La richiesta è stata avanzata nel corso dell'udienza preliminare in corso a Torino. L'attivista per il quale i pm non hanno chiesto il rinvio a giudizio ha proposto di patteggiare la pena.
Da parte sua il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha precisato di aver "già per tempo richiesto la costituzione di parte civile del ministero dell'Interno" al pro. Il Viminale sottolinea che "nei giorni scorsi il ministro ieri ha nuovamente sollecitato gli organi competenti affinché la costituzione di parte civile avvenga sin dalle prossime udienze del processo in corso".
Il movimento NO TAV sotto processo
Si sta svolgendo in questi giorni, dal 6 al 21 luglio, l'udienza preliminare contro 46 NO TAV, la maggior parte arrestati il 26 gennaio scorso nell'operazione repressiva voluta dal giudice Giancarlo Caselli.
Vi sono ancora 3 imputati in carcere e diversi agli arresti domiciliari. Tutti sono accusati di resistenza e lesioni alla forza pubblica, con numerose aggravanti.
Sono ritenuti responsabili del ferimento di oltre 200 agenti, anche se molti di questi hanno riportato lesioni ridicole o autoinflitte: distorsioni e intossicamento prodotto dai loro stessi gas.
L'inchiesta del procuratore Caselli è a senso unico. Persegue il movimento NO TAV chiudendo tutti e due gli occhi sulle illegalità delle forze dell'ordine. Le denunce pubbliche e documentate del movimento NO TAV - in cui si vedono gli agenti usare bastoni, tirare sassi, sparare lacrimogeni direttamente sui manifestanti (ferendone alcuni in modo grave) e pestare a sangue i fermati - non hanno avuto alcun esito. Si è passato un colpo di spugna sui nostri feriti.
I fatti per cui i 46 NO TAV sono imputati riguardano le giornate del 27 giugno, quando fu sgombrata con la forza il presidio di Chiomonte (la Libera Repubblica della Maddalena) e del 3 luglio 2011, quando si svolse la manifestazione nazionale di protesta.
In entrambe le giornate i NO TAV furono oggetto di lanci continui e sconsiderati di gas lacrimogeni CS, altamente tossici per le persone e nocivi per l'ambiente (sono proibiti dalla convenzione di Parigi, ratificata dall'Italia nel 1997, in ogni scenario bellico). Solo in quelle 2 giornate, in uno spazio ristretto, ne furono sparati più che a Genova durante il G8 del 2001.
Di fronte a questa inaudita violenza di Stato, chi ha risposto lanciando un sasso ha compiuto solo un gesto di legittima difesa e non può essere sanzionato (come vorrebbe Caselli) isolando l'atto dal contesto di grande violenza da parte delle forze dell'ordine in cui si è determinato.
Non ci sono NO TAV buoni e cattivi, non ci sono infiltrati violenti nel movimento.
C'è solo una Valle che non vuole essere violentata con la costruzione di una linea ferroviaria inutile, dannosa per la salute, devastante per l'ambiente, altamente costosa e necessaria solo per foraggiare con denaro pubblico le varie lobby finanziarie politiche e mafiose.
La Val Susa non è una "palestra per esercitare la violenza" e i valsusini non sono "ostaggio di violenti venuti da fuori", come raccontano quotidiani e telegiornali. L'unica palestra è quella della democrazia diretta e dell'autodeterminaz
Sosteniamo i NO TAV oggi sotto processo, perché assieme a loro si sta processando tutto un movimento popolare, che non si batte solo per salvaguardare la propria terra, ma si batte per un mondo diverso in cui non prevalga la logica affaristica del profitto a scapito dell'ambiente, della gente, del bene comune.
Non processerete la nostra voglia di giustizia! Non processerete la nostra lotta!
Solidarietà a tutti i NO TAV processati!
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