Il segretario della Uilm Basilicata si scatena con comunicati di fuoco contro l’azienda. Il padrone non guarda in faccia a nessuno, e trasferisce sulle linee più pesanti anche i suoi iscritti malgrado si aspettassero un trattamento di riguardo.
Nei giorni scorsi il segretario
regionale della Uilm Basilicata Marco Lomio, tramite un comunicato a
firma personale, ha denunciato che in Stellantis a Melfi si “sta vivendo una situazione che fa paura e che nessuno avrebbe mai immaginato”. Dice che dopo “l’ennesima riunione con il padrone sono accaduti fatti incresciosi“, che è in atto una “transumanza” cioè “l’assurdo
e continuo trasferimento dei lavoratori, da un’unità produttiva a
un’altra senza alcun preavviso senza alcuna logica e senza rispetto”,
“l’azienda sembra stia dimenticando che i propri dipendenti sono persone
che hanno una famiglia e una dignità da difendere”. Il
comunicato continua con un sacco di generiche frasi di incitazioni a
resistere, a lavorare insieme, facendo esempi di formiche ed elefanti,
esortando a restare in piedi in mezzo a tempeste burrascose, invocando
un risorgere collettivo. Il sindacalista in alcuni punti sembra voglia
dir messa, tanto che riprende e conclude con frasi clericali come: “la grandezza del lavoro è all’interno dell’uomo”.
Cerchiamo
di passare alla sostanza e cerchiamo di capire cosa c’è dietro queste
affermazioni. Stellantis ha deciso di riorganizzarsi, servono operai che
non hanno problemi di salute, da assegnare al montaggio, a prescindere
dalla tessera sindacale che si ha in tasca. Al montaggio i ritmi sono
alti, si viene consumati prima, molti operai hanno la tessera sindacale
dei sindacati più filopadronali ma questo non basta più, il padrone ha
deciso così, devono fare la visita medica per cambio mansione e recarsi
al montaggio. Dalla lastratura, dalla verniciatura, dalla qualità, tutti
gli operai che decide il padrone devono recarsi nel reparto montaggio,
salvo nuove certificazioni mediche che attestano la non compatibilità a
lavori pesanti, e nel reparto montaggio è sempre più difficile trovare
postazioni leggere. Moltissimi di questi operai hanno la tessera Uilm,
chiedono ovviamente conto al proprio “referente”, il
comunicato di Lomio è la conseguenza di quello che succede in fabbrica e
lo denuncia. C’è maretta nella Uilm, anche divisioni interne per
detenere posti privilegiati, alcuni delegati si sentono penalizzati
rispetto ad altri, iniziano ad alzare la testa tanto da portare il
segretario ad accusare “due delegati di aver travisato, di averlo accusato di aver attaccato i lavoratori” e ad annunciare che lui non seguirà questi due delegati, perché questi due delegati – dice – “sono nella posizione di dividere”, lui è per unire i lavoratori e i sindacati.
In
verità l’intervento di Lomio sicuramente non ci sarebbe stato se non si
fossero toccati gli iscritti della Uilm. In passato sono stati
trasferiti forzatamente tanti operai all’ex Itca dallo stabilimento Sata
e dallo stabilimento ex Itca tanti operai tesserati Uilm sono stati
trasferiti alla Sata. La cosa non dispiaceva a Lomio tanto è vero che
mai nulla ha detto su questo, così come nulla ha detto per il
trasferimento di operai alla Plastica-Fca e dalla Plastica-Fca allo
stabilimento centrale. Il padrone sappiamo bene che utilizza i sindacati
e le loro burocrazie per dividere gli operai, a volte favorendo alcuni
per penalizzarne altri, ma con l’obbiettivo di indebolirli tutti. Il
padrone ha utilizzato la Uilm e la sua burocrazia sindacale favorendo in
molti casi i suoi iscritti, adesso non ha nemmeno più tanto bisogno di
questi sindacati e va avanti per la sua strada perché ci sono i profitti
prima di tutto e a quelli deve pensare non agli iscritti di una
parrocchia. Spetta agli operai capire che le adesioni alle parrocchie
non bastano, il padrone pensa ai propri interessi e non fa sconti a
nessuno se chi ha davanti non gli garantisce profitti adeguati. E’
inutile cercare di fare i furbi, serve l’unità operaia mettendo da parte
i “referenti” che non possono fare un granché dinanzi al treno in corsa
del padrone.
Crocco, operaio di Melfi - da operai contro
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