Quando 'condividere' è giusto - anche con chi normalmente non condividiamo parecchie cose
Il fascismo aziendale è la realtà del paese
Non sono "alcuni" ma 2, ma naturalmente gli argomenti restano validi
stralci dall'intervento
Alcuni operai dell’Arcelor Mittal di Taranto sono stati sospesi per via disciplinare dal lavoro perché sui loro account Facebook avevano consigliato di seguire la fiction di Ricky Tognazzi e Simona Izzo, interpretata da Sabina Ferilli, “Svegliati amore mio”.
Lo sceneggiato parla di inquinamento ambientale e l’apparato spionistico della signora Morselli, amministratore delegato dell’ex IlVA, che come in tante imprese controlla lo scritto ed il pensiero dei lavoratori, ha ritenuto che questi post fossero un danno all’immagine aziendale.
Una immagine che per il padrone deve restare limpida nonostante sia coperta da fumi e
veleni. I registi dello sceneggiato hanno espresso solidarietà nei confronti dei lavoratori, che rischiano il licenziamento per avere accennato, tramite fiction, alla drammatica situazione in cui si vive e si lavora a Taranto.Quello della direzione ArcelorMittal è semplicemente FASCISMO AZIENDALE, che sta dilagando in tutti i luoghi di lavoro.
Questo fascismo viola le libertà più profonde delle lavoratrici e dei lavoratori non solo quando sono in fabbrica, ma in ogni momento della loro vita.
Agenzie di spionaggio lautamente assoldate dalle direzioni aziendali controllano come vive, chi incontra, dove va, cosa pensa e cosa scrive la lavoratrice ed il lavoratore. E a questo si aggiunge l’opera incessante delle varie Gestapo d’impresa.
Tutto questo perché se le lavoratrici ed i lavoratori fossero liberi si ribellerebbero alle infami condizioni in cui spesso sono costretti a sacrificarsi.
L’Italia non è una democrazia, ma un sistema d’affari con qualche regola liberale, ove dilaga la violenza autoritaria dei padroni contro chi lavora.
Questa è la realtà, condivisa da governanti, politici e anche sindacalisti venduti al sistema delle imprese. Questa è la realtà, ignorata da tanti ipocriti cultori dei diritti umani in casa altrui, che chiudono occhi, orecchie e bocca di fronte a quelli soppressi nelle nostre fabbriche.
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