sul gigantesco sciopero di 250 milioni di lavoratori in sciopero in India - richiedi a pcro.red@gmail.com
All’interno dell’immenso sciopero generale
di 250 milioni di lavoratori che ha di fatto bloccato il Paese si è
sviluppata anche la protesta contro la nuova legge sulla cittadinanza
(CAA-Citizenship Amendment Act) che è
di fatto una legge razzista che ha di mira essenzialmente la grande
popolazione musulmana indiana.
Questa legge - CAA - impedisce esplicitamente
ai musulmani (la più grande minoranza religiosa indiana che conta
circa 140 milioni di persone) dai paesi vicini di acquisire la
cittadinanza. Il NRC (National Registration Council – l’ufficio
nazionale che si occupa di concedere la cittadinanza, ndr)
ribalta tutte le precedenti leggi sulla cittadinanza, imponendo a
tutti gli indiani di fornire un'ampia
documentazione per dimostrare la propria cittadinanza, cosa che sicuramente centinaia di milioni non saranno in grado di fare. Pertanto, dà a Modi e al suo partito di estrema destra Bharatiya Janata Party (BJP) la capacità di rimuovere la cittadinanza - e quindi praticamente tutti i diritti umani - da qualsiasi indiano esso desideri. Il governo ha già rimosso quasi due milioni di cittadini nello stato nord-orientale dell'Assam, circa la metà dei quali musulmani.
documentazione per dimostrare la propria cittadinanza, cosa che sicuramente centinaia di milioni non saranno in grado di fare. Pertanto, dà a Modi e al suo partito di estrema destra Bharatiya Janata Party (BJP) la capacità di rimuovere la cittadinanza - e quindi praticamente tutti i diritti umani - da qualsiasi indiano esso desideri. Il governo ha già rimosso quasi due milioni di cittadini nello stato nord-orientale dell'Assam, circa la metà dei quali musulmani.
Il governo sta attualmente anche costruendo una
rete di "centri di detenzione" simili a quelli utilizzati
dall'ICE (Immigration and Customs
Enforcement- Controllo immigrazione) negli Stati Uniti per ospitare
la popolazione di "immigrati clandestini" recentemente
criminalizzata. In molti casi, sta impiegando quelle stesse persone
per costruire le proprie prigioni.
L’approvazione di questa legge, avvenuta l’11
dicembre scorso, ha scatenato nel paese prese di posizione di
intellettuali, politici, studenti e masse popolari e una serie di
manifestazioni di piazza dal nord al sud. La scrittrice e
attivista progressista Arundhati Roy ha affermato che il previsto
registro nazionale dei cittadini (NRC) è contro i musulmani del
paese. "Gli attacchi ai musulmani stanno avvenendo nell'Uttar
Pradesh. La polizia sta entrando nelle case e le saccheggia." ha
detto.
Il
Partito Comunista dell’India (maoista), che guida la guerra
popolare in India, ha emesso un comunicato che dà il suo sostegno
alle proteste, affiggendo anche striscioni e manifesti. Il comunicato
dice: “In un paese come l'India, che detiene 1/7 della popolazione
mondiale, che è profondamente sfruttato e oppresso dagli
imperialisti, principalmente dall'imperialismo statunitense, che è
attualmente colpito da una crisi economica molto grave ed è il paese
in cui si sviluppa la guerra popolare più avanzata del mondo, tali
proteste sono di grande importanza storica.”
“Il
progetto, continua il comunicato, fa parte del movimento burocratico
e fascista del governo Narendra Modi in carica, che nell'agosto di
quest'anno ha spogliato lo stato a maggioranza musulmano di Jammu e
Kashmir del loro status di stati autonomi, essenzialmente dando al
vecchio stato un maggiore controllo sugli affari della regione. Nello
stesso mese, il governo ha iniziato a costruire campi di
concentramento per i poveri e la popolazione musulmana del paese,
attraverso la ‘lista finale del registro nazionale dei cittadini’,
che ha eliminato anche la cittadinanza di migliaia di indiani e
musulmani bengalesi come indiani e poveri contadini indù, a cui
mancava la vasta documentazione necessaria per dimostrare la propria
cittadinanza.”
La
risposta del governo alle proteste è stata feroce: il 15
dicembre la polizia ha fatto irruzione nel campus dell’università
Jamia Millia Islamia di Delhi, sparando sui manifestanti e pestando
gli studenti, e innescando un effetto domino nei campus delle
università di tutta l’India, insorti a sostegno degli studenti
della Jamia, contro la brutalità della polizia … La sera del 5
gennaio 2019, una cinquantina di persone appartenenti
all’associazionismo studentesco di destra hanno fatto irruzione nel
campus dell’Università Jawaharlal Nehru (JNU) di Delhi, una delle
più prestigiose del Paese. A volto coperto, hanno malmenato gli
studenti e i professori con spranghe e bastoni, ferendo 40 persone
tra cui la presidentessa dell’unione degli studenti della JNU,
Aishe Ghosh. La polizia, schierata fuori ai cancelli, è rimasta a
guardare inerme: nessuno è stato arrestato per l’attacco durato
tre ore, anzi, Ghosh è stata accusata di “vandalismo” in un
copione già visto negli scontri tra fazioni universitarie … negli
stati governati dal BJP (il Partito fascista indù guidato da Modi),
la polizia ha avuto carta bianca per azioni punitive contro la
minoranza musulmana. Il focolaio delle violenze per mano delle forze
dell’ordine a fine dicembre si è spostato nello stato dell’Uttar
Pradesh (UP), il più popoloso Stato indiano dove la comunità
musulmana è molto più numerosa rispetto alla media nazionale (del
14,2 per cento) … il bilancio, per ora, è di 28 morti (di cui 19
in Uttar Pradesh) e migliaia di arresti in tutto il Paese.
Ma
la risposta fascista del governo indù di Modi non riesce a fermare
le proteste che continuano in tutto il Paese…
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