mercoledì 22 gennaio 2020

pc 22 gennaio - ArcelorMittal Taranto Tre esplosioni all'Acciaieria 2 - Gravissimo incidente annunciato

Ora ArcelorMittal che è pienamente responsabile di questo incidente dice che deve rivedere i suoi piani.



Tre esplosioni sono avvenute la notte scorsa nell’impianto Idf a servizio del Convertitore 1 di Acciaieria 2 nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto. Non si registrano feriti. Hanno provocato diversi squarci alle tubazioni della condotta di aspirazione del recupero gas. L’incidente è avvenuto alla vigilia della fermata dell’Acciaieria 1 e del conseguente aumento della produzione per l’Acciaieria 2, che necessita di manutenzione. Per la fermata dell’Acciaieria 1 l’azienda ha già annunciato una riduzione di personale da 477 a 227 unità, che determinerà la collocazione di 250 lavoratori in Cassa integrazione ordinaria (Cigo).

(FIM-CISL): «I fatti ci danno ragione»
«Non sono trascorse nemmeno 48 ore dall’incontro consumato nello stabilimento di Taranto dalle organizzazioni sindacali con i vertici di ArcelorMittal, sulla decisione di fermare Acciaieria 1 e marciare a pieno regime con l’Acciaieria 2, ed ecco emergere le prime criticità». Una decisione aziendale che abbiamo rigettato e definito inaccettabile, sia per i problemi che potevano verificarsi in termini di sicurezza ed ambientali, sia per l’impatto occupazionale che di fatto determina la collocazione in Cigo di 250 lavoratori».

FIOM e UILM: «Acciaieria 2 non può sostenere aumento produttivo»

Non meno duro il commento di FIOM e UILM: «L’acciaieria 2, a conferma di quanto sostenuto da Fiom e Uilm nei giorni scorsi e verificato nel corso del sopralluogo effettuato ieri, non può sostenere l’aumento produttivo a 3 convertitori e gli ultimi episodi lo testimoniano. ArcelorMittal deve tornare sui suoi passi e sospendere immediatamente la scelta unilaterale di fermare l’acciaieria 1 in quanto, i continui rinvii e ritardi su manutenzione ordinaria e straordinaria determinano, in caso di aumento produttivo, situazioni di pericolosità sia dal punto di vista della sicurezza che dell’ambiente».

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