principale è riorganizzare i proletari, i giovani, le masse, ecc.
I comunisti hanno bisogno di militanti adatti alla lotta di classe, alla lotta rivoluzionaria dei tempi nostri, che si formino sul campo, sia per contrastare il dominio internet della borghesia, degli internauti, sia la militarizzazione reazionaria dello Stato, moderno fascista e poliziesca.
Noi abbiamo tanto lavoro da fare per questo, per questo dobbiamo occuparci del lavoro nostro.

In questo 1° Maggio dobbiamo assumere l'impegno perchè questa scadenza torni ad essere la giornata di lotta dei lavoratori, in cui essi, come movimento di massa e movimento cosciente facciano il punto della situazione e dei loro compiti.

Il 1° Maggio è anche l'anniversario dell'avvio della costituzione del Partito Comunista maoista. Esso non ha dato i suoi frutti migliori in questi anni, per questo bisogna darci l'obiettivo quest'anno principalmente di sviluppare e portare avanti questa costruzione.


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