A decine di migliaia avevano marciato nella seconda metà della mattinata sotto il sole implacabile di Madrid. Migliaia di minatori e familiari arrivati dalle Asturie, dal Leon, dall’Aragona e dalle province minerarie della Castiglia e dei Paesi Baschi. Ma anche migliaia di attivisti delle organizzazioni sindacali, di esponenti dei movimenti sociali, di giovani richiamati in piazza dall’arrivo nella capitale della ‘marcia nera’ che ieri aveva fatto il suo ingresso trionfale a Madrid accolta da una folla straripante ed entusiasta.
Partita alle 11 da Plaza Colon la manifestazione, minatori in testa, ha attraversato mezza Madrid in maniera relativamente tranquilla, anche se la tensione si tagliava con il coltello, raccontano i media iberici.
Nelle ultime ore l’esecutivo di destra aveva ribadito che non tornerà indietro rispetto al già deciso taglio dei due terzi dei sussidi pubblici finora erogati all’industria del carbone, condannando così a morte l’intero settore e migliaia di minatori alla disoccupazione. L'esecutivo Rajoy non aveva neanche previsto un incontro con i rappresentanti dei sindacati, negando ogni forma di dialogo, anche solo formale. Come se non bastasse nelle ultime ore è arrivato l’ok del governo ad una serie di tagli e nuove tasse che si abbatte come un terremoto su milioni di lavoratori, giovani e pensionati.
Man mano che il corteo si avvicinava alla sede del Ministero dell’Industria la tensione è andata aumentando. Fino a che sono scoppiati violenti scontri tra i minatori e alcuni gruppi di attivisti da una parte e centinaia di agenti in tenuta antisommossa dall’altra. La Polizia avrebbe giustificato l'intervento contro i manifestanti con la necessità di evitare che i minatori penetrassero all'interno del perimetro realizzato con le transenne intorno alla sede ministeriale.
Quando i cordoni della Policia Nacional si sono lanciati in violente cariche contro il corteo proprio all’altezza della sede governativa, i minatori invece di disperdersi hanno risposto lanciando sassi, bottiglie e petardi.
La polizia da parte sua ha fatto abbondante uso di gas lacrimogeni e ha sparato un numero spropositato di pallottole di gomma, spesso ad altezza d'uomo.
Gli scontri sono durati a lungo e mentre scriviamo il bilancio ancora provvisorio registra 43 feriti. Per lo più si tratta di tra manifestanti, di cui una bambina di soli 11 anni. Ma tra coloro che hanno dovuto far ricorso alle cure mediche ci sono anche due giornalisti, colpiti dalle pericolosissime pallottole di gomma sparate in maniera indiscriminata dai poliziotti. I minatori arrestati sarebbero finora otto.
Sia tra i feriti sia tra gli arrestati si registra un alto numero di donne. Anche 33 agenti della Policia Nacional hanno lamentato contusioni. Scontri si sono registrati anche a poche centinaia di metri di distanza: un altro gruppo di manifestanti, all'esterno dello stadio del Real Madrid (il Santiago Bernabeu), ha lanciato pietre e lattine contro gli agenti urlando "Via, via".
di marcosantopadre-contropiano
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