lunedì 6 luglio 2020

pc 6 luglio - A Livorno contro la guerra - Bene. Ma siamo per favore più chiari su imperialismo e imperialismo italiano!

Livorno. Contro la Nuova Normalità della Guerra


Sono passate poco più di due settimane dall’ultimo incontro tra il console generale degli Stati Uniti a Firenze, Benjamin V. Wolhauer, e il sindaco di Livorno Luca Salvetti, voluto dal primo.
Un incontro che non abbiamo esitato a definire “clandestino”, se è vero che nessun giornale e nessuna tv ne ha dato notizia e gli unici dati a disposizione sono tutti racchiusi in un brevissimo comunicato stampa del Comune di Livorno, privo di qualsiasi
dichiarazione e nel quale genericamente si accenna all’interesse economico e “culturale” che il nostro porto riveste per gli Stati Uniti.
In quell’occasione abbiamo ipotizzato che l’unico reale interesse che ha mosso i più alti rappresentanti civili e militari Usa a visitare la nostra città e le nostre istituzioni, per ben 3 volte in meno di un anno, era quello legato ai lavori per aumentare la capacità di trasporto di armi, munizioni e materiale bellico da e per il nostro porto e la base di Camp Darby, sfruttando la rete ferroviaria e il canale dei Navicelli, secondo quel progetto reso pubblico nel luglio 2017, per iniziativa nel Consiglio comunale di Pisa del gruppo di opposizione “Diritti in comune”.
Nessuno ha voluto pubblicare anche solo un estratto del nostro precedente comunicato, nessuno si è degnato di rispondere anche solo per negare quanto affermavamo, fedeli alla prassi che ciò che non trova spazio nei mezzi di comunicazione semplicemente non esiste. 
Eppure oggi l’evidenza dei fatti ci costringe a ribadire, stavolta con assoluta certezza, che quell’incontro era sì “clandestino” e che il motivo da noi ipotizzato era corretto.
Grazie alle verifiche da noi svolte, infatti, abbiamo potuto constatare che con l’inizio della fase due del lockdown si è aperto il primo dei due cantieri previsti per quei lavori esterni alla recinzione con filo spinato della base, quello in riva sinistra del Canale dei Navicelli, per la costruzione del ponte girevole su cui dovranno passare i nuovi binari ferroviari, dalla stazione di Tombolo all’Area stoccaggio Munizioni con i suoi 125 bunker.
Si conferma quanto noi sappiamo da tempo: Camp Darby è il più grande e più importante deposito di armi e munizioni degli Stati Uniti nel mondo, punto nevralgico della logistica di guerra che da ormai 30 anni serve tutte le avventure imperialiste del nostro alleato, in medioriente, nel nordafrica, in Asia e in ogni luogo della terra decidano di affermare la propria supremazia a discapito dei popoli che vi abitano, il nostro incluso.
L’assoluto silenzio che circonda questi fatti, dimostra che le nostre istituzioni, pur consapevoli di quanto accade, non hanno alcun interesse a informare i propri cittadini e riteniamo pertanto superfluo appellarci ad esse perché esprimano il proprio sdegno e ribadiscano l’assoluta inconciliabilità tra gli interessi del nostro territorio e i suoi cittadini che esigono pane, pace e lavoro in ossequio al nostro dettato costituzionale e quelli prettamente strategico-militari del nostro alleato che occupa parte del nostro territorio infischiandosene delle sue leggi e delle nostre aspirazioni.
Ci appelliamo dunque direttamente ai cittadini, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni, ai partiti che hanno a cuore questi valori perché insieme possiamo manifestare il nostro totale rifiuto di quanto accade, per riaffermare che la sovranità appartiene al popolo, che in nessun modo vogliamo che sia usurpata da chi ha deciso senza interpellarci che la nostra terra debba fungere da retrovia delle guerre che insanguinano mezzo mondo per conto degli Stati Uniti.
Il Comitato Contro la Nuova Normalità della Guerra, non ha alcun interesse particolare se non quello che da anni denuncia: la fine dell’occupazione militare del nostro territorio da parte di chi lo utilizza per i suoi scopi bellici.
Fedeli a questo principio, siamo aperti alla collaborazione con tutti coloro che condividono i principi che muovono la nostra lotta.
Organizzarci, adesso, è indispensabile. Solo uniti vinceremo.
Livorno, 5 luglio 2020

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