Qui sono tradotti stralci che documentano la lotta tra le due linee che i compagni conducono
nel movimento per affermare una linea classista e combattiva orientata politicamente in senso rivoluzionario
Dal 21 novembre scorso la Colombia è scossa dal movimento del “paro
nacional” (sciopero/fermata nazionale), innescato dal crescente
discredito e scandali di corruzione che hanno investito il governo di
Ivan Duque, dalle proteste per i recenti e ripetuti casi di
assassinii selettivi di dirigenti di movimenti sociali –
sindacalisti, contadini e indios, il più delle volte falsamente
accusati di essere guerriglieri dissidenti delle FARC che rifiutavano
di cedere le armi – e soprattutto dal malcontento popolare contro
le politiche economiche imposte al paese dalle agenzie internazionali
dell’imperialismo.
Dal
21 al 29 manifestazioni e scioperi in tutto il paese lo hanno
praticamente paralizzato con durissimi scontri. Il bilancio dei primi
otto giorni di mobilitazione (dati di fonte governativa) conta 769
feriti (di cui 379 tra le forze di polizia) diverse centinaia di
arresti, 6 morti e danneggiamenti di proprietà statali per decine di
milioni di dollari.
Dopo
la prima ondata di proteste, le centrali sindacali, il governo e i
vari partiti si sono tutti prodigati per di cavalcare a proprio
vantaggio le proteste e trovare il modo per ingabbiarle in “tavoli
di dialogo” e scongiurarne lo sviluppo in senso rivoluzionario.
Un’acuta
lotta di linea è in corso in seno al movimento tra i maoisti della
Union Obrera Comunista (mlm) che cerca di trasformarlo in uno
sciopero politico a oltranza e ogni genere di opportunisti,
revisionisti e riformisti, in vista del prossimo 21 gennaio, data per
cui il Comité Nacional del Paro, ha annunciato la ripresa delle
manifestazioni, che comunque non si sono mai del tutto fermate.
Riportiamo di seguito stralci di un comunicati della UOC(MLM)
“Messo
alle strette dal Paro Nacional partito il 21 novembre e
dall'intensificarsi della protesta popolare, il regime mafioso
rappresentato del burattino Duque è stato costretto a tenere conto
delle rivendicazioni del popolari ma cerca di ingannare il popoli col
consueto rituale dei "tavoli di dialogo", quelli con cui
chi ha il potere perpetua la sua politica criminale ma concede ai
rappresentanti delle masse il permesso di parlare.
Politicanti
liberali, socialdemocratici e altri riformisti vogliono approfittare
a proprio vantaggio dell'indignazione popolare, con la complicità
dei burocrati delle centrali sindacati e di settori del Comité
Nacional del Paro, sordi alle esigenze dei proletari, dei giovani e
di altri settori delle masse.
Così,
passando sulla testa della maggioranza del Comité Nacional del Paro,
costoro hanno scritto una lettera al presidente fantoccio, sostenuta
da famigerati figuri, dichiarati e odiati nemici dei lavoratori
(membri del Congresso, ex consiglieri, ex-ministri autori ed
esecutori delle misure reazionarie dei governi precedenti) in cui i
punti della piattaforma del Paro sono stati annacquati.
Una
sporca manovra di vecchi e nuovi politici interessati a usare la
rivolta popolare per far uscire la fazione Uribista dal governo e
prendere il potere. Usare cioè la lotta delle masse per risolvere
le contraddizioni all'interno dei nemici del popolo, lasciando che
tutto resti come prima se non peggio.
La
lotta tra le due vie si accentua: percorsi si acuisce: da una parte
la ricerca di una “soluzione” dall'alto della crisi sociale e
politica, attraverso le manovre dei rappresentanti della borghesia
"meno cattiva" con il sostegno dei partiti riformisti del
piccola borghesia e dell’opportunismo; dall'altra la via
dell’intensificazione della lotta diretta e rivoluzionaria delle
masse e lo sforzo di importanti settori di lavoratori, contadini e
indigeni, giovani, studenti e insegnanti, donne ecc. per avanzare
verso un Paro a oltranza, espressa dalla radicalizzazione dei Comites
del Paro che respingono senza mediazione i "pacchetti"
governativi e stanno generalizzando la loro organizzazione delle
Assemblee popolari.
Per
i comunisti e i rivoluzionari, per gli attivisti onesti, per i
giovani rivoluzionari e il popolo ribelle, per coloro che desiderano
cambiare la situazione non c'è altro modo che generalizzare le forme
di organizzazione e di lotta con cui le masse prendono le loro mani
il loro destino, il che significa:
•
Non accettare che la piattaforma di lotta diventi la piattaforma di
politicanti a caccia di voti e potere. Mantenere ferme le
rivendicazioni del 21 novembre, aggiungendo lo smantellamento
dell'Esmad, l'aumento del salario minimo in 1.500.000 pesos, la fine
dei licenziamenti di massa e per l’assunzione diretta e a tempo
indeterminato.
•
Rafforzare i Comites de Par, crearli dove non esistono e organizzare
le assemblee popolari come organizzazioni democratiche, dove sono i
lavoratori a decidere cosa fare, senza intermediari e in autonomia. È
ora necessario organizzare una grande assemblea popolare nazionale
che designi democraticamente rappresentanti e portavoce del popolo.
•
Se è inevitabile che ci sia ormai un po' di stanchezza nel
movimento, è necessario mantenere la mobilitazione di piazza,
esigendo una soluzione reale dei problemi e espandendo la propaganda
tra le masse affinché si uniscano alla lotta.
•
La gioventù rivoluzionaria, che è stata l'avanguardia in questa
lotta, ha il compito principale di ampliare la base del movimento,
spiegando alle masse più ampie la Piattaforma e il Piano di lotta,
unendo tutti i settori che si uniranno alle alle proteste, come hanno
fatto le comunità native di Bogotà in questi giorni e fanno ogni
giorno i lavoratori nelle fabbriche, nelle aziende e nei ministeri
resistono agli abusi dei capitalisti ma e le cui proteste passano
inosservate perché, eppure sono la forza fondamentale, senza il loro
lavoro il profitto si ferma e il capitalismo è colpito al cuore.
Compagni,
fratelli di classe, amici di questa battaglia contro il regime
mafioso e paramilitare, non possiamo perdere la rotta, tutto ciò che
si deve fare ora deve servire a gettare le basi e trarre vantaggio
dalla forza accumulata per le future e decisive battaglie per la
trasformazione rivoluzionaria della società.
Fermare
i piani del regime e delle classi dirigenti è solo l’obiettivo
immediato, deve la scuola che insegni al popolo e contare sulle
proprie forze. È così che operai e contadini forgiano l’alleanza
strategica in un futuro non troppo lontano gli può consentire di
prendere in mano le redini della società; è così che la classe
operaia avanza nella conquista della sua autonomia di classe e,
soprattutto, tempra nel crogiuolo della lotta le avanguardie che
raccoglie i migliori figli del popolo, la cui responsabilità è
quella di costruire il Partito Comunista Rivoluzionario, la forza
capace di dirigere e organizzare tutta la lotta del popolo colombiano
e lanciare la guerra popolare, l'insurrezione armata e la rivoluzione
che distrugga lo stato degli sfruttatori e il potere del capitale,
aprendo la strada al nuovo stato degli operai e dei contadini e alla
costruzione di La Repubblica socialista”
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