La
sentenza che condanna a 90 anni di carcere complessivi 10
manifestanti del G8 di Genova è da un punto di vista anche
democratico ingiusta e sbagliata.
Ingiusta
perchè parte da un teorema ideologico e politico che viene
sovrapposto alla dinamica dei fatti, un teorema che dopo la blanda
sentenza di condanna dei vertici della polizia per i fatti della Diaz
appare quanto mai ingiustificato, l'utilizzo della 'devastazione e
saccheggio' addebitandoli ai 10 manifestanti non trova nessun
riscontro nella realtà. Non abbiamo assistito nel 2001 ad una città
in cui sarebbe stata “sconvolta la vita pacifica dei genovesi dai
manifestanti”. Genova è stata sconvolta dal G8, dalle sue zone
rosse, dalla sua militarizzazione già prima delle giornate del G8;
Genova è stata sconvolta poi per due giorni da una violenza
poliziesca senza limiti e freni, tra dittatura cilena e macelleria
messicana, e non certo solo per la Diaz e Bolzaneto, ma per la
spietata, pianificata caccia alle streghe, attacco ai coreti e ai
manifestanti, pestaggi, aggressioni, fino al crimine di Stato
dell'uccisione di Carlo Giuliani. Se si volesse utilizzare
effettivamente la tipologia di reato di 'devastazione e saccheggio'
non è certo ai manifestanti che andrebbe addebitata. La 'pacifica
popolazione' solidarizzò e sostenne in mille modi i manifestanti,
denunciò prima e dopo la devastazione della città fatta dalla
polizia e ha accolto Carlo Guliani come proprio figlio giustamente
ribelle e vittima di una violenza di Stato rimasta impunita.
Mettere
insieme come fa il giudice Gaeta tutti i fatti “incriminabili”:
strade disselciate per lanciare pietre, vetrine rotte per introdurvi
le molotov, bancomat sfondati per rubare soldi (?) - falso assoluto –
cassonetti usati come trincee, ecc., avvenuti in due giorni di
battaglia da centinaia e centinaia di manifestanti dentro le decine
di migliaia che hanno poi opposto comunque resistenza alle violenze
poliziesche, e caricarli in termini di anni su 10 manifestanti presi
a caso senza una corrispondenza dimostrabile tra queste presunte
devastazioni e le responsabilità individuali dei manifestanti, è la
dimostrazione di una sentenza scritta prima e comunque, al di là dei
processi e dei suoi tre gradi.
E'
la chiara dimostrazione di una verità di Stato che solo può essere
ispirata da chi questo Stato di polizia a Genova ha gestito.
Cos'è
poi una vetrina spaccata di fronte a teste spaccate, ai criminali
pestaggi della Diaz, alle ignobili torture di Bolzaneto, alle
centinaia di corpi insanguinati e violati nelle strade di Genova ,
alle profonde ferite, per alcuni permanenti, fisiche e psicologiche?
Per
questo, la sentenza non può essere neanche riconosciuta e in nessun
modo paragonata, anche come sentenza, a quella che ha condannato i
vertici di polizia in cui la forza della prove e delle responsabilità
personali è stata consistente e precisa, (e sul cui commento
rimandiamo alla precedente nota).
Questa
sentenza è una vendetta per rovesciare la verità storica dei fatti,
e, per il momento in cui avviene, è una rappresaglia per cui 10
manifestanti, per altro oggi in parte normali cittadini, avevano già
pagato con i processi che avevano criminalizzato la loro vita.
Quindi
è giusto che siano i democratici, il fronte del '10x100' che faccia
sentire alta la sua voce, che diventi una protesta generale che
costringa comunque a trovare la via perchè la sentenza non venga
realmente applicata e venga ridimensionata e i 10 manifestanti
possano comunque tornare liberi.
Ma
temiamo che la cosa sia complicata anche da altri elementi. Noi non
amiamo le dietrologie ma è in atto una campagna volta a non
applicare l'altra sentenza, quella ben più seria e fondata, sia pure
lieve e inadeguata, che colpisce i capi della polizia, insieme ad
altri le cui responsabilità sono state accertate e sanzionate, e per
i quali è stata chiesta anche la custodia cautelare che ora si vuole
sventare ed evitare. Per cui i 10 manifestanti diventano una sorta di
“sequestrati” e di ostaggi affinchè venga resa inefficace la
sentenza per la polizia. Ed è quindi legittimo pensare che dietro la
sentenza contro i 10 manifestanti ci sia anche un gioco politico che
tutti, governo, Napolitano, partiti parlamentari non mancano di
usare.
Questo
è dimostrato anche dal fatto che quello che apparirebbe in questo
momento il più estremo dei politici presenti in parlamento, Di
Pietro, aveva sollevato la questione che “anche il movimento deve
chiedere scusa per quello che ha fatto”, posizione certa non nuova
per Di Pietro che si oppose anche alla commissione d'inchiesta
parlamentare.
Detto
questo, per noi Proletari comunisti le due sentenze stanno insieme
secondo l'unica logica che è sostanziale in questa vicenda, lo Stato
borghese utilizza due pesi e due misure come concezione del sistema
perchè i Vertici di polizia sono parte della dittatura di classe e
nella tendenza al moderno fascismo e Stato di polizia sono una sorta
di prima linea della dittatura di classe, e i ribelli sono i nemici
della dittatura di classe e come tale devono essere schiacciati,
prima, durante e dopo. E' questo ultimo aspetto che ci chiama alla
responsabilità di considerare le due sentenze come parte di una
guerra di classe e ci chiama ad una mobilitazione prolungata perchè
i massacratori, torturatori, gli assassini di Genova paghino e tutti
i manifestanti di Genova imprigionati, processati, criminalizzati
siano liberi.
Proletari comunisti - PCm
14.7.12
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