venerdì 24 gennaio 2020

pc 24 gennaio - Colombia - Conoscere il grande movimento di lotta attraverso le pagine del giornale marxista-leninista-maoista Revolucion Obrera

Invitiamo a leggere direttamente dallo spagnolo - facilmente comprensibile - gli articoli quasi quotidiani dedicati alla cronaca del movimento di lotta
Qui sono tradotti stralci che documentano la lotta tra le due linee che i compagni conducono
nel movimento per affermare una linea classista e combattiva orientata politicamente  in senso rivoluzionario
Dal 21 novembre scorso la Colombia è scossa dal movimento del “paro nacional” (sciopero/fermata nazionale), innescato dal crescente discredito e scandali di corruzione che hanno investito il governo di Ivan Duque, dalle proteste per i recenti e ripetuti casi di assassinii selettivi di dirigenti di movimenti sociali – sindacalisti, contadini e indios, il più delle volte falsamente accusati di essere guerriglieri dissidenti delle FARC che rifiutavano di cedere le armi – e soprattutto dal malcontento popolare contro le politiche economiche imposte al paese dalle agenzie internazionali dell’imperialismo.
Dal 21 al 29 manifestazioni e scioperi in tutto il paese lo hanno praticamente paralizzato con durissimi scontri. Il bilancio dei primi otto giorni di mobilitazione (dati di fonte governativa) conta 769 feriti (di cui 379 tra le forze di polizia) diverse centinaia di arresti, 6 morti e danneggiamenti di proprietà statali per decine di milioni di dollari.
Dopo la prima ondata di proteste, le centrali sindacali, il governo e i vari partiti si sono tutti prodigati per di cavalcare a proprio vantaggio le proteste e trovare il modo per ingabbiarle in “tavoli di dialogo” e scongiurarne lo sviluppo in senso rivoluzionario.
Un’acuta lotta di linea è in corso in seno al movimento tra i maoisti della Union Obrera Comunista (mlm) che cerca di trasformarlo in uno sciopero politico a oltranza e ogni genere di opportunisti, revisionisti e riformisti, in vista del prossimo 21 gennaio, data per cui il Comité Nacional del Paro, ha annunciato la ripresa delle manifestazioni, che comunque non si sono mai del tutto fermate. Riportiamo di seguito stralci di un comunicati della UOC(MLM)

“Messo alle strette dal Paro Nacional partito il 21 novembre e dall'intensificarsi della protesta popolare, il regime mafioso rappresentato del burattino Duque è stato costretto a tenere conto delle rivendicazioni del popolari ma cerca di ingannare il popoli col consueto rituale dei "tavoli di dialogo", quelli con cui chi ha il potere perpetua la sua politica criminale ma concede ai rappresentanti delle masse il permesso di parlare.

Politicanti liberali, socialdemocratici e altri riformisti vogliono approfittare a proprio vantaggio dell'indignazione popolare, con la complicità dei burocrati delle centrali sindacati e di settori del Comité Nacional del Paro, sordi alle esigenze dei proletari, dei giovani e di altri settori delle masse.
Così, passando sulla testa della maggioranza del Comité Nacional del Paro, costoro hanno scritto una lettera al presidente fantoccio, sostenuta da famigerati figuri, dichiarati e odiati nemici dei lavoratori (membri del Congresso, ex consiglieri, ex-ministri autori ed esecutori delle misure reazionarie dei governi precedenti) in cui i punti della piattaforma del Paro sono stati annacquati.
Una sporca manovra di vecchi e nuovi politici interessati a usare la rivolta popolare per far uscire la fazione Uribista dal governo e prendere il potere. Usare cioè la lotta delle masse per risolvere le contraddizioni all'interno dei nemici del popolo, lasciando che tutto resti come prima se non peggio.

La lotta tra le due vie si accentua: percorsi si acuisce: da una parte la ricerca di una “soluzione” dall'alto della crisi sociale e politica, attraverso le manovre dei rappresentanti della borghesia "meno cattiva" con il sostegno dei partiti riformisti del piccola borghesia e dell’opportunismo; dall'altra la via dell’intensificazione della lotta diretta e rivoluzionaria delle masse e lo sforzo di importanti settori di lavoratori, contadini e indigeni, giovani, studenti e insegnanti, donne ecc. per avanzare verso un Paro a oltranza, espressa dalla radicalizzazione dei Comites del Paro che respingono senza mediazione i "pacchetti" governativi e stanno generalizzando la loro organizzazione delle Assemblee popolari.

Per i comunisti e i rivoluzionari, per gli attivisti onesti, per i giovani rivoluzionari e il popolo ribelle, per coloro che desiderano cambiare la situazione non c'è altro modo che generalizzare le forme di organizzazione e di lotta con cui le masse prendono le loro mani il loro destino, il che significa:

• Non accettare che la piattaforma di lotta diventi la piattaforma di politicanti a caccia di voti e potere. Mantenere ferme le rivendicazioni del 21 novembre, aggiungendo lo smantellamento dell'Esmad, l'aumento del salario minimo in 1.500.000 pesos, la fine dei licenziamenti di massa e per l’assunzione diretta e a tempo indeterminato.

• Rafforzare i Comites de Par, crearli dove non esistono e organizzare le assemblee popolari come organizzazioni democratiche, dove sono i lavoratori a decidere cosa fare, senza intermediari e in autonomia. È ora necessario organizzare una grande assemblea popolare nazionale che designi democraticamente rappresentanti e portavoce del popolo.

• Se è inevitabile che ci sia ormai un po' di stanchezza nel movimento, è necessario mantenere la mobilitazione di piazza, esigendo una soluzione reale dei problemi e espandendo la propaganda tra le masse affinché si uniscano alla lotta.

• La gioventù rivoluzionaria, che è stata l'avanguardia in questa lotta, ha il compito principale di ampliare la base del movimento, spiegando alle masse più ampie la Piattaforma e il Piano di lotta, unendo tutti i settori che si uniranno alle alle proteste, come hanno fatto le comunità native di Bogotà in questi giorni e fanno ogni giorno i lavoratori nelle fabbriche, nelle aziende e nei ministeri resistono agli abusi dei capitalisti ma e le cui proteste passano inosservate perché, eppure sono la forza fondamentale, senza il loro lavoro il profitto si ferma e il capitalismo è colpito al cuore.

Compagni, fratelli di classe, amici di questa battaglia contro il regime mafioso e paramilitare, non possiamo perdere la rotta, tutto ciò che si deve fare ora deve servire a gettare le basi e trarre vantaggio dalla forza accumulata per le future e decisive battaglie per la trasformazione rivoluzionaria della società.

Fermare i piani del regime e delle classi dirigenti è solo l’obiettivo immediato, deve la scuola che insegni al popolo e contare sulle proprie forze. È così che operai e contadini forgiano l’alleanza strategica in un futuro non troppo lontano gli può consentire di prendere in mano le redini della società; è così che la classe operaia avanza nella conquista della sua autonomia di classe e, soprattutto, tempra nel crogiuolo della lotta le avanguardie che raccoglie i migliori figli del popolo, la cui responsabilità è quella di costruire il Partito Comunista Rivoluzionario, la forza capace di dirigere e organizzare tutta la lotta del popolo colombiano e lanciare la guerra popolare, l'insurrezione armata e la rivoluzione che distrugga lo stato degli sfruttatori e il potere del capitale, aprendo la strada al nuovo stato degli operai e dei contadini e alla costruzione di La Repubblica socialista”

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