Nessun
M346 a Israele
Dedicato
a Stefano Ferrario*
Fin
dal 2005 è operativo uno scellerato accordo di “cooperazione
militare”, economica e scientifica tra il nostro Paese ed Israele.
Un accordo che non è stato scalfito neppure dall’ “Operazione
piombo fuso” del dicembre 2008 - gennaio 2009, che ha visto Israele
colpire con il suo “potere aereo” la popolazione palestinese
civile inerme (1400 uccisi, di cui ca 400 bambini). Un’ azione
militare brutale, senza giustificazioni, nella quale sono state usate
anche armi sconosciute o già vietate dalle Convenzioni
internazionali (fosforo bianco, bombe D.I.M.E., uranio impoverito) e
nella quale Israele ha commesso crimini di guerra e contro l’umanità
(come documentato dall’ ONU nel “Rapporto Goldstone”).
Un’operazione condannata dalle principali organizzazioni
internazionali per la promozione e la difesa dei diritti umani.
L’Italia,
almeno di fronte a ciò, avrebbe dovuto condannare Israele e recedere
da quegli accordi di cooperazione militare. Ma come avrebbe potuto
quando anch’essa, dopo l’introduzione del “Nuovo Modello di
Difesa” nel 1991 - che ammette interventi militari “ovunque i
propri interessi siano minacciati” - viola sistematicamente
l’articolo 11 della nostra Costituzione, che invece “ ripudia la
guerra”? Quando partecipa alle iniziative militari USA e NATO e fa
“carta straccia” dello Statuto dell’ONU che voleva “risparmiare
la guerra alle generazioni future”, vietandola esplicitamente ?
Il
nostro paese non avrebbe dovuto sottoscrivere quell’accordo di
cooperazione militare perché esso viola la Legge 185/90 che pone
limiti all’export di armi verso paesi belligeranti; a maggior
ragione verso Israele, paese in conflitto e fuorilegge per la
sistematica violazione delle Risoluzioni ONU e dei pareri della Corte
Internazionale di Giustizia dell'Aja a tutela dei diritti del popolo
palestinese.
Il
Tribunale Russell (un’istituzione composta da personalità emerite,
giuristi e intellettuali, tra cui diversi premi Nobel) ha infatti
affermato che il popolo palestinese è “soggetto a un regime
istituzionalizzato di dominazione che integra la nozione di Apartheid
come definita nel diritto internazionale”. E lo Statuto della Corte
Penale Internazionale all’art. 7 comma 1 include l’Apartheid tra
i “crimini contro l’umanità”, definendolo “atto inumano
commesso nel contesto di un regime istituzionalizzato di oppressione
sistematica e dominazione di un gruppo razziale su di un altro, e
commesso con l’intento di mantenere quel regime”.
Invece
accade che, facendo “carta straccia” anche della L.185/90,
AleniaAermacchi,
la società di Finmeccanica con sede nazionale e stabilimenti
significativi a Venegono (Varese), si accinge a consegnare ad Israele
30 jet M346 , definiti come “addestratori tecnologicamente
avanzati” ma in realtà già strutturati per essere armati con
missili o bombe. Queste armi verranno sicuramente testate contro i
palestinesi, prima di tutti.
Nella
sua qualità di addestratore l’M346 è finalizzato a formare i
piloti all’uso di cacciabombardieri tecnologicamente più evoluti
tra i quali il “netcentrico” e “invisibile” F35, di cui
Israele si vuole dotare (19 + 56 in opzione), e che anche l’Italia
sta purtroppo acquistando per le guerre future.
Negli
ultimi mesi è cresciuta in Italia una significativa opposizione
all’acquisto degli F35 per il loro costo esorbitante ( non meno di
15 miliardi di euro) che sottrae risorse all’economia civile e ai
settori dello “Stato Sociale” già colpiti dai tagli operati da
governi più o meno tecnici, capaci solo di colpire i più deboli. Ma
l’opposizione agli F35 non è certo solo economica; è soprattutto
opposizione alla “neoguerra”, pratica affermatasi negli ultimi 20
anni che chiama “pace” la guerra, e la vorrebbe giustificare
come strumento di “sicurezza preventiva” e di “esportazione di
democrazia”, giungendo così a definirla “umanitaria”.
Ma
“guerra umanitaria” è un ossimoro: la guerra provoca solo morti,
feriti, distruzioni e genera odio, rancori e vendette; essa è quanto
di più disumano si possa immaginare.
*Una
raccolta degli scritti di Stefano su PeaceReporter si trova qui:
La
notizia della sua tragica morte invece è qui:
L’acquisto
da parte di Israele degli M346 e degli F35 – questi ultimi verranno
prodotti e periodicamente revisionati a Cameri (Novara) proprio da
AleniaAermacchi – è inoltre inserito all’interno di un quadro
di riarmo ad alta tecnologia, che impegna l’industria bellica
israeliana e che fa perno anche sulle sue armi nucleari (come già
denunciò nel 1986 il fisico israeliano Mordechai Vanunu che scontò
per questo 18 anni di carcere in isolamento). Grazie ad una accorta
manipolazione mediatica Israele, che non ha mai firmato il
“Protocollo di Non Proliferazione Nucleare” e che è ben dotato
di armi nucleari, si presenta come legittimato ad intraprendere una
guerra contro l’Iran, che invece quel Protocollo ha firmato e che
afferma di voler utilizzare l’energia prodotta da generatori
nucleari solamente a fini civili. Una guerra questa che dobbiamo
scongiurare a tutti i costi perché, tra l’altro, potrebbe
degenerare in un’escalation incontrollata.
Mai
più guerra, avventura senza ritorno.
Questi
aerei non devono essere venduti.
Le
armi non devono essere prodotte.
Nel
maggio di quest’anno si è già svolto a Varese un importante
convegno contro l’F35 e sui temi del ripudio della guerra, del
taglio alle spese militari e della riconversione al civile.
Chiediamo
ai lavoratori di AleniaAermacchi e di tutte le aziende a produzione
militare di non accettare il ricatto occupazionale e di adoperarsi
affinché le fabbriche non producano strumenti di morte ma siano
destinate alla produzione di beni socialmente utili ed ecologicamente
compatibili.
Tra
l’altro, in questo caso, la “vendita” degli M346 ad Israele
sarà “ compensata”dalla cessione all’Italia di altre armi:
infatti a fronte della commessa da 1 miliardo per la fornitura dei 30
velivoli, l’accordo commerciale prevede che noi acquistiamo da
Israele materiale bellico per il valore di 2 miliardi.
Non
possiamo più attendere, diciamo:
Solidarietà
ai lavoratori che si trovano costretti a contraddirsi nell’ etica,
ma
NO alla Guerra, NO alle produzioni belliche ed ai mercanti di morte.
Nessun
M346 né altra arma deve essere data ad Israele.
L’Italia
receda dall’accordo di cooperazione con quel Paese.
Siano
riconosciuti i diritti del popolo palestinese.
Siano
garantite Pace e Giustizia per tutti i popoli di quella regione.
Un
nuovo apartheid merita una nuova mobilitazione.
Uniamo
le forze di tutti quelli che si oppongono alla violenza, alla
prepotenza, alla falsità di chi (parlando di pace e giustizia e
facendo la guerra) pratica e promuove la predazione delle nostre
vite, delle nostre speranze, delle nostre idee, del nostro lavoro. Di
chi ci fa continuamente passare sopra la testa, come malefici
cacciabombardieri, scelte di morte, di sopraffazione, di subdolo
dominio finanziario che minano la democrazia e vanificano la
sovranità popolare.
Sostenitori
della Palestina, pacifisti, antinucleari, tutori dei beni comuni,
ambientalisti, oppositori di “grandi opere”e servitù militari,
associazioni umanitarie, culturali e sociali, collettivi, reti,
lavoratori e rappresentanze sindacali, disoccupati, precari,
studenti, tutti
uniti in quanto vittime, o dalla parte delle vittime…., troviamoci
allora in tanti,
tanti, arricchiti delle nostre differenze, nonviolenti, a Venegono
Superiore davanti ad AleniaAermacchi, così come abbiamo fatto in
passato davanti alle basi militari di Comiso, Camp Darby, Vicenza,
Solbiate Olona e alle aziende belliche di tutta Italia, così
numerose in provincia di Varese.
VI
INVITIAMO ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
di
sabato13 Ottobre 2012
presso
l’AleniaAermacchi di Venegono-Varese
Il
Comitato promotore varesino
(segreteria tel 0332-238347)
Per
adesioni (di associazioni, gruppi e singole persone) invia una mail a
nessunm346xisraele@gmail.com
Venegono
(Varese), 30 Giugno 201
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