dalla introduzione all'assemblea
Quest'anno il 1° Maggio sembra l'8
marzo. Siamo obbligati a dedicare questo giorno alle operaie e operai
del Bangladesh, uccisi dal devastante crollo che ha provocato circa
1000 morti per il profitto dei padroni e dell'imperialismo. Bene ha
fatto l'MFPR ha fare un appello a livello nazionale e internazionale
per dedicare questa giornata a queste operaie.
Il 1° Maggio è la giornata
internazionale dei lavoratori; non è mai stata una giornata
meramente sindacale, anche se negli anni tutti i lavoratori sono
scesi in piazza con i loro sindacati e lo fanno ancora in tanti
paesi. Ma mai bisogna dimenticare che il 1° maggio è rosso, è una
giornata promossa dai comunisti di tutto il mondo.
Guardando al nostro paese, la
situazione è davvero tragica. Il 1° Maggio ha perso il suo
significato, diventando una generica “festa del lavoro”.
Quest'anno è anche peggio, perchè i sindacati confederali fanno
manifestazioni di richiamo insieme ai padroni. Poi da anni c'è il
concertone di Roma, sempre sotto l'egida dei sindacati confederali.
Quest'anno a Taranto c'è stato un
altro concerto a cui hanno aderito diversi artisti; lo hanno fatto
con lo spirito di costruire un evento alternativo a Roma e per
celebrare il 1° Maggio in una città considerata al centro delle
vicende nazionali del mondo del lavoro per l'Ilva. E' un'iniziativa
in parte positiva perchè offre un altro punto di riferimento,
contribuisce a sgretolare l'immagine del con certo,quasi di Stato di
Roma. Ma un concerto non è una lotta, e gli organizzatori di esso,
il Comitato Liberi e pensanti, consegnano questa scadenza ai
cittadini e ai lavoratori considerati come “cittadini”, privati
quindi della loro autonomia di classe.
Fare questo, al di là della grande
partecipazione, contribuisce ancora a snaturare il significato di
questa giornata per la classe e nella lotta di classe.
Il 1° Maggio è una giornata mondiale.
Nella maggiorparte dei paesi del Mondo vi sono manifestazioni operaie
e popolari, anche nei paesi in cui le dittature borghesi vietano il
1° Maggio, vietano l'esistenza stessa di partiti e organizzazioni
della classe operaia. Il 1° Maggio viene celebrato in tutti i paesi
europei attraversati della crisi, con importanti e significati
cortei, e in Germania, Berlino e Amburgo, le forze rivoluzionarie
manifestano per mantenere il vero significato del 1° Maggio.
Noi comunisti
marxisti-leninisti-maoisti siamo tristi per non essere in grado nel
nostro paese di dare corpo ancora a manifestazioni rosse e proletarie
il 1° Maggio.
Ma ci siamo assunti il compito di
contribuire a dare una linea comune e un punto di riferimento comune
nel mondo a questa scadenza. Abbiamo contribuito in maniera
significativa a realizzare una dichiarazione/messaggio sottoscritta
da decine di partiti e organizzazioni comuniste mlm nel mondo. Questa
dichiarazione/volantino è una delle più diffuso al mondo in questo
1° Maggio.
Siamo orgogliosi si contribuire a
questo e per il prestigio che ci viene riconosciuto a livello
internazionale e perchè svolgiamo questa funzione al servizio della
rivoluzione.
Ma è nel nostro paese che dobbiamo
realizzare il salto. Dobbiamo considerare i “primi maggi” degli
ultimi anni delle parentesi nere in una via che deve tornare rossa.
La via della Comune di Parigi, della rivoluzione d'ottobre, della
Cina rossa, la via della resistenza partigiana, del biennio rosso
68/70.
Ma, ribadiamo, il 1° Maggio è molto
di più che una scadenza sindacale. Deve servire ad analizzare il
mondo dalla parte della classe operaia.
I paesi europei imperialisti non sono
più così centrali nel mondo, emergono nuovi paesi, nuove potenze in
ascesa nel campo dell'imperialismo (Cina, India, Brasile, ecc.).
Grazie anche a questo, la classe operaia non è mai stata così
numerosa nel mondo (vedi la Foxconn in Cina, la più grande fabbrica
del mondo e che sia mai esistita al mondo); in India vi sono stati 2
scioperi a cui hanno partecipato 100 milioni di operai; come gli
scioperi in Sud Africa. Non solo la la classe operaia non è mai
stata così numerosa ma non è mai stata così giovane. Ha cominciato
una marcia .lunga e inarrestabile i cui effetti saranno potenti.
La nuova ondata della rivoluzione nel
mondo sarà rappresentata innanzitutto da milioni di operai.
L'Italia e i paesi europei sono gocce
nel mare, il loro peso nella storia si va riducendo, fanno parte di
una storia che ora è morente. Il futuro è della classe operaia, là
dove è numerosa e concentrata. Il futuro è del comunismo.
Oggi i milioni di operai non sono
comunisti. Hanno intrapreso di nuovo il cammino, somigliano agli
operai degli albori della rivoluzione industriale.
Quando si dice futuro dobbiamo guardare
agli anni. Il ruolo dei comunisti nei paesi imperialisti non è di
coltivare il proprio orticello, ma di guardare il mondo con gli occhi
del mondo, ma guardare non con occhi 'terzamondisti', ma con gli
occhi della classe operaia. Questo serve ad avere l'esatta dimensione
di dove siamo, di qual'è il nostro ruolo, di che significa essere in
un paese imperialista il cui l'imperialismo è morente.
Questo compito è difficile, non si
trova per strada o per atto volontaristico, non permette di cavarsela
con slogan, analisi e frasi stereotipate. Ma ci chiama ad analisi,
teoria ideologia, organizzazione, visione del mondo, applicando il
mlm alla realtà concreta. Questo ci permette di tracciare i nostri
compiti.
Ci serve un comunismo originale e
originario che c permette di essere la voce proletaria di questa
realtà nel mondo. Il miglior internazionalismo è fare la
rivoluzione nel nostro paese, ma questo non dipende da un semplice
atto di volontà soggettiva, si tratta di percorrere binari tracciati
e non tracciati. Ogni rivoluzione si è mossa in un contesto non
solo nazionale, è stato così per la Com une di Parigi, l'Ottobre,
la Cina, la Grande rivoluzione culturale proletaria.
In alcuni paesi maturano le condizioni
per la rivoluzione e in altri no. L'organizzazione dei comunisti
serve a capire questo e ad agire di conseguenza. Non bastano le
lotte, queste le fanno già i proletari, è naturale che chi è
oppresso lotti, si ribelli. Ma la rivoluzione non è il frutto di un
riflesso immediato di questa contraddizione, ma dell'intreccio,
dell'incontro di questo con analisi, teoria, ideologia e
organizzazione.
L'organizzazione che ci serve è quella
autenticamente comunista, l'ideologia che ci serve è il mlm ma non
come formule a cui attenersi, ma da comprendere, applicare,
posizionarsi rispetto alla situazione, usando l'analisi di classe –
comprendere che se gli operai muoiono in Bangladesh per Benetton, noi
siamo parte in causa, quegli operai sono la nostra classe, e quegli
operai, qulle operaie sono importanti tanto, e anche più, degli
operai della Fiat, dell'Ilva, ecc. Gli operai sono una classe
internazionale, il primo dato dell'essere comunisti è essere
internazionalisti. Nei paesi imperialisti non basta dirsi comunisti,
ma bisogna vivere e lottare da comunisti, e riconoscersi come
internazionalisti nelle lotte proletarie e comuniste del mondo.
In un paese imperialista questo è
difficile. Lenin ci ha insegnato che in un paese imperialista la
costruzione del partito e della rivoluzione è difficile, e in
particolare ne sono i suoi inizi, o come diciamo noi il suo nuovo
inizio. Si deve cogliere tutta la tragicità della cancellazione
della memoria storica del nostro paese, della cancellazione della
Resistenza del nostro paese, guidata dal Partito comunista. Il
patrimonio genealogico dei comunisti del nostro paese è stato
cancellato dalla borghesia, dal revisionismo e dall'opportunismo di
destra e di “sinistra”. E il venir meno dell'antagonismo dei
comunisti e del movimento operaio la causa del degrado e della
barbarie umana che attraversa il nostro paese e che anche penetra
nelle file dei lavoratori e delle masse popolari. Come meravigliarsi,
quindi, dei Berlusconi e dei Grillo?
Noi abbiamo un doppio compito:
ricostruire la storia del nostro movimento operaio e comunista,
ridarne vita, attraverso l'incarnazione di essa; noi dobbiamo essere
custodi gelosi della nostra storia e interpreti di essa nella realtà
di oggi.
Essere comunisti è fare la scelta di
vita, una scelta felice, come superiorità morale e ideologica
rispetto alla vita della borghesia, grande media e piccola, che ci
circonda. Superiorità non è boria, presunzione, ma comprensione
della realtà e capacità di leggerne le dinamiche.
Ridare storia al comunismo nel nostro
paese e costruire il partito comunista marxista-leninista-maoista di
tipo nuovo è il nostro principale compito; trasmettere questo agli
altri compagni che non sono ancora con noi, e, in particolare, alle
avanguardie proletarie giovanili.
Il 1° maggio va riscoperto e
riproposto nelle sue tradizioni rosse, proletarie e
internazionaliste, prendendo spunto dalla realtà, ma non
adeguandoci.
Il 1° Maggio non può essere più
quello di adesso.
Noi dobbiamo costruire il nuovo
pensiero, ovvero quello “vecchio” dei comunisti adeguato alle
realtà nuova. Per riprenderci il 1° Maggio.
I fascisti avevano abolito con la forza
della dittatura aperta il 1° Maggio, ma poi esso è tornato, più
grande e splendente di prima. Così noi dobbiamo guardare al futuro,
non dobbiamo rassegnarci all'esistente. Le condizioni odierne
richiedono innanzitutto la costruzione del partito, senza partito non
vi può essere un 1° Maggio rosso.
I circoli di proletari comunisti
servono a ridare vita ad un partito comunista, a partire da Marx e
dall'analisi marxista, da Lenin e dal partito leninista adatto a
vincere la lotta rivoluzionaria, da Mao all'affermazione del maoismo
che ci insegna che i comunisti sono al servizio del popolo, che
conducono una guerra popolare, che hanno una linea di massa, che
lavorano per una rivoluzione che abolisca tutte le catene in tutti i
campi, compreso quello del controllo sulle menti.
Prendiamo nelle mani il sugo di mlm,
non ragioniamo per frasi fatte, cogliamo la sostanza e mettiamoci del
nostro, sulla base della nostra esperienza reale nella lotta di
classe. Perchè la rivoluzione è in parte una strada tracciata, in
parte è una strada non ancora tracciata. I comunisti vivono sempre
nella prospettiva di giorni che valgono anni, per uno scontro che
metta a nudo, combatta e vinca il potere dell'avversario, e che lo
facciamo non per proprio desiderio ma per la necessità della lotta
di classe.
E' in funzione del partito che si
lavora su tutti i campi. Perchè solo quando c'è il partito
comunista tutti gli altri anelli della lotta di classe marciano nel
verso giusto. In un paese imperialista sempre i miglioramenti
concreti della condizione proletaria e popolare sono il frutto e il
sotto prodotto della minaccia della rivoluzione. Così è stato negli
anni '70 lo Statuto dei Lavoratori che fu la risposta della borghesia
per contenere il movimento di lotta dei lavoratori e separarli dai
rivoluzionari che dicevano: vogliamo tutto! Potere operaio! La
Costituzione è stato il risultato di una guerra partigiana ed è
stata concessa dalla borghesia per impedire la rivoluzione
socialista.
Oggi le lotte sindacali non possono
vincere, sia perchè nella crisi è difficile vincere, ma soprattutto
perchè manca la lotta rivoluzionaria. La borghesia cede e concede
sul terreno della lotta sindacale se ha paura di un pericolo
maggiore, la lotta rivoluzionaria. E' essa che dà più linfa alla
stessa lotta sindacale.
Per fare la rivoluzione, ritenuta anche
oggi nel nostro paese da tanti come la soluzione alla crisi, ci vuole
un partito rivoluzionario che invece non si vuole costruire né
sostenere. Ci vuole la trasformazione di ogni conflitto in conflitto
rivoluzionario, e invece ci si adegua al conflitto esistente, non lo
si “devia” in senso leninista, né lo si trasforma.
Noi abbiamo il problema nella
costruzione del partito di costruire innanzitutto i quadri di esso
che abbiano la capacità di unire la lotta pacifica e quella non
pacifica, necessaria e indispensabile oggi.
Il 1° Maggio deve tornare a
rappresentare questa corrente, questa tendenza del movimento operaio;
deve divenire una data simbolica e comunicare nel nostro paese e nel
mondo l'avanzata di essa.
In ogni paese il 1° Maggio nello
stesso tempo non cade nel vuoto, ma è pur sempre nel contesto di una
situazione politica e sociale concreta, congiunturale. Quello che sta
avvenendo nella politica del nostro paese in questi giorni non va
visto come una cosa in sé. Dipende anch'esso da un dato, l'incidenza
nella situazione politica del movimento operaio è pari a zero,
assiste ai governi della borghesia che si succedono, al massimo si
astiene o vota grillo per protesta, ma non pesa realmente in essi. Il
suo peso potrebbe orientare la formazione del governo, invece la
classe operaia assiste in silenzio assenso. Se non pesa la classe
operaia non possiamo pesare neanche noi.
Esistono sedicenti comunisti e
rivoluzionari che lanciano nella situazione attuale parole d'ordini
assurde, non curandosi affatto delle condizioni reali della classe
operaia e del movimento comunista, non tenendo in alcun conto che
senza che la classe operaia torni ad esercitare un peso politico,
anche attraverso lotte sindacali di classe vere (come si assiste in
altri paesi), non si può far nulla sul piano dell'incidenza politica
e dei governi.
Le elezioni non possono essere usate
dai comunisti oggi neanche in senso tattico, senza che essi siano
divenuti influenti nelle lotte proletarie. Per questo sono
sostenitori nella congiuntura attuale del boicottaggio elettorale, e
va valorizzato ciò che la nostra organizzazione ha fatto in
occasione delle passate elezioni, sia in termini di propaganda
generale, sia in termini di azione politica (ad esempio a Palermo).
Bisogna riorganizzare il sindacato di
classe; ridare strumenti di lotta stabile ai proletari, ai giovani,
ecc., perchè senza questa riorganizzazione le lotte non possono
tenere ed avanzare. E l'azione dei comunisti nel fare questo da
spessore a radicamento al loro lavoro di costruzione del partito.
Il nuovo governo che è nato, di larghe
intese, è un governicchio, i suoi ministri di tutti gli schieramenti
che lo compongono sono insignificanti, sono la continuazione di
stampo democristiano del governo Monti. I comunisti non fanno i
ciarlatani contro ogni governo di turno, perchè principale è
riorganizzare i proletari, i giovani, le masse, ecc.
I comunisti hanno bisogno di militanti
adatti alla lotta di classe, alla lotta rivoluzionaria dei tempi
nostri, che si formino sul campo, sia per contrastare il dominio
internet della borghesia, degli internauti, sia la militarizzazione
reazionaria dello Stato, moderno fascista e poliziesca.
Noi abbiamo tanto lavoro da fare per
questo, per questo dobbiamo occuparci del lavoro nostro.
In questo 1° Maggio dobbiamo assumere
l'impegno perchè questa scadenza torni ad essere la giornata di
lotta dei lavoratori, in cui essi, come movimento di massa e
movimento cosciente facciano il punto della situazione e dei loro
compiti.
Il 1° Maggio è anche l'anniversario
dell'avvio della costituzione del Partito Comunista maoista. Esso non
ha dato i suoi frutti migliori in questi anni, per questo bisogna
darci l'obiettivo quest'anno principalmente di sviluppare e portare
avanti questa costruzione.
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