domenica 19 gennaio 2020

pc 19 gennaio - Ancora sulla manifestazione di Prato - la polizia non ferma la protesta dei lavoratori

La determinazione del corteo ha sbattuto in faccia alla questura di Prato la sua ingenuità nel pensare che 700 metri sarebbero bastati ad una marcia per la quale sono arrivati diversi pullman da tutta Italia. In maniera spontanea, tranquilla e determinata, una volta arrivati alla piazza a due passi dalla stazione, dove per il questore ci si sarebbe dovuti fermare, si è presa una svolta e ci si è diretti verso la piazza del centro, termine vero dell’iniziativa, posta nel cuore della città, in mezzo alle strade percorse da gente prevalentemente ignara di un’ingiustizia strutturale che le stesse autorità di rappresentanza cercano di invisibilizzare.


Il tentativo di contenimento preventivamente messo in campo dalla questura è saltato così come è andata in fumo qualsiasi manovra di esclusione di parti: tutti e tutte hanno sfilato, senza smettere di intonare cori e alzare cartelli, fino a raggiungere la piazza, eludendo qualsiasi tentativo di precedere o spezzare il corteo.
Nel presidio finale della piazza del comune, la cima delle scalinate del palazzo pretorio si è riempita di striscioni contro lo sfruttamento, le multe, i licenziamenti, contro cui i lavoratori di Prato si sono trovati periodicamente a lottare davanti ai cancelli delle tintorie, piuttosto che della Coop. I numerosi interventi hanno ribadito l’importanza dello sciopero come arma lecita contro i padroni e un sistema del profitto che si gioca sulla loro pelle, l’importanza di essere uniti contro le leggi ingiuste, razziste e discriminatorie che la politica strumentale al profitto produce e legittima ad ogni livello di rappresentanza. Come sfogo alla frustrazione per non aver influito sulle sorti della giornata o forse per produrre briciole da dare in pasto a qualche giornaletto affiliato, la polizia decide di caricare a manganellate la piazza mentre questa si stava già svuotando. Nonostante le persone stessero defluendo spontaneamente verso la stazione, un massiccio cordone di polizia si è accodata spingendo violentemente gli ultimi rimasti, in un dispiegamento di forza totalmente fine a se stessa, che riflette l’impotenza dei suoi attori.

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