martedì 6 aprile 2021

pc 6 aprile - Fedex/Tnt Piacenza - I padroni usano la ristrutturazione come ricatto occupazionale contro i lavoratori in lotta - i lavoratori proseguono la lotta contro l'emergenza economica

No al pagamento di affitti, bollette e spese scolastiche

Prosegue da oltre una settimana la lotta dei lavoratori Fedex-TNT di Piacenza, protagonisti nei giorni scorsi di scioperi e manifestazioni in tutti i principali siti del colosso multinazionale americano. La lotta prosegue purtroppo in mezzo al silenzio assordante delle istituzioni. 

Fedex-TNT ha fatto trapelare la voce di un possibile incontro, alla presenza anche del fornitore, come da impegni assunti davanti alla Prefettura di Piacenza, volto a trovare una soluzione per i lavoratori coinvolti dalla ristrutturazione. Ma mentre i giorni trascorrono, è sempre più concreta l’emergenza economica per le famiglie. I lavoratori hanno quindi deciso collettivamente di non pagare l’affitto, le bollette e le spese scolastiche per il prossimo mese, e chiedono al Comune di Piacenza di intervenire con aiuti e integrazioni al reddito a riguardo. Questi lavoratori per venticinque anni hanno contribuito alla fiscalità generale nella provincia di Piacenza, versando tasse e contributi per cifre da capogiro,   Ora si trovano di punto in bianco scaricati dall’azienda.
Il S.I.Cobas è  impegnato in scioperi su tutto il territorio nazionale contro Fedex-TNT per chiedere la riapertura del sito di Piacenza, come verificabile dalla stampa nazionale. Ciò nonostante l’ingiusto attacco politico ai lavoratori da parte della multinazionale portato avanti in cooperazione con alcune forze politiche e sindacali da sempre assenti nello scenario della logistica piacentina ma che oggi tengono a voler mettere parola sulla situazione. Come ha sostenuto il vescovo Cevolotto, la situazione dei lavoratori Fedex-TNT richiede il massimo sforzo per prevenire un ulteriore aggravamento della crisi sociale in atto. Sottolineiamo a riguardo che il nostro sforzo non si esaurirà fino al raggiungimento dell’obiettivo, poiché solo con la lotta, e non con i comunicati stampa di talune forze politiche, si potrà risolvere il problema.

La chiusura del sito piacentino è stata ragionata con l’esplicito intento di attaccare i lavoratori più sindacalizzati e più onerosi come costo del lavoro, rimpiazzandoli con migliaia di lavoratori somministrati in tutta Italia con l’aiuto di alcuni sindacati che vorrebbero sorvolare su questo dato oggettivo vantando una manciata di internalizzazioni come contrappeso. Proprio per questo, non possiamo permettere lo sfondamento di questa visione del mercato del lavoro italiano che riporterebbe le lancette dell’orologio indietro di dieci anni, ai tempi dello sfruttamento più barbaro.      

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