mercoledì 8 luglio 2020

pc 8 luglio - Torino, 373 euro di multa ai rider che protestavano nel lockdown: "Era un assembramento"

Nel mirino la manifestazione del 1° maggio in cui chiedevano più tutele e dispositivi di sicurezza. I verbali non sono stati consegnati subito "per motivi di ordine pubblico". Fattorini furibondi: "Eravamo distanziati, questo è un attacco politico a lavoratori essenziali durante la quarantena"
Il primo maggio una trentina di rider aveva organizzato uno sciopero e una protesta che era partita da piazza Castello con l'obiettivo di chiedere al Governo più tutele per la categoria. Quel ritrovo in piazza Castello, però, è stato considerato un "assembramento in luogo pubblico", in pieno lockdown ed è per questo che molti dei partecipanti a quella protesta hanno ricevuto un verbale con una multa
di 373 euro. Le multe sono state notificate oggi e, si legge nel verbale,  l'infrazione è stata accertata in data 1° maggio in piazza Castello" ma i verbali non erano stati consegnati subito "per motivi di ordine e sicurezza pubblica".
"Durante tutto il periodo di lockdown il nostro lavoro è stata considerato un'attività essenziale. Essenziale per chi ci sfrutta, naturalmente, che non poteva rinunciare a guadagnare sul nostro lavoro a scapito della nostra salute: infatti, come più volte ribadito, i dispositivi di sicurezza non ci sono stati forniti dalle aziende se non dopo molto tempo", spiegano i rider sulla pagina Facebook Project Deliverance, che definiscono le multe "un attacco politico alla lotta dei rider e al diritto allo sciopero. Ogni sera siamo stati costretti a passare ore davanti ai ristoranti con decine e decine di altri colleghi e colleghe, senza dispositivi di sicurezza né attenzione per la nostra salute, messa sempre in secondo piano da chi ci sfrutta"

Durante il lockdown la polizia era dovuta intervenire davanti al Mc Donald di via Livorno perché i troppi rider in attesa non riuscivano a  mantenere le distanze di sicurezza.  "La decisione di scendere in strada è stata intuitiva ed immediata -  proseguono i rider - Se possiamo rischiare la nostra salute per gonfiare le tasche dei nostri padroni, allora possiamo farlo, in maniera consapevole e rispettando le misure di sicurezza, per rivendicare condizioni di lavoro migliori, oltre che per accusare le aziende di non aver fornito quei dispositivi di sicurezza che avrebbero dovuto proteggerci".

I rider rivendicano di aver rispettato le distanze e le misure di sicurezza. "Durante lo sciopero abbiamo fatto sì che ogni singolo rider presente avesse una mascherina, che venissero rispettate le distanze e che ci fosse abbondante disponibilità di gel igienizzante, in modo che ognuno di noi fosse protetto e tutelato". Ma il decreto del governo impediva ogni genere di assembramento. Concludono però i rider: "Le multe che adesso stanno arrivando unicamente ai rider più generosi e attivi nelle lotte, ben conosciuti dalla polizia politica: questo indica chiaramente l'intento repressivo".

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